Vespucci 2016, il ‘conclave’ dei Cadetti dell’Accademia Navale (FOTO)

Un'allieva dell'Accademia Navale durante la navigazione su Nave Vespucci

Un’allieva dell’Accademia Navale durante la navigazione su Nave Vespucci

MARE DEL NORD – Cento cadetti dell’Accademia Navale sono chiusi in un locale della Nave Scuola Amerigo Vespucci in navigazione nel Mar del Nord lungo le coste della Danimarca.  Ammutinamento? Autoconsegna? Quarantena? Niente di tutto questo. È l’inizio di uno dei momenti più importanti della loro carriera militare: la scelta del nome del loro Corso di Accademia, che li accompagnerà per tutta la vita e li farà ritrovare idealmente sempre insieme, qualunque sia il loro futuro e la loro destinazione.

Ore 12,44 di oggi 31 agosto, tre ore dopo aver lasciato il porto di Copenaghen con rotta verso nord ovest. Sopra le loro teste si chiude il portellone che li separa dai cosiddetti «locali di vita», a bordo del Vespucci, dove studiano e mangiano. Vi dormono anche, naturalmente per  le poche ore che restano dell’intensa giornata di campagna addestrativa.

Per i giovanissimi cadetti del 1° anno (ragazze e ragazzi tra 18 e 19 anni) il limitato comfort durante il loro esclusivo «conclave» non è un problema. Dentro la «terza squadra», il locale del Vespucci tradizionalmente riservato a questo evento, i pensieri sono altri: decidere (il più possibile all’unanimità) il nome del corso, preparare materialmente la bandiera di appartenenza, ideare l’urlo (sì, proprio l’urlo) con il quale i cadetti grideranno al mare l’esito della loro scelta. L’entusiasmo e l’età fanno il resto. Il sonno, come sempre, viene per ultimo.

Per tradizione la scelta dei cadetti è autonoma e riservata fino all’ultimo. Nessuno (comandanti e superiori compresi) né è preventivamente a conoscenza. «Mi raccomando, un nome significatvo» dice loro il comandante alla classe, capitano di fregata Francesco Marzi, al momento dell’ «extra omnes» davanti al portellone che sta per chiudersi. Un momento che coinvolge tutto l’equipaggio del Vespucci, a cominciare dal comandante capitano di vascello Curzio Pacifici e dal comandante in seconda capitano di fregata Ettore Ronco. Nessuno lo ammette apertamente, ma c’è tanta invidia nel vedere questi cento ragazzi entusiasti, nei quali ciascun ufficiale rivede sé stesso a distanza di anni, come in un indelebile film già visto.

Il conto alla rovescia è cominciato. Tra 48 ore uscirà il nome, formalmente proposto e in attesa del definitivo nulla osta della Marina.  Ma sono messaggi che viaggeranno certamente alla velocità della luce. I cadetti hanno «fretta» di urlare la loro identità al mare.

 

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Sandro Addario

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