Osservatore Libero

Marina Militare: oltre 150 mila migranti salvati in Mediterraneo nell’Operazione Mare Sicuro

L'ammiraglio Filippo Maria Foffi mentre parla ai marinai di Mare Sicuro. A sin. il nuovo comandante dell'operazione Alberto Maffeis, a destra il contrammiraglio Salvatore Vitiello

L’ammiraglio Filippo Maria Foffi mentre parla ai marinai di Mare Sicuro. A sin. il nuovo comandante dell’operazione Alberto Maffeis, a destra il contrammiraglio Salvatore Vitiello

AUGUSTA (Sr) – Sono oltre 150 mila i migranti tratti in salvo nel Mediterraneo nel corso dell’Operazione Mare Sicuro (Oms), condotta dalla Marina Militare e da unità della Guardia Costiera. Un bilancio importante di vite umane salvate in poco più di un anno (molte prese a bordo anche da mercantili e consegnate alle navi militari) da quando nel marzo 2015 è stata avviata la nuova operazione di tutela degli interessi nazionali nell’area del Mediterraneo centrale e per assicurare adeguati livelli di sicurezza marittima alle navi italiane in transito. Un’analogia, non troppo lontana, con l’Operazione «Strade Sicure» gestita dall’Esercito sul territorio nazionale, per il controllo di obiettivi sensibili e in assetto anche antiterrorismo.

Lo stesso tipo di minaccia può avvenire in mare, soprattutto nel Mediterraneo (la nostra vera frontiera a sud) dove si aggiunge il traffico di migranti, veri ostaggi di una criminalità sempre più globale, in arrivo dalle coste nordafricane a bordo di imbarcazioni di fortuna e il più delle volte lasciati al loro destino in mezzo al mare.

Il bilancio di queste attività è stato fatto oggi 17 giugno ad Augusta, in occasione del cambio di comando dell’Operazione Mare Sicuro. Il nuovo comandante è il capitano di vascello Alberto Maffeis (con il grado funzionale di contrammiraglio) attuale capo delle Forze da pattugliamento per la sorveglianza e la difesa costiera che subentra al contrammiraglio Salvatore Vitiello comandante la Terza Divisione Navale. Una cerimonia – alla quale era presente l’ammiraglio di squadra Filippo Maria Foffi comandante in capo della Squadra Navale (Cincnav) – che si è svolta sul ponte di Nave Bergamini, una delle nuove Fremm (Fregata Europea Multi Missione) in grado di fronteggiare, a differenza delle Fregate precedenti, ogni settore di minaccia: aria, superficie e subacqueo.

L’ammiraglio Foffi ha espresso il suo compiacimento e il suo grazie a tutti i marinai impegnati nella missione. Tra i tanti episodi di ordinario coraggio e silenzioso servizio quello recente del 25 maggio 2016 nel canale di Sicilia dove il pattugliatore Bettica e la stessa Fremm Bergamini sono intervenute per salvare centinaia di persone alla deriva in un barcone, che si è poi rovesciato. «Il vostro rapido intervento – ha detto tra l’altro l’ammiraglio Foffi rivolto agli equipaggi – con marinai che si sono anche tuffati in mare ha permesso di salvare un numero davvero insperato di persone, anzi di esseri umani, che avevano la speranza in una vita migliore. Voi siete stati lo strumento operativo e umano perché tutto questo potesse davvero accadere». Marinai dunque che, come tanti colleghi in altre attività di soccorso, non ci hanno messo solo la testa e le braccia, ma soprattutto il cuore.

Ventidue sono le unità navali che si sono alternate durante i quattro mesi di comando del contrammiraglio Vitiello, periodo durante il quale sono stati impiegati 2.900 militari, con una presenza giornaliera in mare continuativa media di circa 800 persone. Un totale di 15.800 ore di «moto» (di navigazione n.d.r.), a cui si aggiungono le 390 ore di volo degli elicotteri imbarcati.

L’operazione Mare Sicuro nel Mediterraneo (omonima ma non la stessa di quella delle Capitanerie di Porto lungo tutte le coste italiane nel periodo estivo a tutela di spiagge e natanti) si affianca all’operazione EunavforMed, anch’essa a guida italiana ma attivata a livello europeo con la partecipazione di 24 nazioni. Compito principale dell’operazione è interdire il network delle reti criminali associato al traffico e sfruttamento di migranti attraverso il Mediterraneo e ridurre il flusso migratorio via mare, a un livello tale da poter esser gestito con le capacità intrinseche degli stati costieri. Tutto questo in conformità al diritto internazionale applicabile. Che in pratica vuol dire, per chi fatica a capirlo, che un uomo in mare va sempre e comunque salvato. Donne e bambini compresi.

 

La nuova Fregata Bergamini in navigazione

 

Un salvataggio in mare di maigranti, tra cui donne e bambini (Foto Marina Militare)

 

 

 

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