Osservatore Libero

Arno, otto secoli di inondazioni. Un libro le racconta

La sala del Gonfalone di Palazzo Panciatichi mentre parla il presidente Eugenio Giani

La sala del Gonfalone di Palazzo Panciatichi mentre parla il presidente Eugenio Giani

FIRENZE – Un viaggio lungo la storia dell’Arno e delle sue inondazioni: almeno 60 alluvioni in circa 800 anni in Toscana. Otto secoli di confronto tra il territorio e il suo fiume, che se da un lato consente lo sviluppo dell’economia, dall’altro tenta periodicamente – con le sue piene – di riappropriarsi di quanto l’uomo cerca di sottrargli.

Questo il filo conduttore del volume «Il fiume Arno. Storia sconosciuta della mitigazione delle piene» presentato oggi 13 aprile a Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio Regionale della Toscana. L’autore è Matteo Isola, un giovane ingegnere trentenne di Pistoia, specializzato in Idraulica e nelle metodologie di indagine per il miglioramento della gestione delle risorse idriche e della protezione dal rischio idraulico.

Matteo Isola e a destra Arrigo Rispoli

È lui il vincitore di una Borsa di studio messa a disposizione dal 2071° Distretto (Toscana) del Rotary International, grazie alla quale Isola ha potuto realizzare l’indagine storica e la sintesi di esondazioni e opere di difesa che l’uomo ha costruito negli anni nel tentativo di mitigarne le conseguenze.

Tutto questo nell’anno del 50° anniversario della tragica alluvione di Firenze del 1966. Quella che – ha ricordato il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani nel suo saluto – portò a Firenze oltre 4300 metri cubi di acqua al secondo, quando la portata delle arcate del Ponte Vecchio supera di poco i 3000 metri cubi al secondo. Una situazione che – ha osservato Giani – potrebbe ancora ripetersi, anche se sono stati portati avanti opere di contenimento, quali il lago di Bilancino, casse di espansione nella zona di Figline Valdarno e il rialzamento delle dighe di Levane e La Penna nel Valdarno Superiore. Queste ultime erano state a suo tempo indicate tra le «corresponsabili» dell’alluvione a Firenze del 1966. Ma – ha osservato lo stesso ingegner Isola autore del libro – «c’è da ricordare che su circa 400 milioni di metri cubi d’acqua arrivati a Firenze (80 dei quali uscirono dagli argini) non più di 20 milioni erano quelli che potevano essere pervenuti a causa dello straripamento dalle due dighe».

Quattro i capitoli principali del libro, arricchiti da un’interessante e puntuale documentazione fotografica: Dai trabocchi allo scolmatore, Arno e il Casentino», Le bonifiche e l’Arno, I Fiorentini e le alluvioni. Il volume non è in commercio, ma – ha assicurato il past governor del Rotary Arrigo Rispoli tra i promotori della Borsa di Studio – sarà presto usufruibile gratuitamente on-line sul sito web del Distretto Rotary 2071.

«A 50 anni dall’alluvione che il 4 novembre 1966 interessò gran parte del bacino dell’Arno, – hanno commentato lo stesso Rispoli e il Governatore distrettuale in carica Mauro Lubrani – Il Rotary, sempre sensibile ai problemi del territorio, ha ritenuto opportuno che tali interventi, che fanno parte della storia della città di Firenze e della Toscana, siano ben documentati e messi a disposizione non solo degli studiosi ma anche dell’intera popolazione».

«Quella dell’alluvione del ’66 – ha sottolineato il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani – è la storia non solo di un disastro naturale, ma anche la storia di solidarietà umana, del recupero di un patrimonio artistico inestimabile e di una mobilitazione senza precedenti. Una storia che coinvolse non solo Firenze ma tutta la Toscana devastando città importanti. Ma a cinquant’anni di distanza, affinché il ricordo di questa data non sia solo una sterile rievocazione, è necessario che si renda evidente che allora fu larga parte della Toscana ad essere sommersa dalle acque».

«È importante – ha concluso Giani – avviare un percorso partecipato di raccolta della memoria per promuovere la cultura del territorio, del diritto all’ambiente, di uno sviluppo che non invada spazi che, per sua natura, l’uomo deve assolutamente proteggere. Pena ulteriori disastri per le persone, le attività economiche e i beni culturali. Proprio per questo motivo iniziative e pubblicazioni come questa del Rotary rappresentano un importante contributo di conoscenza su un fiume ricco di storia».

 

Il libro sarà disponibile on-line

 

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