Osservatore Libero

Sanità Usa: Trump blocca l’Obamacare per ridurre i prezzi dei farmaci

Il neo presidente Usa Trump firma il suo primo executive order

Il neo presidente Usa Trump firma il suo primo executive order

NEW YORK – È una leggenda metropolitana che negli Stati Uniti, se rimani ferito in un incidente stradale, devi presentare la carta di credito prima di entrare al pronto soccorso. La verità è un’altra. Chiunque tu sia, ricco o povero, regolare o clandestino, vieni portato in ospedale e per prima cosa ti curano. «Il problema nasce dopo – ricorda un amico al telefono dalla Georgia – perché rischi l’infarto quando devi pagare il conto dell’ospedale, che ti arriva puntualmente. E che va pagato, altrimenti ti pignorano tutto e subito».

È sulla sanità il primo degli «executive orders» firmato dal neo presidente Donald John Trump nel giorno del suo insediamento nel suo studio alla Sala ovale della Casa Bianca a Washington. Tutta (o quasi) la stampa lo ha chiamato atto contro la Obamacare, accusandolo di bloccare la riforma avviata nel 2010 (e non conclusa) da Barack Obama per allargare l’assistenza sanitaria anche alle fasce più deboli e disagiate.

LE MULTINAZIONALI FARMACEUTICHE

Vediamo più da vicino alcuni dei termini principali della questione. Il nodo di tutto negli Stati Uniti, da almeno 30 anni, è l’alto prezzo dei medicinali delle case farmaceutiche. Un esempio, tra i tanti. Una confezione di Albuterolo, farmaco salvavita per chi soffre d’asma, in Italia è venduto a 4 euro come prodotto da banco. Negli Stati Uniti (almeno nella Georgia) costa al cliente della farmacia circa 30 dollari, 28 euro. Qualcosa non torna.

L’atteggiamento di Trump, che da programma elettorale dovrà essere comunque convertito nei fatti, ha nel mirino soprattutto il sistema farmaceutico. E quest’ultimo è in mano alle multinazionali uno dei principali cardini della globalizzazione, che Trump dice di voler frenare. Altro che sistema sanitario a favore dei ricchi a svantaggio dei poveri.

DOVE HA FALLITO L’OBAMACARE

Se l’obiettivo della riforma di Obama era indubbiamente nobile nel principio, forse meno nei fatti, qualcosa non è andata per il suo verso. Obama ha ottenuto che fosse ampliato ai più poveri il Medicaid, il programma sanitario federale di assistenza sanitaria pubblica. Il problema è che le assicurazioni, costrette ad avere più assistiti e meno introiti, hanno dovuto alzare le polizze a chi le aveva già. Tra questi milioni di lavoratori, cui viene trattenuta in busta paga. Ma soprattutto la conseguenza è stato il lievitare anche dei prezzi di farmaci e di prestazioni sanitarie.

In più c’è stata una sentenza della Corte Suprema del giugno 2012, che ha permesso a ogni stato di decidere se finanziare o no il contributo pubblico per convincere il cittadino americano a dotarsi di un’assicurazione sanitaria, che negli Usa resta obbligatoria. Di fatto 23 stati su 50 hanno scelto di non aderire. Milioni di americani sono così rimasti scoperti, soprattutto nella fascia media. Non poveri al punto da essere assistiti dal Medicaid di base, ma neanche facoltosi al punto di potersi permettere una costosa copertura sanitaria «all risks». Ed è su questa fascia di elettori che Trump si è rivolto, raccogliendo consensi che i grandi media non vedevano o non volevano vedere.

IL PRIMO EXECUTIVE ORDER

Al suo primo giorno alla Casa Bianca Trump ha mantenuto l’impegno, per ora formale. Ha invitato (imminente la pubblicazione del testo completo dell’executive order sul sito della Casa Bianca) un «invito» alle agenzie governative «per ridurre il peso della Obamacare», come ha riferito il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer. Se l’obiettivo è quello, ampliando il mercato, di ottenere un reale abbassamento dei prezzi di assicurazioni e di farmaci, la prima campagna di Donald Trump sarà vinta. A vantaggio di tutti gli americani. Quelli che il neo presidente, nel suo discorso all’Inauguration Day del 20 gennaio, ha definito i nuovi veri detentori del potere. Probabilmente una frase meno retorica di quanto possa sembrare.

 

L’ex presidente Barack Obama

 

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