Malattie: allarmi Meningite e Zika, cerchiamo di fare chiarezza

Migliaia di vaccinazioni anti meningite in Toscana

Migliaia di vaccinazioni anti meningite in Toscana

FIRENZE – Emergenza meningite in Toscana, allarme Zika dal Sudamerica. Vittime, contagi, vaccini, profilassi, prevenzione. Parole che si rincorrono sempre più spesso in questo inizio 2016 e che, non di rado, generano solo confusione e ansia in un crescente numero di persone. La prima immediata conseguenza è l’intasamento dei telefoni delle Asl e soprattutto dei medici di famiglia.

Abbiamo chiesto al dottor Francesco Mazzotta, Direttore della Struttura operativa complessa di malattie infettive dell’Azienda Usl Toscana Centro, di aiutarci a fare chiarezza.

 

MENINGITE IN TOSCANA

Francesco Mazzotta

Francesco Mazzotta

CASI ACCERTATI – Nel 2015 sono stati 38 (contro una media negli ultimi anni di circa 15 casi) con 8 persone decedute. Nel 2016 (dato all’11 febbraio) si sono avuti 12 malati di meningite, con 2 decedute. «Sono numeri che necessitano della massima attenzione – dice il dottor Mazzotta – anche se non si può certo parlare di epidemia, un termine utilizzato quando i soggetti colpiti da una malattia contagiosa sono almeno un migliaio».

PERCHÉ IN TOSCANA – L’unica cosa certa che, per il momento, si sa è che la maggior parte dei casi di meningite si sono avuti nelle zone tra Firenze, Prato, Pistoia ed Empoli. Sono fenomeni che ricorrono talvolta «a zone» come – ricorda Mazzotta – nel Veneto nel 2007 e non solo in Italia ma anche all’estero.

CAUSA DELLA MALATTIA – È il meningocco, un batterio presente in particolare nel naso e nella gola di persone, che possono esserne anche portatori sani. Ne esistono vari tipi: quello che ha colpito maggiormente la Toscana è il meningocco C, che si è presentato con un ceppo particolarmente aggressivo, denominato ST11

COME AVVIENE IL CONTAGIO – Esclusivamente per via aerea tra esseri umani, attraverso goccioline di saliva e muco, come nel caso di colpi di tosse o starnuti. Occorre essere stati piuttosto vicini alla persona infetta (tipico il caso di locali chiusi) perché va ricordato che fuori dell’organismo umano il batterio meningococco – responsabile della malattia – sopravvive solo per pochissimo tempo. Il contagio avviene entro 24 ore, al massimo 48, da quando si è stati a contatto con la persona infetta.

SINTOMI – Febbre alta ed improvvisa, malessere generale, forte mal di testa caratteristico nella zona della nuca. Succede che il paziente è costretto a piegarsi, quasi a «rannicchiarsi» per sentire meno male, mentre se si distende aumenta il dolore a causa delle meningi infiammate all’interno della scatola cranica. Nei casi più gravi si possono avere emorragie sia cutanee (le petecchie) che su altri organi, tanto da essere letali.

DIAGNOSI – Indispensabile che un medico intervenga per una diagnosi più rapida possibile. Questa viene effettuata in base ai sintomi, ma anche attraverso una puntura lombare dove viene prelevato il liquido che arriva dal cervello e scorre lungo il midollo. Se questo liquido è infiammato e alterato, presenta un’abnorme quantità di globuli bianchi, caratteristici dell’infezione batterica.

COME CURARSI – «Ci sono molti antibiotici a cui il germe è sensibile – dice ancora il dottor Mazzotta – come penicilline e chinolonici che riescono efficacemente a combattere l’infezione. Sono gli stessi farmaci che servono per fare la profilassi, il trattamento di prevenzione nei confronti delle persone che possono essere stati a contatto con il soggetto infetto». Naturalmente tutto sotto stretto controllo medico.

VACCINAZIONE – È la più efficace forma di prevenzione. Il ripetersi in misura abnorme dei casi di meningite tra il 2015 e 2016 ha indotto la Regione Toscana a decidere misure straordinarie di profilassi e prevenzione, con la vaccinazione gratuita per numerosi soggetti, soprattutto i più giovani. Attualmente le liste d’attesa superano il mese. Tranne i casi di urgenza naturalmente.

STAGIONALITÀ – Di norma la meningite si sviluppa soprattutto nei mesi invernali, complici freddo, umidità dell’aria e apparati respiratori delle persone più fragili. Con l’arrivo di primavera ed estate, statisticamente la situazione migliora.

 

IL VIRUS ZIKA

Non ha niente a che vedere con meningococco e meningite. Tutta un’altra storia. Si tratta di un virus trasportato da zanzare, che provoca una malattia nota come Zika o Febbre Zika. Di fatto si cura con sintomatici contro il dolore e la febbre: niente di diverso da come guarire da un’influenza, visto che non esiste – per ora – un vaccino anti-Zika.

RISCHIO – Tutti possono ammalarsi di Zika, uomini e donne, bambini e anziani. Ma il rischio maggiore lo corrono le donne incinte, i cui figli potrebbero nascere microcefali, con un cervello di dimensioni ridotte e pertanto vittime di un deficit mentale. Un rischio in almeno il 30% delle gravidanze «infettate» dalla Zika. «Ma è quello che succede ­– dice il dottor Mazzotta – anche con tutti gli altri virus di natura diversa: quando colpiscono durante una gestazione, soprattutto nei primi mesi di gravidanza, possono determinare malformazioni nel feto. La Zika quindi, anche sotto questo profilo, non è più grave di altre malattie».

CONTAGIO – La Zika viene trasmessa solo attraverso zanzare del genere Aedes, presenti in particolare nelle regioni centro settentrionali dell’America del sud, dove finora si sono verificati tre casi mortali. «Rispetto a migliaia di casi di soggetti colpiti dalla malattia, un numero così basso, appena tre, di persone decedute – dice Mazzotta – significa una cosa sola: la Zika non ha un’alta mortalità». Le zanzare possono comunque arrivare anche distanza dal Sud America, perché trasportate involontariamente in auto o in mezzo alle piante. Ma ancora più facilmente attraverso il sangue di una persona già infettata, anche senza che se ne sia accorta. Quest’ultima, ad esempio, prende un aereo e viene in Europa. Qui viene punta da un’altra zanzara del tipo Aedes (ce ne sono anche in Europa) che a sua volta può pungere un’altra persona iniettandole il virus. E il contagio si diffonde.

PREVENZIONE – L’unica prevenzione per le donne incinte è quella di evitare viaggi, soprattutto in Sud America. Ma altrettanto importante per tutti, sarebbe la disinfestazione dei luoghi dove si vive, specie se ci sono acque stagnanti. Spray antizanzare ma anche reti a porte e finestre fanno il resto.

Domande frequenti su Febbre da virus Zika

 

La mappa della diffusione della Zika nel mondo

La mappa della diffusione della Zika nel mondo

 

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Sandro Addario

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