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Sacro Romano Impero, da Carlo Magno alla Merkel la storia non cambia

Carlo Magno e Angela Merkel

Carlo Magno e Angela Merkel

ROMA – C’è chi si meraviglia dei serrati contatti tra Angela Merkel e Emmanuel Macron all’indomani dell’elezione di quest’ultimo alla presidenza della Repubblica Francese. Ma il tandem Francia-Germania affonda le radici in secoli lontani. Ha sempre svolto anzi un ruolo dominante sulla scena dei paesi europei, imponendo alle altre nazioni la sua cultura, il suo mercato, le sue tradizioni, le sue mode.

UNIFICAZIONE DELL’EUROPA

L’unificazione dell’Europa (il «mondo antico») è un obiettivo che fu di Giulio Cesare, Carlo Magno, Napoleone Bonaparte, degli Imperatori d’Austria, degli Imperatori tedeschi. Anche, a suo modo, di Adolf Hitler. Venne perseguito per l’ennesima volta, dopo la fine della seconda guerra mondiale, con i trattati di Roma del 25 marzo 1957, che istituirono la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea dell’energia atomica (CEEA o EURATOM). Trattati che furono sottoscritti solamente da Italia, Francia, Germania Ovest, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Seguivano quello di Bruxelles del 1948, che istituì l’Unione dell’Europa Occidentale, e quello di Parigi del 1951, che aveva istituito la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA). Unioni che a loro volta furono perfezionate dai ben noti trattati di Maastricht del 1992 e di Amsterdam del 1997.

La Gran Bretagna boicottò sistematicamente i primi accordi. Solo nel 1972 aderì alle Comunità Europee, insieme all’Irlanda e alla Danimarca. Fallì invece il progetto ideato dall’Italia nel 1950 di costruire un esercito europeo (Ced, Comunità Europea di difesa), per un ripensamento della Francia. Parigi, inizialmente favorevole, si dimostrò contraria all’idea di un imprescindibile riarmo della Germania occidentale. Da qui il venir meno di una componente fondamentale per la realizzazione di una effettiva unione politica.

SACRO ROMANO IMPERO

Torniamo indietro di secoli, per vedere che poco è cambiato rispetto ad oggi. In quello che era l’antico Impero romano, dall’incoronazione di Carlo Magno nell’anno 800 in poi, si evidenziano costantemente un ruolo predominante di due grandi popoli: francesi e tedeschi. Quando il «Sacro Romano Impero» venne assunto dall’Imperatore d’Austria, poi passato al re di Prussia, che prese il titolo onorifico di Imperatore dei tedeschi (e non quello di Imperatore germanico, che avrebbe invece voluto), la Francia dei Borboni si trovò sempre in posizione di forte rivalità e concorrenza con quell’impero. Quest’ultimo era poco più che un’unione di stati federati (in alcuni momenti fino a ben 350 tra stati, staterelli e vescovati), di cui l’Imperatore era solo il presidente.

TANDEM FRANCIA-GERMANIA

Da qui, come abbiamo detto all’inizio, il tandem Francia-Germania affonda le radici in secoli lontani. Se eccettuiamo la Spagna, che ha avuto alterne vicende nei giochi di potere tra gli stati e che comunque ha avuto sempre un ruolo ben distinto e di tutto rilievo, dobbiamo constatare che gli equilibri politici ed economici europei sono stati sempre la conseguenza delle scelte della Francia e degli stati tedeschi. Primariamente Prussia e Austria, intesi sia come singole entità statuali e, nei diversi momenti, anche come realtà aggreganti dei paesi nominalmente facenti parte del rispettivo impero.

Non va dimenticato che l’Imperatore del Sacro romano impero interveniva nelle successioni dinastiche, non solo quando veniva meno la discendenza di questa o quella casa regnante, ma anche quando trovava conveniente affidare ad un proprio principe un territorio o una rendita. Si pensi al ruolo di Austria, Prussia e Francia – oltre a quello di Russia, Gran Bretagna, Stato pontificio – nel ridisegnare l’Europa con il Congresso di Vienna. Le loro decisioni furono fondamentali e furono loro che imposero un principio di legittimità, tutto a loro uso e consumo. Fu così che i Borboni si presero, ad esempio, la successione del ducato di Parma dopo Maria Luigia. Ma si presero anche il ducato di Lucca e si ripresero il Regno di Napoli – che diverrà il Regno delle Due Sicilie – che pure l’Austria aveva assicurato in un primo tempo di lasciare a Gioacchino Murat.

A COSA PUNTANO MERKEL E MACRON

Questo percorso storico vuol semplicemente dimostrare, ai giorni nostri, l’assoluta «naturalezza» dell’incontro Merkel-Macron che ha suscitato tante perplessità. Viene in mente la fiaba di Esopo «Vulpes et uva» e la famosa, significativa, espressione «nondum matura est». Difficile non ravvisare tra coloro che hanno criticato questa iniziativa del neo presidente francese sentimenti di pura invidia e di motivata preoccupazione. Non vi è dubbio che la Merkel – piaccia o meno – emerga per capacità, competenza, autorevolezza tra tutti gli statisti europei. Come pure il ruolo economico e politico della Germania sia indiscutibilmente predominante. La Francia per suo conto, se pure presenta non poche difficoltà economiche, ha comunque un assetto statuale di tutto rispetto. E una potenza nucleare e svolge una politica estera di tutto rilievo, certamente più importante di quella tedesca e per nulla subordinata ai «grandi manovratori» quali possono essere Usa, Russia, Cina.

Per questo si può ritenere che l’intesa tra Francia e Germania potrà consentire di apportare anche opportuni miglioramenti e correttivi all’assetto dell’Unione Europea. Correttivi che in molti dicono di volere per una migliore e più funzionale attività politico-economica comunitaria. Di fatto molto spesso i «correttivi» si ricercano per puntare a vantaggi di natura assistenziale, quando non del tutto parassitaria. La stretta di mano Merkel-Macron dovrebbe puntare a sbarrare la strada a tutto questo. Ce la faranno?

 

Emmanuel Macron e Angela Merkel

 

 

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