Firenze, arresti per due imprenditori accusati di bancarotta fraudolenta

 

Guardia di Finanza

FIRENZE – Arresti domiciliari per due imprenditori fiorentini accusati di bancarotta fraudolenta. Si tratta dei fratelli Tommaso Buti, 50 anni e Francesco Buti, 55 anni, che secondo l’accusa avrebbero sottratto oltre 3 milioni di euro alla Sfere srl di Firenze. Si tratta di una società dichiarata fallita nell’ottobre 2016 e operante nel settore orologi da polso nonché in servizi di marketing e di intermediazione commerciale.

Le misure cautelari nei confronti dei due imprenditori, disposte dal Gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti su richiesta del pm Christine von Borries, sono state affidate alla Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze. Al momento l’ordinanza è stata notificata, oggi 2 dicembre, a Francesco Buti, amministratore di fatto della Sfere srl. Il fratello Tommaso – amministratore e rappresentante legale della società – si trova temporaneamente all’estero, ma – informato del provvedimento – avrebbe fatto sapere tramite i suoi legali che rientrerà subito a Firenze per mettersi a disposizione della giustizia e chiarire la sua posizione.

Su di lui è stato disposto, oltre agli arresti domiciliari, anche il sequestro preventivo di beni patrimoniali per oltre 1,6 milioni di euro. L’accusa nei suoi confronti è quella di aver prelevato, dal 2010 al 2016, circa 1,9 milioni dai conti della Sfere srl di cui era amministratore per destinazioni diverse dall’attività della società. Non solo, ma avrebbe versato sui suoi conti, anziché in quelle sociali, oltre 700 mila euro.

Le indagini dei finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria hanno messo in luce anche che Tommaso Buti avrebbe avuto un alto tenore di vita, comunque sproporzionato rispetto a quanto dichiarato al fisco. Per questa ipotesi di illecito l’imprenditore è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria fiorentina anche per l’ipotesi di reato penale tributaria di infedele dichiarazione per gli anni d’imposta 2012, 2013 e 2015. Aveva dichiarato redditi rispettivamente per 80mila euro, 54 mila e 220 mila, mentre secondo gli accertamenti avrebbe omesso di dichiarare entrate per oltre 2,3 milioni di euro.

 

 

 

 

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