Osservatore Libero

Firenze, Italia: le parabole della droga sui tetti del degrado

La palazzina fatiscente nel cuore del parco di San Salvi

Le parabole sulla palazzina fatiscente nel cuore del parco di San Salvi

FIRENZE – È stata sgomberato oggi 5 ottobre un edificio fatiscente, ma pieno di parabole sul tetto, nel parco di San Salvi a Firenze. È ritenuto dalla polizia un attivo centro di spaccio di droga. Durante il blitz, condotto da Polizia di Stato e Polizia Municipale di Firenze, sono stati bloccati sette tunisini dai 30 ai 40 anni. Portati in questura per il fotosegnalamento, sono stati denunciati a piede libero per invasione di edificio. Quattro di loro sono risultati irregolari in Italia e per loro verrà avviata la pratica (non breve) di espulsione.

Si tratta dello stesso luogo dove, nella notte tra domenica 2 e lunedì 3 ottobre, c’erano stati scontri tra tunisini e polizia. Una volante aveva inseguito un nordafricano che stava scappando all’interno del parco di San Salvi. Al fuggitivo si erano poi uniti altri cinque connazionali che avevano bersagliato due poliziotti con bottiglie e pietre, procurando loro numerose contusioni. Uno degli agenti aveva dovuto sparare un colpo in aria per allontanarli.

Stamani 5 ottobre, di prima mattina, lo sgombero dell’edificio pericolante e con il tetto rotto in più parti. Poco dopo – a cura dell’Azienda Sanitaria di Firenze – è stato provveduto (dopo quanti anni?) alla messa in sicurezza della palazzina. Abbattute le parti di tetto pericolante, sigillate porte e finestre. Di fatto sarà ben difficile per i sette tunisini tornare a dormire lì, almeno a breve.

Fin qui lo sgombero di un edificio occupato abusivamente. Una storia ordinaria di cui le cronache sono piene. Quello che c’è meno di ordinario (vedi anche la nostra fotogallery) è che sul piccolo edificio fatiscente ci fossero ben cinque parabole televisive. Della serie, si rinuncia a quasi tutto ma alle parabole no. La droga deve continuare a rendere bene. Tanto più che in mezzo al degrado non mancava né corrente elettrica né acqua, a giudicare da un rubinetto da cucina presente in una stanza. Per il riscaldamento e la cottura dei cibi, naturalmente c’erano bombole di gas liquido, magari pronte a malfunzionamenti e a rischio esplosione. L’igiene non esiste nel vocabolario di questo «condominio», peraltro situato a poche centinaia di metri da strutture operative ed efficienti dell’Azienda Sanitaria.

Ma tutto questo forse importa poco agli abitanti abusivi. L’importante è che ci siano le parabole.

 

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