Elezioni Spagna 2015: vince il Pp ma perde un terzo dei voti

Elettori spagnoli in attesa dei risultati

Elettori spagnoli in attesa dei risultati

MADRID – «España sin gobierno» Spagna senza governo. È la migliore sintesi del risultato delle elezioni politiche 2015 che si sono svolte domenica 20 dicembre. Ed è stato anche uno dei primi  titoli, non a caso, del giornale conservatore «Abc» vicino al governo del Partito popolare spagnolo (Pp) guidato da Mariano Rajoy. Più articolato invece il titolo del quotidiano «El Pais» tradizionalmente più progressista: «El PP gana pero tendrá muy difícil formar gobierno» Vince il Partito popolare ma sarà difficile formare un governo.

Vediamo i risultati quasi definitivi (al 99,90% degli spogli) di Elezioni Spagna 2015 ripartiti per seggi al Congresso dei Deputati

  • Partito popolare (Pp) : 123 seggi con il 28,7% (nel 2011 186 seggi con il 44,6%)
  • Partito socialista (Psoe) : 90 seggi con il 22% (nel 2011 110 seggi e il 28,8%)
  • Podemos: 69 seggi con il 20,7% (non era presente nel 2011)
  • C’s (Ciudadanos) : 40 seggi con il 13,9% (non era presente nel 2011)

Numero totale dei seggi al Congreso: 350 – Maggioranza: 176 seggi

Vince ancora una volta (la terza consecutiva) il Partito popolare ma perde un terzo dei voti. Al premier Rajoy non bastano i voti del nuovo partito di centro Ciudadanos, che porta a casa risultati inferiori alle attese. Ora Rajoy dovrà cercare l’appoggio del Partito socialista (che ha perso 20 seggi) per tentare di formare un governo di coalizione stabile: si va verso una «grosse koalition» sul modello del primo governo di Angela Merkel in Germania dal 2005 al 2009. Intanto al terzo posto «irrompe» con 69 seggi il «Podemos» neo partito degli Indignados, movimento che si è piazzato al primo posto in Catalogna e nei Paesi Baschi e che da sempre si è posto contro il bipartitismo di Pp e Psoe. L’eventuale «intesa» tra questi ultimi due mirerebbe anche a bloccare proprio il crescente successo di Podemos.

Mercoledi 23 dicembre i risultati saranno ufficializzati. Da quel giorno ne passeranno altri venti prima che – il 13 gennaio – si riunisca il nuovo Parlamento eletto. La designazione del nuovo capo del governo toccherà al giovane re Filippo VI, alla suo primo «passaggio» parlamentare. La Costituzione gli attribuisce un «potere di arbitraggio» una sorta di «moral suasion» che il padre Juan Carlos non ha mai esercitato, perché non c’è mai stato bisogno dal momento che il bipartitismo forniva sempre un vincitore e un vinto senza incertezze.

Questa volta la situazione è più complessa e l’auspicio è che il re possa riuscire a designare il capo del governo entro le tradizionali due settimane dalla prima seduta del Parlamento. A far presto se ne parlerà comunque a fine gennaio. C’è più di un mese di tempo per coalizzarsi. In Italia sarebbe un tempo normale. In Spagna un po’ meno.

 

I risultati delle Elezioni generali 2015 in Spagna (dal quotidiano ABC)

I risultati di Elezioni Spagna 2015 (dal quotidiano ABC)

 

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Sandro Addario

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