Caso Magherini: «Ora basta la gogna mediatica contro i carabinieri»

Il palazzo di Giustizia di Firenze

Il palazzo di Giustizia di Firenze dove si è svolto il processo Magherini

FIRENZE – «Condannati in primo grado, ma ora basta con la gogna mediatica». Non ha dubbi l’avvocato Simona Volpi, uno dei legali dei tre carabinieri che il Tribunale di Firenze ha ieri 13 luglio ritenuto responsabili di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, deceduto per arresto cardiorespiratorio durante le fasi del suo arresto avvenuto nella notte tra il 2 e 3 aprile 2014 in Borgo San Frediano a Firenze. Due hanno avuto una condanna a 7 mesi, il terzo a 8 mesi con la sospensione della pena. Quasi il minimo per un reato della specie.

«Hanno aspettato in silenzio per oltre due anni la fine del processo – dice l’avvocato Volpi incontrando i giornalisti il giorno dopo la sentenza – ma ora è giunto il momento di dire basta al linciaggio di cui questi tre militari sono stati oggetto». Il riferimento è al «processo mediatico» messo su dalle parti civili «che ha fatto di questi carabinieri veri e propri mostri agli occhi dell’opinione pubblica, prima ancora che cominciasse il processo nella sua sede naturale».

«Ci sono stati atti processuali (tra cui video, foto, registrazioni di telefonate) finiti rapidamente sui media e soprattutto sui social network. Tutto questo perché erroneamente si ritiene l’opinione pubblica un parametro per avere giustizia. Secondo il principio, tutto da verificare, per cui se c’è una vittima ci deve essere per forza un carnefice». Ma il dito puntato del legale dei tre carabinieri è in particolare sul Gruppo di Facebook «Gli amici del Maghero» (15 mila membri) i cui amministratori sono il padre, il fratello e uno zio di Riccardo Magherini. «Minacce e insulti non si contano da più di due anni. Molti di questi a nostro avviso configurano veri e propri atti persecutori, verso chi quel giorno non è certo uscito in servizio dalla caserma per ammazzare qualcuno».

«Tra le tante cose non vere è stato anche detto – aggiunge il legale – che erano stati trasferiti d’ufficio da Firenze dall’Arma per punizione. Niente di tutto questo. Sono stati loro a chiedere d’iniziativa un trasferimento, per sottrarre le famiglie a minacce e pressione mediatica».

Iniziative? «Sono già state presentate due querele per diffamazione aggravata, minacce e per omesso controllo attivo e passivo sul Gruppo di Facebook – prosegue l’avvocato Volpi – che ora sono all’esame della Procura della Repubblica di Firenze. Ma non ci fermeremo. Ho inoltrato anche una diffida per chiedere la rimozione dei post offensivi verso i militari. Se l’atteggiamento non cambierà valuteremo anche una causa civile per chiedere il risarcimento dei danni morali. I tre carabinieri meritano lo stesso rispetto che loro in questi due anni hanno sempre avuto verso il dolore della famiglia per la morte di Riccardo Magherini». Ma si sono incontrati e parlati con i familiari? «Mi risulta che, tramite i legali, i carabinieri coinvolti nel caso Magherini abbiano espresso la volontà di esprimere di persona alla famiglia il loro dispiacere e le condoglianze per la morte del loro congiunto. Ma nessuno ha risposto».

 

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Firenze, condannati 3 carabinieri per la morte di Riccardo Magherini

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Sandro Addario

Sandro Addario

Commenti (2)

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    Gianfranco

    |

    La verità prima o poi viene a galla e anche in questo evento lo sarà presto.

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    Max

    |

    Sembra dunque dalla sentenza che i tre carabinieri avrebbero dovuto sapere che il soggetto che – non senza fatica (ha detto il giudice) – stavano bloccando era in
    preda a intossicazione acuta da cocaina e che la posizione prona, abitualmente
    usata in questi casi, avrebbe potuto, proprio e solo a causa di detta
    intossicazione, provocare difficoltà respiratorie. Se questa é una colpa….”

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