Nomine 2017 ai vertici della Difesa, il governo riscopre le proroghe

I generali Tullio Del Sette, Danilo Errico e Claudio Graziano

I generali Tullio Del Sette, Danilo Errico e Claudio Graziano

ROMA – Doveva essere il Consiglio dei ministri delle nomine dei vertici militari ed è stato quello delle proroghe. Oggi 14 gennaio, a un giorno dalla scadenza del suo mandato, il governo ha prorogato di un anno – fino al 15 gennaio 2018 – l’incarico di Comandante Generale dei Carabinieri al generale Tullio Del Sette. Quest’ultimo, 65 anni compiuti nello scorso mese di maggio, avrebbe dovuto lasciare il servizio attivo alla scadenza del suo mandato biennale. Resterà invece ancora un anno alla guida dei Carabinieri.

STATO MAGGIORE DIFESA

Non solo. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha proposto al governo, che ha accettato, due altre importanti proroghe nei vertici militari. Quella del capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, che avrebbe dovuto lasciare l’incarico il 27 febbraio al termine di due anni di mandato, essendo stato raggiunto dai limiti di età (63 anni) nel novembre 2016. Graziano resterà invece al suo posto, al vertice militare della Difesa, fino al 22 novembre 2018. Di fatto quasi altri due anni di incarico.

ESERCITO

Proroga di un anno anche per il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Danilo Errico, che resterà nel suo incarico nel palazzo di via XX Settembre a Roma fino al 25 febbraio 2018. Avrebbe dovuto lasciare il 26 febbraio prossimo, dopo due anni di comando, avendo anche lui compiuto 63 anni di età nell’agosto 2016.

TORNA IL MILLEPROROGHE

Se per Del Sette la decisione se nominare il suo successore o confermare lui stesso al suo posto era veramente urgente (l’Arma non poteva restare neanche un giorno senza Comandante Generale) per gli altri due vertici di Difesa ed Esercito c’era ancora più di un mese di tempo per decidere. Ma le continue incertezze del momento hanno spinto con tutta probabilità il ministro della Difesa Roberta Pinotti ad accelerare i tempi, anzi ad anticiparli. Tutto questo in controtendenza con l’indirizzo «renziano» della prima ora, che non vedeva di buon occhio le proroghe negli incarichi pubblici preferendo di gran lunga il rinnovamento. Ora tutto sembra si sia fermato e si è rispolverato il classico «decreto milleproroghe», istituto tanto criticato nei precedenti governi.

OBIETTIVO NATO

Ma non sembra si tratti tanto di incertezze sulle scelte da compiere, dal momento che nomi di prestigio erano (e sono) pronti ad avvicendare i vertici militari della Difesa. Sullo sfondo di tutto – secondo non pochi osservatori – sembra esserci la possibile nomina del generale Graziano a «Chairman of the Military Committee» della Nato, Presidente del Comitato militare che riunisce i capi di Stato maggiore della Difesa dei 29 paesi dell’Alleanza Atlantica. Dirige le operazioni militari della coalizione e ne coordina i due comandi strategici: Aco (Allied Command Operations a Mons in Belgio) e Act (Allied Command Transformation a Norfolk negli Usa) responsabile di addestramento e pianificazione.

Lo stesso incarico ricoperto dall’ammiraglio Giampaolo Di Paola dal 2008 al 2011. Oggi in quel ruolo c’è il generale Petr Pavel dell’esercito della Repubblica Ceca. Il suo mandato iniziato nel giugno 2015 terminerà nell’estate del 2018. Giusto il tempo, secondo alcune fonti, per proporre proprio il nome del generale italiano Claudio Graziano. Che non potrebbe certamente occupare quel posto se fosse già in pensione.

CHIAVE DI LETTURA

È anche in questa ottica che va letta la proroga per il generale Del Sette al vertice dei Carabinieri. Una sua mancata riconferma alla scadenza del mandato, avrebbe reso molto più difficile fare altrettanto con i vertici di Esercito e della Difesa. Inoltre sarebbe apparsa come una conseguenza del procedimento giudiziario nel quale il comandante dell’Arma è indagato dal 22 dicembre per presunte (tutte da provare) rivelazioni del segreto d’ufficio e favoreggiamento nell’inchiesta Consip, l’Agenzia di acquisti della Pubblica Amministrazione.

Una decisione, quella dell’odierno «milleproroghe», che raggiunge insieme diversi obiettivi. Nell’immediato «blinda» la figura del generale Del Sette, ma nel breve tempo blinda anche gli incarichi di Esercito e Difesa. Un riconoscimento non di poco conto (c’è di parla di grosso regalo) ai tre alti ufficiali, preparati a dover lasciare. L’Aeronautica Militare, che non assume il comando dello Stato Maggiore della Difesa dal gennaio 2011 (sono passati 6 anni), dovrà ancora una volta attendere il proprio turno. Ma non sembra questa una delle priorità dell’esecutivo.

Chi sono stati i Capi di Stato Maggiore della Difesa

 

 

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Sandro Addario

Sandro Addario

Commenti (1)

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    Gianfranco

    |

    Era tutto molto prevedibile, vero?
    Meglio, comunque, una certezza di una indecisione.

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