Venezia, la Finanza dà la caccia ai furbetti degli affitti turistici

Guardia di Finanza e Polizia Municipale contro i furbetti a Venezia

Guardia di Finanza e Polizia Municipale contro i furbetti a Venezia

VENEZIA – Affittacamere e B&B non in regola nel mirino della Guardia di Finanza a Venezia. Offerte di location turistiche nei punti più suggestivi della laguna postate su noti social network, dai proprietari di immobili, albergatori di fatto ma sconosciuti al fisco. Un giro d’affari da circa 108 euro a notte (questo il prezzo medio degli incassi) che avrebbe portato oltre 10 milioni di presenze in città nel solo 2015.

Martedì 17 maggio l’epilogo dell’operazione «Venice Journey», in collaborazione con la Polizia Locale, che ha dato all’avvio di specifici controlli fiscali nei confronti di 14 soggetti considerati evasori totali. Per alcuni di loro sono stati effettuati anche controlli domiciliari disposti dalla Procura della Repubblica. I ‘furbetti’ finora individuati sono risultati gestori di oltre 100 appartamenti a scopi turistici, totalmente sconosciuti al fisco ed alla banca dati comunale sull’imposta di soggiorno.

Non solo, ma sono state contestate violazioni amministrative ad ulteriori 15 soggetti non in regola con la normativa regionale e comunale in materia turistica. Dal settembre 2015, nei confronti di circa 1.200 soggetti monitorati, sono stati complessivamente constatati ricavi non dichiarati per circa 2 milioni di euro, con Iva dovuta pari a circa 200.000 euro. Sono state, inoltre, contestate irregolarità e/o mancato versamento dell’imposta di soggiorno per circa 120.000 euro e sono state elevate sanzioni amministrative per mancata comunicazione di locazione turistica per circa 60.000 euro.

L’indagine, iniziata nell’autunno 2015, è partita da controlli effettuati sul web. Gli specialisti delle Fiamme Gialle hanno creato un programma informatico, denominato «Domus Network», che consente di leggere in maniera sistematica le diverse offerte di appartamenti in locazione turistica presenti nelle community gestite dalle piattaforme più diffuse al mondo. L’applicativo, scandagliando periodicamente la rete, «cattura» i dati presenti sulle piattaforme informatiche e li memorizza in un apposito database, consentendo di selezionare i singoli locatori e di associare loro gli appartamenti offerti in affitto ai turisti, con tanto di prezzi e feedback ricevuti dai clienti.

Da qui una task-force di finanzieri veneziani ha selezionato e sottoposto a controllo, a partire dall’autunno 2015, le posizioni di proprietari di interi immobili e/o singoli appartamenti. Si è arrivati così alla scoperta di un sistema di economia sommersa – come in molte città italiane – di locazioni «a nero» di appartamenti e stanze ad uso esclusivamente turistico. Tutto questo grazie anche a sopralluoghi e questionari inviati agli «inquilini» degli immobili turistici nonché all’incrocio con la banca dati dell’imposta di soggiorno, gestita dal Comune di Venezia, e con i dati messi a disposizione dalla Regione Veneto – Dipartimento del Turismo, sulle attività turistiche in città.

Sarà un caso, ma da quando sono iniziati questi tipi di nuovi controlli della Finanza a Venezia (periodo settembre 2015 – aprile 2016) sono aumentate del 517%, si è riscontrato un aumento del 517% le registrazioni delle strutture ricettive qualificate come «locazioni turistiche» censite dal Comune di Venezia. I furbetti cominciano a diminuire.

 

Controlli a tappeto nel centro storico veneziano

Controlli a tappeto nel centro storico veneziano

 

 

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Sandro Addario

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