Osservatore Libero

Sanfelice di Monteforte: «Il mare è la carta vincente del futuro»

Guerra e mare

Guerra e mare

Ammiraglio Ferdinando Sanfelice di Monteforte

Ammiraglio Ferdinando Sanfelice di Monteforte

FIRENZE – «La società occidentale arriverà presto al limite dello sviluppo, se si limiterà ad usare le risorse terrestri. Solo sviluppando nuovi settori economici legati alle vie marittime si può sperare in una crescita vera e duratura». Lo ha detto a Firenze l’8 aprile l’ammiraglio di squadra Ferdinando Sanfelice di Monteforte, durante un dibattito presso il Consiglio Regionale della Toscana, dove è stato presentato il suo volume «Guerra e mare, Conflitti, politica e diritto marittimo» (Mursia Editore 2015).

È l’analisi di un panorama politico e culturale che non esclude rischi e contese, perché – come scritto anche nella prefazione del volume – «il mare non è mai calmo. Non lo è mai stato». E perché «oggi come nel passato le distese marine sono il confine su cui si giocano la pace e il benessere dei popoli. La storia insegna che chi controlla il mare controlla la terra».

L’ammiraglio Sanfelice di Monteforte di mari ne ha navigati molti, nei suoi 46 anni di carriera nella Marina Militare Italiana conclusa nel 2008 come Rappresentante militare italiano alla Nato e alla Ue. Oggi, ancora più che nel passato, «il mare è il trionfo dell’anarchia, non solo per la pirateria ma anche per i flussi di immigrazione diventati una vera e propria arma marittima». Per questo la presenza navale, a presidio della sicurezza di tutti, deve mantenersi a livelli adeguati ed efficienti. Ma ad una unica e irrinunciabile condizione: avere una credibile capacità di azione.

Nel libro «Guerra e mare» si analizzano situazioni storiche ma anche momenti degli anni che stiamo vivendo, dove prende sempre più campo il concetto di «guerra asimmetrica» come quella terroristica, lontana da quella tradizionale che nella storia ha sempre visto schieramenti contrapposti sul medesimo campo di battaglia. Significativi e di facile consultazione anche i capitoli, utilissimi per studiosi e appassionati: da «Il concetto di guerra» a «Gli spazi sovrani», da «Le guerre del commercio e i neutrali» a «Le regole della guerra navale», dal «Disarmo attuale» al «Mar Nero e la questione degli stretti», da «La pirateria» alla «Tratta degli schiavi» fino alle attualissime «Minacce asimmetriche».

Al convegno alla Regione Toscana ha portato il saluto il Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, che ha tra l’altro osservato come «l’occidente deve riflettere sugli sbagli commessi in passato nell’azione politica verso i paesi del Mediterraneo». Il dibattito, moderato dal colonnello dei carabinieri (ris.) Carlo Corbinelli, è stato aperto da Francesco Butini, presidente dell’Associazione Amici del Museo Stibbert, promotrice dell’iniziativa.

Tra gli ospiti della serata il professor Luciano Bozzo, docente di Relazioni Internazionali all’Università di Firenze, che ha tra l’altro osservato come «la strategia navale oggi ha più senso di qualche decennio fa, intesa anche come cultura marittima. Che non vuol dire solo dimensioni di una flotta». Gli ha fatto seguito il giornalista Gianandrea Gaiani, secondo il quale l’Italia ha la capacità (e la necessità) di esprimere un potere navale. L’importante – ha sottolineato – è come questo viene percepito all’esterno. Se offriamo un’immagine di debolezza, rischiamo di perdere credibilità senza appello.

Chi è Ferdinando Sanfelice di Monteforte: scheda 

 

Un momento del dibattito presso la sede del Consiglio Regionale della Toscana

 

Exit mobile version