Economia della Toscana, resta debole la ripresa nel 1° semestre 2016

La sede della Banca d'Italia a Firenze

La sede della Banca d’Italia a Firenze

FIRENZE – «È debole, quasi anemica, ma c’è una ripresa nell’economia in Toscana nella prima metà del 2016». Lo ha detto Luisa Zappone, direttore della sede della Banca d’Italia di Firenze, presentando alla stampa martedì 8 novembre l’aggiornamento semestrale della congiuntura regionale. Di fatto è la prosecuzione di un segno positivo già rilevato nel 2015, sia pure su ritmi modesti. Fermi gli investimenti per l’incertezza sul futuro della domanda.

Questa la sintesi dei principali indicatori della ripresa, rilevati sulla base di interviste a 360 aziende («un campione pari al 60% del valore aggiunto regionale» è stato precisato). Nell’industria si nota una crescita del fatturato, per effetto in particolare dell’export, che regge verso Europa e Usa ma cala verso mercati come Russia e Cina. Per contro si assiste a una flessione degli investimenti, che non riprendono (nonostante il basso costo del credito) soprattutto per l’incertezza sulle prospettive della domanda interna ed estera.

Nelle costruzioni i livelli di attività sono rimasti molto contenuti. Segnali positivi sono emersi dalle compravendite di immobili residenziali, che hanno beneficiato anche di favorevoli condizioni di accesso ai mutui.

Nel commercio è proseguito l’incremento delle vendite di beni durevoli. Aumentate anche le presenze turistiche, sia italiane che straniere.

L’occupazione è aumentata nell’industria e, in misura minore, nei servizi, mentre è nuovamente diminuita nelle costruzioni. Si è registrata una sensibile contrazione degli inattivi e un conseguente incremento delle forze di lavoro. Il tasso di disoccupazione è lievemente cresciuto.

Il finanziamento all’economia è aumentato a ritmo moderato, grazie alla componente delle famiglie, a fronte di una sostanziale stazionarietà per le imprese. In presenza di condizioni di accesso al credito pressoché invariate, la domanda delle famiglie si è indirizzata ai mutui e al credito al consumo, quella delle imprese al sostegno del capitale circolante.

Sulla qualità del credito si evidenzia un leggero segnale di miglioramento dovuto alla minore incidenza del tasso di ingresso in sofferenza dei crediti di difficile recupero. Il problema principale resta comunque l’elevata incidenza dei crediti deteriorati (circa il 30%) sul totale dei prestiti bancari. Una percentuale nettamente al di sopra della media nazionale attestata al di sotto del 20%.

Prosegue il riassetto organizzativo della presenza della Banca d’Italia in Toscana. Dopo la chiusura di alcune sedi provinciali resta la sede regionale di Firenze. Aperte ancora le dipendenze di Livorno (vigilanza) e Arezzo (trattazione del contante). Operativi ancora uffici a Pisa e Grosseto, che però termineranno la loro attività nel 2018.

 

AGGIORNAMENTO NOVEMBRE 2016 SULLA CONGIUNTURA

Scarica qui il testo completo e le tabelle 

 

Luisa Zappone (2ª da destra) direttore della Banca d'Italia di Firenze

Luisa Zappone (2ª da destra) direttore della Banca d’Italia di Firenze

 

 

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Sandro Addario

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