Osservatore Libero

Al via il 79° Maggio Musicale Fiorentino: «Iolanta» la prima delle opere

Una scena dI Iolanta (foto da Opera di Firenze)

Una scena dI Iolanta (foto da Opera di Firenze)

FIRENZE – Si inaugura con «Iolanta», l’ultima opera Čajkovskij, il cartellone operistico del 79° Maggio Musicale Fiorentino. Andrà in scena all’Opera di Firenze dal 28 aprile al 5 maggio 2016, con la regia di Mariusz Treliński. Due le altre opere in scena quest’anno: la prima rappresentazione mondiale di «Lo Specchio magico» di Fabio Vacchi (in programma sabato 7 maggio) e «Albert Herring» di Benjamin Britten, dal 21 al 31 maggio.

Il programma complessivo del 79° Maggio (serata di gala inaugurale il 24 mag con concerto di Zubin Mehta) comprende opere e concerti fino al 4 luglio, quando si svolgerà l’atteso concerto extra festival dell’Orchestra filarmonica di San Pietroburgo diretta da Jurij Temirkanov. Scarica qui elenco completo delle manifestazioni con date e orari.

Sull’opera di apertura «Iolanta», il coordinatore artistico del Maggio Pierangelo Conte afferma che la recita «s’inserisce nel filone della nostra proposta artistica che ha sempre guardato con particolare attenzione verso le opere di rara rappresentazione e in particolare verso la produzione musicale russa». In questo Festival – prosegue Conte – «oltre a rispettare il nostro impegno a rappresentare opere che si distinguono per rarità di produzione a commissionare opere nuove come nel caso dello Specchio magico, con Iolanta abbiamo voluto offrire la possibilità al pubblico di confrontarsi con il lavoro di un affermatissimo regista, Mariusz Treliński, un assoluto protagonista nella scena mondiale ma pochissimo presente nei cartelloni operistici in Italia, con il quale stiamo discutendo di progetti futuri a Firenze».

La scena, che il libretto ambienta in un castello di caccia della Provenza di fine ‘400, tra roseti e dame e cavalieri, è stata trasfigurata dallo scenografo Boris Kudlička in una stanza dalle pareti aperte, con appesi i teschi dei cervi uccisi, circondata da un bosco spettrale dove gli alberi sono sradicati: una metafora della condizione di Iolanta, la figlia del re René, che «vive celata in questo luogo con la sua vecchia nutrice […] quasi dal giorno della sua nascita», come cantano il guardiano del castello e la moglie. Una prigione dorata, un castello inaccessibile se non a persone autorizzate e avvertite che «in sua presenza occorre guardarsi dal menzionare la luce e la bellezza di tutto ciò che vedono i nostri occhi».

A cambiare il mondo di Iolanta la quale non sa di essere cieca e non conosce l’esistenza del senso della vista e che è tenuta letteralmente – è proprio il caso di dirlo – all’oscuro di tutto, è il giovane cavaliere Vaudemont che riesce a entrare di nascosto nelle sue stanze. Chiedendo come pegno d’amore una rosa rossa e ricevendone una bianca, Vaudemont comprende la sua cecità le rivela l’esistenza della luce e dei colori, sconvolgendone la vita. Il re condanna a morte il cavaliere, che si dichiara pronto a sposarne la figlia, mentre un medico arabo cerca di curarla. L’amore per il giovane rende efficaci le cure, donandole la vista e permettendole di sposarlo.

La trama si presta a una serie di intrecci psicologici e interrogativi inquietanti: la segregazione imposta alla giovane con il pretesto di proteggerla dal mondo esterno, la mistificazione della realtà con il pretesto dell’amore, l’alienazione dei rapporti tra padre e figlia sono elementi che vengono approfonditi dalla regia, suggeriti dalla scenografia e dalle luci.

 

Iolanta(Иоланта) Opera in un atto

Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij

Libretto di Modest Il’ič Čajkovskij tratto dal dramma in versi Kong Renés Datter (La figlia del re René) di Henrik Hertz

Allestimento del Metropolitan Opera House e Teatr Wielki Opera Narodowa

Cantata in russo con sovratitoli in italiano e inglese

 

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