Osservatore Libero

Elezioni politiche Spagna 2015: in 36 milioni alle urne. Esito incerto

Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy

Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy

MADRID – Oggi 20 dicembre si vota in Spagna per il rinnovo del Parlamento. Alla vigilia di queste elezioni politiche, dove parteciperanno 36 milioni di spagnoli, l’esito è tutt’altro che scontato. Nessuno dei partiti in lizza dovrebbe ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, come vi riuscì nel 2011 il Partito Popolare dell’attuale premier uscente Mariano Rajoy. Quest’ultimo in base agli ultimi sondaggi dovrebbe vincere, ma di misura. Si profila un governo di coalizione, fatto inedito nella pur giovane monarchia parlamentare spagnola.

È fine del bipartitismo. In queste elezioni politiche Spagna 2015 non c’è solo la storica sfida tra i popolari di Rajoy, 60 anni (tradizionalmente ben visti dalla potente chiesa cattolica spagnola) e i socialisti (Psoe) guidati da Pedro Sánchez, 43 anni, segretario da un anno che sogna una sorta di «alleanza mediterranea» con il premier italiano Matteo Renzi e quello francese Manuel Valls.

Ci sono anche i partiti emergenti come Ciudadanos e Podemos. Piccoli ma in grado di condizionare i risultati della consultazione politica. Il primo, dichiaratamente di centro, è nato circa 10 anni fa a Barcellona da intellettuali ostili al nazionalismo della Catalogna. Oggi potrebbe diventare il secondo partito spagnolo, sotto la guida di Albert Rivera, 36 anni, un politico in crescita di consensi.

Il secondo, Podemos, partito dichiaratamente di sinistra, ma pronto a fare accordi con gli altri tranne che con il Partito Popolare. Lo guida Pablo Iglesias, 37 anni, anche dopo la recente sconfitta elettorale alle amministrative di Ottobre 2015 in Catalogna. Sembrava destinato a sparire, ma ora sta risalendo nei sondaggi. La parola d’ordine è «Remontada». Alla vigilia delle elezioni politiche Spagna 2015 è stato lo stesso premier Rajoy a farlo presente ai capi di stato e di governo a Bruxelles. L’immagine carpita da una telecamera, dove si vede una Merkel visibilmente contrariata, ha fatto il giro dei media. Ma non è chiaro se si tratti davvero di uno scoop o se c’era una buona regia (politica) alle spalle.

 

 

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