Elia Dalla Costa, già arcivescovo di Firenze, verso la nomina a Venerabile

Da sin. i cardinali Pietro Parolin e Giuseppe Betori con monsignor Dante Carolla al Seminario di Firenze

Da sin. i cardinali Pietro Parolin e Giuseppe Betori con monsignor Dante Carolla al Seminario di Firenze

FIRENZE – Potrebbe essere presto dichiarato «venerabile» il cardinale Elia Dalla Costa, che fu arcivescovo di Firenze per 27 anni, dal 1931 al 1958. Lo deciderà entro il mese di marzo la Congregazione delle cause dei santi in Vaticano, nell’ultima riunione prevista sull’esame della figura dell’arcivescovo di Firenze, scomparso il 22 dicembre 1961.

CANONIZZAZIONE

Si tratta del primo importante passo del processo di canonizzazione di un «Servo di Dio» attraverso il quale vengono riconosciute – con un decreto firmato dal Papa – le sue «virtù eroiche». Passo successivo è la beatificazione, che richiede però il riconoscimento, attraverso un’inchiesta, di un miracolo avvenuto grazie all’intercessione del Venerabile. Nel caso di Dalla Costa il decreto papale potrebbe essere firmato già dopo circa un mese dalla valutazione della Congregazione dei Santi. Non è escluso che potrebbe coincidere proprio con i giorni della Pasqua. Un bel dono per la Diocesi fiorentina.

La notizia è stata data, giovedì 2 marzo, dal cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, durante un convegno cui ha partecipato il Segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin. Un incontro, promosso presso il Seminario maggiore vescovile di Firenze, con presbiteri, diaconi e religiosi della Diocesi fiorentina, sul tema della spiritualità dell’esortazione apostolica.

Lo stesso cardinale Parolin si è detto lieto per il possibile possibile riconoscimento di «Venerabile» al cardinale Della Costa, con il quale condivide anche le comuni origini vicentine. «La stima e l’apprezzamento verso di lui – ha detto il Segretario di Stato Vaticano – è cominciata presto quando io ero piccolo e lui era parroco a Pozzoleone. Ho sempre visto in lui un grande asceta, cosa che non gli ha mai impedito di essere costantemente vicino alle persone. Il suo primo pensiero, quando venne nominato vescovo, fu proprio verso i suoi parrocchiani, preoccupato di dover lasciare quel popolo che aveva tanto amato».

ANNUNCIO DEL VANGELO

Il Segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin

Il Segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin in Seminario a Firenze

Nel corso del convegno fiorentino, il cardinale Parolin – rivolto alla sala gremita del Seminario – ha sottolineato in particolare come l’annuncio del Vangelo non può essere privo di gioia perché porta sempre con sé una promessa di felicità. «Una gioia singolare – ha ricordato Parolin – perché prevede anche la possibilità di un fallimento. Si tratta di lavorare in felicità in mezzo a territori che in parte possono rimanere improduttivi, ma non per questo bisogna cedere alla rabbia e alla rassegnazione, che, come dice Papa Francesco, sono l’elisir del demonio». Elemento fondamentale è anche l’umiltà nell’annuncio del Vangelo. «Come diceva Giovanni Paolo I – ha sottolineato Parolin – è meglio fare mezzo passo avanti tutti insieme che un passo più lungo, ma in completa solitudine».

 

Chi era il cardinale Elia Dalla Costa (SCHEDA)

 

 

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Sandro Addario

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