Tragedia di Marcinelle: Grasso va in Belgio, Mattarella in vacanza
MARCINELLE (Belgio) – C’era il presidente del Senato Pietro Grasso stamani 8 agosto a Marcinelle in Belgio per la commemorazione del 60° anniversario della tragedia nella miniera di carbone del Bois du Cazier, dove l’8 agosto 1956 morirono 136 italiani per un incendio che bloccò tutte le vie di fuga. Grasso era in rappresentanza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella («mi ha delegato a rappresentarlo» ha detto), che in quelle stesse ore era in partenza da Roma diretto a Selva di Val Gardena per una breve vacanza di Ferragosto. Altri impegni. Il ministro degli esteri Paolo Gentiloni ha invece mandato il sottosegretario Vincenzo Amendola. Il Belgio stesso non è stato da meno: il governo federale ha inviato il ministro dei Trasporti François Bellot. Il festival dei «delegati» insomma. Per fortuna c’era almeno l’ex primo ministro belga Elio Di Rupo (di origini abruzzesi) riconoscibilissimo dal suo papillon rosso, che ha affidato la sua testimonianza anche a Facebook. Silenzio assordante invece da @matteorenzi, che in giornata (almeno fino alle 17.30) twitta sull’argomento che gli sta più a cuore (il referendum costituzionale) e su Rio 2016.
C’è stato dunque un viaggio di Stato in Belgio, quello di oggi, per commemorare i nostri 136 connazionali morti nel 1956, contrariamente a quanto avevamo scritto e temuto nel nostro precedente articolo di ieri 7 agosto.
Ma cosa ha detto il presidente Grasso, seconda carica dello Stato? Dapprima ha letto il messaggio del Capo dello Stato (venti righe, venti, scritte in impeccabile linguaggio istituzionale) nel quale Mattarella ha auspicato – tra l’altro – «che la memoria dei martiri del lavoro italiano all’estero possa costituire un esempio di impegno e di dedizione, ma anche un continuo sprone a migliorare le condizioni della sicurezza sul lavoro, ovunque nel mondo».
Grasso, a sua volta, è stato meno generico. «Siamo qui tutti insieme per onorare la vita dei minatori di Marcinelle e per trasmettere ai nostri figli e a chi verrà dopo di noi il senso profondo di una storia che ha segnato la vita di tre generazioni di europei» ha detto, annunciando che «per mantenere viva la memoria di questo luogo il Senato ospiterà in autunno una mostra dedicata a Marcinelle, rivolta soprattutto ai più giovani».
Poteva fermarsi qui, ma il presidente del Senato ha voluto anche lui (come nei giorni scorsi aveva fatto la presidente della Camera Laura Boldrini) non lasciarsi sfuggire l’occasione per paragonare i migranti di italiani di allora con i migranti di oggi in arrivo dal Mediterraneo verso l’Europa, anzi verso l’Italia. «Ricordare quel lungo cammino, ripensare a come eravamo e vivevamo – ha detto Grasso – rafforza la nostra determinazione ad accogliere con spirito di solidarietà chi oggi è costretto a migrare e ha diritto alla protezione internazionale, senza trascurare il dovere di ridurre le diseguaglianze e le marginalità che rendono le nostre società più vulnerabili al fondamentalismo e all’illegalità. Il luogo per realizzare compiutamente questi valori è la nostra Unione europea, un’utopia che Italia e Belgio, insieme ad altri, hanno trasformato in realtà». E che ora sta scricchiolando, ma questo Grasso non lo ha detto né forse neppure pensato.
PER SAPERNE DI PIÙ:
I nomi e le regioni di provenienza dei 136 minatori italiani morti a Marcinelle (dal sito andarsenesognando.it)
Il testo del messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il testo completo del discorso del Presidente del Senato Pietro Grasso
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Marcinelle, 60 anni fa morirono 136 italiani ormai dimenticati
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