Fiesole, tornano alla Curia antichi libri rubati nel 2009

Da sin il sindaco Anna Ravoni, il vescovo di Fiesole Mario Meini, il capitano Lanfranco Disibio

Da sin il sindaco Anna Ravoni, il vescovo di Fiesole Mario Meini, il capitano Lanfranco Disibio

FIESOLE (Fi) – Restituiti alla Curia di Fiesole oltre cento antichi volumi a stampa (in gran parte cinquecentine e volumi del seicento) dopo un furto avvenuto nel 2009 dal Fondo Antico della Biblioteca Bandiniana di Fiesole. Il recupero delle opere è avvenuto grazie alle indagini dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze. La riconsegna ufficiale è avvenuta oggi 13 luglio presso il Seminario di Fiesole, nelle mani del vescovo di Fiesole monsignor Mario Meini. Presenti all’evento il sindaco di Fiesole Anna Ravoni e il capitano Lanfranco Disibio, comandante del Nucleo Carabinieri Tpc di Firenze.

Dei volumi sottratti a Fiesole esisteva un inventario completo che, dopo il furto, fu inserito nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, trasmesso anche alle associazioni ed istituzioni pubbliche e private di settore. Circa un anno dopo fu accertato che un negozio di Assisi aveva messo in vendita sul web alcuni libri antichi, che per titolo e caratteristiche generali corrispondevano a quelli oggetto del furto al Seminario fiesolano. Dopo un primo sequestro, successive indagini hanno permesso di identificare la maggior parte di ignari acquirenti in Italia e all’estero (Francia, Stati Uniti) e, soprattutto, di individuare il ricettatore. Si tratta di un aretino, assiduo frequentatore di fiere e mercatini. Presso la sua abitazione, veniva rinvenuta la maggior parte dei beni recuperati, molti ancora con i timbri originali, in mezzo ad una grande quantità di oggetti della più varia natura, tanto che i Carabinieri del TPC di Firenze, supportati dai colleghi di Arezzo, si videro costretti a sequestrare e sigillare, previa autorizzazione dell’A.G., una parte dell’appartamento per qualche mese, al fine di procedere alle necessarie verifiche.

Rinvenuti anche strumenti e materiali utilizzati per cancellare, coprire e/o modificare i timbri e gli altri contrassegni che identificavano la provenienza degli antichi volumi: timbri artefatti, etichette e marche tipografiche posticce su carta anticata, taglierini modificati. Le tre persone ritenute responsabili, in concorso tra loro ed a vario titolo di ricettazione, riciclaggio, illecita esportazione di beni culturali, contrabbando, sono indagati presso le Procure di Arezzo e di Perugia che, recentemente, hanno disposto la restituzione dei beni.

 

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