Omicidio Ashley Olsen: a processo il 14 luglio il senegalese Diaw Cheik Tidiane

La bara di Ashley Olsen portata dai «Bianchi» del Calcio Storico Fiorentino

La bara di Ashley Olsen portata dai «Bianchi» del Calcio Storico Fiorentino

FIRENZE – Giudizio immediato per il senegalese Diaw Cheik Tidiane accusato di aver ucciso l’8 gennaio 2016 a Firenze la giovane americana Ashley Olsen di 35 anni. La prima udienza del processo si terrà il 14 luglio 2016 davanti alla Corte d’Assise di Firenze, nell’aula bunker di via Paolieri.

PROVE – Lo ha deciso il Gip del Tribunale fiorentino Matteo Zanobini, accogliendo integralmente la richiesta della Procura della Repubblica di Firenze avanzata in data 23 maggio, dopo che il Tribunale del Riesame aveva respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dalla difesa del giovane senegalese. Il «decreto di giudizio immediato» è previsto dal codice di procedura penale quando si ritengono particolarmente fondate le prove di colpevolezza di un imputato e consente di accelerare l’iter giudiziario, saltando così la fase del dibattimento davanti al Gup, il giudice dell’udienza preliminare.

I familiari di Ashley

I familiari di Ashley Olsen

FAMILIARI – «La notizia dell’inizio del processo ha trovato la piena soddisfazione dei familiari della signorina Ashley Olsen – ha commentato il loro legale avvocato Michele Capecchi – che hanno apprezzato non solo la celerità della giustizia italiana ma soprattutto la conferma che le indagini svolte da magistratura e polizia hanno costituito un valido impianto accusatorio». A quanto si apprende sia il padre della ragazza uccisa, il professor Walter Olsen, che la madre Paula Guyton e la sorella Gabrielle saranno presenti a Firenze per l’apertura del processo, dove – ha confermato l’avvocato Capecchi – «si costituiranno parte civile per poter offrire tutto il loro supporto alle tesi accusatorie della Procura della Repubblica».

DIFESA – Diaw Cheik Tidiane, 27 anni, è attualmente detenuto presso la Casa circondariale di Sollicciano a Firenze. I suoi difensori ne avevano chiesto invano la scarcerazione per due volte: la prima nel marzo scorso al Gip, la seconda in appello al Tribunale del Riesame. Quest’ultimo, valutando i motivi cautelari e non di merito della colpevolezza o meno dell’imputato, ha sentenziato nei giorni scorsi che, per la quantità di elementi probatori raccolti e il pericolo di fuga, il carcere è «l’unica misura idonea ad impedire la reiterazione di delitti della medesima specie di quello per cui si procede».

ACCUSA – Di cosa è imputato Diaw Cheik Tidiane? Di aver provocato – si legge negli atti di accusa – «la morte di Olsen Ashley, colpendola, mentre la stessa si trovava all’interno dell’abitazione sita in Firenze via Santa Monaca 3, in un primo momento con colpi alla testa facendola cadere due volte al suolo, fratturandole così la teca cranica e procurandole due traumi (di per sé sufficienti a cagionarne la morte) nonché successivamente strangolandola, determinando così con la sua condotta la morte per arresto cardiorespiratorio acuto e irreversibile secondario ad asfissia meccanica acuta da strozzamento (….) Con le aggravanti di aver approfittato di circostanze di tempo e persona (luogo chiuso e vittima di sesso femminile, più esile e assuntrice di stupefacenti e alcool) e di aver agito con crudeltà (aver strozzato la vittima quando la stessa, in seguito al trauma cranico subito, era verosimilmente incosciente ed incapace di difendersi).

RITO ABBREVIATO – Ora, dopo la notifica della decisione del giudizio immediato firmata dal Gip il 24 maggio 2016, l’imputato ha 15 giorni di tempo per chiedere il rito abbreviato e l’applicazione di una pena ridotta. Un’ipotesi in queste ore all’esame dei suoi avvocati.

 

Ashley Olsen e Diaw Cheik Tidiane

Ashley Olsen e Diaw Cheik Tidiane

 

 

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Sandro Addario

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