Professione « Guardiani del potere » : dagli eunuchi ai carabinieri

da destra: Fabio Mini, Gianandrea Gaiani, Carlo Corbinelli, Francesco Bosi, Francesco Butini
FIRENZE – Dagli eunuchi, i guardiani del sangue delle corti sovrane orientali, alle spade dell’Islam, dai cavalieri cristiani ai pretoriani, dai mamelucchi alle guardie ottomane. Un panorama nel corso della storia che il generale dell’Esercito Fabio Mini, già comandante della missione internazionale Kfor in Kosovo, traccia nel libro «I guardiani del potere » (Il Mulino Editore). Il saggio è stato oggetto oggi 3 marzo di un dibattito presso il Consiglio Regionale della Toscana, promosso dall’Associazione Amici del Museo Stibbert di Firenze.
Uno sguardo al passato che, nelle intenzioni dell’autore, serve a capire il presente e ad aprire una finestra sul futuro. Non a caso, per venire ai giorni nostri, due capitoli del libro – sempre in tema di guardiani del potere – sono riservati ai Carabinieri e ai Servizi segreti.
«Nella storia tutte le forme di potere (clan, imperi, istituzioni religiose o politiche) – si legge nella presentazione – si sono dotate di un corpo scelto di propri guardiani che ne garantiscono la difesa e la perpetuazione. Accade però che le finalità istituzionali cedano il passo a quelle di casta, che il prestigio guadagnato con la fedeltà di molti sia compromesso dai crimini di pochi, fattisi esperti di ricatto, corruzione, trame politiche e d’alcova. Tutti i ‘guardiani’, militari e non militari – siano essi eunuchi, pretoriani, giannizzeri, carabinieri, hackers – hanno capito che per mantenere il controllo sul potere non è necessario assumerlo direttamente: basta infiltrarsi e brigare tra la sfera pubblica e quella privata, tra sicurezza interna ed esterna, governo centrale e amministrazione locale, ideologia e prassi, etica e abuso. Ma non è detto che funzioni per sempre».
Al dibattito fiorentino – moderato da Carlo Corbinelli e con il saluto di Francesco Butini presidente degli Amici dello Stibbert – hanno partecipato l’onorevole Francesco Bosi (già sottosegretario alla Difesa) e il giornalista Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa.
«Massima stima e apprezzamento per i Carabinieri – ha precisato Mini incalzato anche dalle domande del pubblico – vedo però che sono ‘condannati’ ad espandersi. Per questo auguro loro ancora secoli di gloria, come nei loro primi 200 anni, ma raccomando giudizio». E alla domanda se, a suo parere, sono maturi i tempi per cui all’Arma dei Carabinieri possa – al pari di Esercito, Marina e Aeronautica – essere affidato il comando dello Stato Maggiore della Difesa, la risposta di Mini è stata ferma: «Ancora no».
Nel suo intervento l’onorevole Bosi ha sottolineato, riprendendo la tematica del libro, come «il rischio di intrusione da parte dei guardiani del potere nella gestione del potere stesso cade se la politica e le istituzioni sono forti e soprattutto autorevoli». Da parte sua Gaiani ha, tra l’altro, evidenziato che la storia insegna anche come un guardiano sia sempre spendibile quando il potere ha bisogno di un capo espiatorio. Guardiano mestiere difficile dunque.
La «carrellata su fatti e misfatti dei corpi scelti, siano essi eunuchi, templari o carabinieri – osserva in una nota il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani – attraversa secoli e continenti offrendo spunti attuali su cui riflettere«. «Non è un saggio storico quello che ci consegna il generale Mini. È, piuttosto, un compendio ragionato di curiosità storiche, suggestioni e spunti che si legano perfettamente al presente. Attraverso la narrazione di personaggi veri e fatti realmente accaduti, anche se arbitrariamente connessi, Mini lancia interrogativi che, se non sempre ricevono una risposta, hanno il merito di suscitare altre domande».
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