Trovato impiccato il marito della donna uccisa a Firenze. Ma il caso non è chiuso

Sulle rispettive morti dei coniugi Benelli saranno determinati le risultanze del Ris dei Carabinieri

Sulle rispettive morti dei coniugi Benelli saranno determinati le risultanze del Ris dei Carabinieri

FIRENZE – La moglie Annalisa Bartolini era stata trovata morta imbavagliata nella sua abitazione di Firenze giovedì scorso 21 aprile. Oggi domenica 24 aprile è stato trovato morto impiccato il marito Luigi Benelli di 71 anni. La tragica svolta alle indagini sul primo episodio è avvenuta intorno alle 18,30 dentro un casotto in legno e lamiere all’interno di un terreno di proprietà del figlio Fabrizio, in via Borro di San Giorgio all’Antella nel comune di Bagno a Ripoli, all’immediata periferia sud di Firenze.

BIGLIETTO – È stato lo stesso Fabrizio (46 anni, figlio maggiore dei coniugi Benelli) a fare la macabra scoperta e a dare l’allarme al 118 e ai Carabinieri. Non aveva notizie del padre da ore ed è andato a cercarlo. Nella baracca c’era il suo corpo ormai senza vita. Accanto è stato trovato un biglietto, scritto a mano, «il cui contenuto – riferiscono i Carabinieri – è da considerare una sostanziale ammissione dell’omicidio della moglie». Nello stesso biglietto l’uomo avrebbe chiesto scusa e perdono alla famiglia, prima di quello che appare alle prime risultanze un suicidio.

INDAGINI – Il caso è chiuso? No. Le indagini vanno avanti. In primo luogo c’è l’autopsia (prima della moglie e ora anche quella del marito) che dovrà chiarire con certezza le cause delle rispettive morti dei due coniugi. E poi non è ancora chiaro il movente dell’omicidio della signora Bartolini: si parla di motivazioni economiche, ma è solo un’ipotesi ancora tutta da definire.

IPOTESI RAPINA – Il delitto era avvenuto nella mattina di giovedì 21 all’interno dell’appartamento in via Svizzera nella zona di Viale Europa, dove abitavano i coniugi Benelli e il figlio minore Lorenzo di 35 anni. Era stato proprio lui – rientrando a casa – a trovare la madre priva di vita e imbavagliata, raggiunto poco dopo dal padre Luigi. Quest’ultimo aveva riferito ai Carabinieri del Reparto Operativo di Firenze, che si occupano delle indagini coordinate dal pm Tommaso Coletta, che dall’appartamento erano spariti alcuni gioielli e che tutte le stanze erano in disordine. Come dire: una rapina finita tragicamente. Il fatto è che il corpo della donna non presentava segni di violenza né era legata ai polsi. Nessuna effrazione o scasso alla porta d’ingresso. Segno che la donna aveva aperto la porta al suo assassino o che quest’ultimo aveva le chiavi di casa.

SOSPETTI – Sulla odierna morte per suicidio di Luigi Benelli gli inquirenti sono portati a ritenere che l’uomo avesse ormai capito i sempre maggiori sospetti su di lui e che a breve avrebbe potuto rispondere a precise contestazioni in merito alla sua versione dei fatti. Intanto proseguono anche gli accertamenti del Ris, il Reparto Investigazioni Scientifiche di Roma dei Carabinieri, sul nastro adesivo trovato sul volto della signora Bartolini e che potrebbe contenere la «firma» dell’omicida.

 

AGGIORNAMENTO 26 apr 2016 ore 20: MORTA PER STRANGOLAMENTO

Sarebbe morta per strangolamento la signora Annalisa Bartolini. È quanto appare dall’autopsia eseguita oggi 26 aprile presso l’Istituto di Medicina Legale di Firenze. L’0micida l’avrebbe strangolata con le mani, provocando anche la frattura dell’osso ioide che si trova alla radice della lingua. Secondo la nuova ricostruzione dei carabinieri del Reparto Operativo di Firenze, la Bartolini sarebbe stata prima strangolata, e solo successivamente, quando era già priva di vita o stava per morire, imbavagliata con un grosso nastro adesivo. Tutto questo allo scopo di inscenare una rapina finita male.

Le indagini comunque continuano anche dopo il ritrovamento del corpo del marito Luigi Benelli, che si sarebbe impiccato dopo aver lasciato un biglietto dove avrebbe indirettamente ammesso la sua responsabilità sulla morte della moglie. In particolare si attendono le risposte del laboratorio del Ris di Roma circa le impronte eventualmente lasciate sul nastro adesivo intorno al volto e al collo della vittima.

 

 

 

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