Osservatore Libero

La primavera 2016 è arrivata, le rondini no

Rondini in volo

Sono sempre meno le rondini in volo

FIRENZE – C’è un assente illustre in questa primavera 2016, anticipata e a tratti quasi estiva: le rondini. Il contrario esatto di quello che un tempo si diceva: «una rondine non fa primavera». Un altro proverbio l’attendeva per San Benedetto, il 21 marzo, quello della «rondine sotto il tetto». Ma la realtà cambia rapidamente e anche quest’anno le rondini arrivano con il contagocce.

CIELO – Ai nostri giorni non c’è molto tempo per alzare gli occhi verso il cielo e ascoltare le voci della natura. Tablet, smartphone, connessioni web, televisione, guida in auto a finestrini sbarrati assorbono la maggior parte del nostro tempo e della nostra attenzione. Non solo in città ma anche in campagna. Ma se ci fa più attenzione, magari per qualche raro momento, è davvero molto difficile sentire garrire le rondini e vederle rincorrersi giocosamente nell’aria anche a poca altezza dal terreno.

CALO – Il fenomeno non è nuovo, ma il problema è che il trend non migliora. L’ European Bird Census Council ha stimato un calo complessivo del 9% in Europa nel periodo 1990-2006. Un più recente studio di settore di ornitologia identifica con un calo del 12%, nel periodo 2001-2011, l’andamento di popolazione della rondine (Hirundo rustica) nidificante in Italia. Ancora peggio, -25%, quella del balestruccio (Delichon urbicum) un migratore più piccolo della stessa famiglia delle rondini.

In un nido di rondini i piccoli attendono il cibo

NIDO – Non è facile fare un «censimento» analitico, ma il problema di fondo è che un sempre maggior numero di nidi restano vuoti. Proprio quei nidi che le rondini hanno costruito pazientemente per settimane, come fosse la loro «casa per la vita». Solo lì nidificano e ogni anno cercano di tornarvi. Proprio nello stesso posto, riconosciuto anche a distanza di migliaia di chilometri. In Africa non nidificano, lo fanno in Europa, a «casa» loro.

RISCHI – Non siamo a livelli di allarme, né la rondine è (ancora) un uccello a rischio estinzione. Ma l’attenzione e il monitoraggio sono necessari. Le cause? Molteplici e non di facile soluzione. In primo luogo sotto accusa sono i pesticidi e le sostanze inquinanti che si trovano sul terreno, nell’acqua e nell’aria. In Europa come (probabilmente in misura maggiore) in Africa. La rondine non è un animale onnivoro: si nutre solo ed esclusivamente di insetti. Se questi sono già «infettati» da pesticidi, il problema si riversa sulla rondine. Che non riesce più ad avere la forza per affrontare l’annuale migrazione da nord-est verso sud-ovest e viceversa, perdendosi lungo il percorso o ancora peggio non riuscendo ad alzarsi in volo. Di fatto muore avvelenata.

INSETTI – La funzione «insetticida naturale» della rondine è fondamentale. Si ciba, tra l’altro, di mosche, zanzare, tafani e pappataci. Tutti insetti molto spesso nocivi per l’uomo e che vengono così eliminati (a migliaia per volta) senza bisogno di ricorrere a sostanze spray, altrettanto nocive specie per anziani e bambini.

CLIMA – Altra causa del calo delle rondini è riconducibile alla sempre maggiore variazione climatica. L’aumento delle temperature del pianeta è ormai un dato accertato. Anche questo indebolisce la forza degli uccelli di affrontare la lunga migrazione, che dura almeno un mese, soste comprese per nutrirsi di acqua e cibo. Già negli anni scorsi si è assistito ad calo del flusso migratorio dall’Africa. Milioni di rondini che in inverno si rifugiano nei paesi africani a sud del Sahara, fanno sempre più fatica a tornare verso il loro nido in Europa. Solo lì nidificano e ogni anno cercano di tornarvi. Proprio nello stesso posto, riconosciuto anche a distanza di migliaia di chilometri. Quasi le rondini avessero un Gps incorporato.

PREVENZIONE – E qui c’è la terza causa, non meno importante, sul calo di rondini: la sparizione dei nidi. Sono piccoli capolavori della natura, fatti di fango e arbusti impastati tra loro. Pazientemente costruiti settimana dopo settimana dalle rondini, si trovano normalmente sotto tettoie e porticati. Non solo in campagna ma anche in città. All’uomo però danno fastidio. Secondo qualcuno sporcano e imbrattano. La legge proibisce di rimuoverli, ma non sempre viene rispettata. I controlli non mancano da parte degli enti locali e della Forestale: «Quella che è necessaria è un’azione preventiva di educazione ambientale ad ogni livello – commenta il vice questore aggiunto del Corpo Forestale, Giovanni Quilghini, capo ufficio territoriale per la Biodiversità di Pratovecchio (Arezzo) – perché il nostro intervento sanzionatorio, quando ormai il danno è consumato, non porta aiuto a nessuno». La rondine non trova più la sua casa, non può più nidificare, la sua vita si interrompe. E allora sarà inutile stupirsi se non la sentiremo più garrire sopra i nostri tetti. E se gli insetti nocivi faranno festa.

 

PER SAPERNE DI PIÙ

Leggi Conosciamo la rondine, di Barbara Cursano

 

Una rondine può impiegare settimane a costruire il suo nido

 

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