Carcere di Sollicciano, messa del cardinale Betori con i detenuti

Cardinale Giuseppe Betori

Cardinale Giuseppe Betori

FIRENZE – Una Messa nel carcere di Sollicciano a Firenze, in preparazione del Natale, è stata celebrata oggi 21 dicembre dal cardinale arcivescovo Giuseppe Betori. Ecco le sue parole nel corso dell’omelia, rivolte a detenuti, dirigenza, guardie penitenziarie e responsabili delle associazioni che operano nel carcere fiorentino.

«L’attesa del Natale risveglia in noi il sentimento della speranza. Ne abbiamo bisogno per non lasciarci cadere le braccia di fronte alle tante prove, sofferenze e anche errori della vita. Il motivo della speranza, perché non sia illusione, sta nella certezza che Dio non ci lascia nella nostra condizione di miseria, ma ci libera dalla condanna che incombe su di noi a causa del male, subito o procurato, in cui è precipitata la nostra vita. Il nostro Dio ci viene incontro, viene in mezzo a noi, questo è il Natale». «Egli – ha proseguito Betori – ci rinnova con il suo amore, ci colma della sua misericordia. Il messaggio della misericordia è al centro dell’anno del Giubileo che Papa Francesco ha indetto e da cui ha voluto che nessuno fosse escluso, prevedendo che anche i carcerati ne potessero usufruire, passando attraverso la soglia della propria cella con animo penitente e volontà di conversione».

«Se la misericordia giunge a toccare il cuore degli uomini – ha detto il cardinale – ne beneficia tutta la società, che vi trova il fondamento per un orizzonte di maggiore giustizia e reale condivisione, di concreta speranza. Un mondo che gioisce dell’incontro della misericordia donata e ricevuta può diventare un mondo nuovo».

L’Arcivescovo ha citato quanto scritto da Papa Francesco, che «il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto». Ed ha aggiunto il suo appello affinchè «siano create nel carcere le condizioni concrete per superarne la visione di luogo di pena, per farne invece un percorso ci cui si possa attuare la ricostruzione di un’umanità ferita e perduta».

«Il cammino del Giubileo – ha precisato Betori – indica la nostra volontà di conversione, meglio ancora il nostro desiderio di entrare nell’abbraccio della misericordia di Dio Padre e l’impegno a uscirne trasformati, convertiti, per diventare strumenti di misericordia verso i nostri fratelli.- ha proseguito l’Arcivescovo. Se entrando nella Porta Santa, anche in quella Porta Santa che potrà essere per ciascuno di voi la porta della cella attraversata con cuore pentito, vogliamo manifestare che ci riconosciamo peccatori, che siamo pronti ad accogliere il perdono misericordioso di Dio e quindi disposti a lasciarci trasformare dal suo amore, a lasciarci convertire da lui, questo ci impegna a uscirne per farci testimoni dell’amore ricevuto con una vita riconciliata e spesa al servizio dei fratelli».

Il cardinale Betori ha ricordato ai detenuti del carcere di Sollicciano di avere avuto il dono di realizzare l’altare per la celebrazione di Papa Francesco allo Stadio Artemio Franchi il 10 novembre scorso, durante la visita del Pontefice a Firenze. «Se, come ha sottolineato il Papa, avete fatto questo altare per Gesù – ha concluso Betori – Gesù continua a venire, non solo nei nostri presepi, non solo sugli altari dell’Eucaristia, ma anche nelle vite di ciascuno di noi se cerchiamo di redimerle, di rinnovarle, di renderle un posto in cui lui possa abitare. Vi auguro un Natale che ponga Gesù nei vostri cuori».

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