Salvadori: Firenze ha bisogno di più protagonisti e meno protagonismi

Il presidente di Confindustria Firenze Luigi Salvadori
FIRENZE – «Il territorio fiorentino deve togliersi le pantofole e mettersi a correre». Così Luigi Salvadori, presidente di Confindustria Firenze, guarda al futuro del capoluogo toscano. Lo fa, citando l’imprenditore Paolo Targetti, nel corso nell’Assemblea annuale 2017 dell’associazione degli imprenditori. La prima del suo mandato alla guida di Confindustria Firenze, la prima che si svolge (non a caso) nel Salone de’ Cinquecento in Palazzo Vecchio, dove da tre mesi c’è un nuovissimo impianto di illuminazione a led, realizzato grazie all’intervento proprio di Confindustria Firenze.
PROTAGONISTI E NON PROTAGONISMI
«Per la prima volta – dice Salvadori – teniamo la nostra assemblea dentro la principale istituzione metropolitana. Ringrazio il Sindaco Nardella per aver condiviso questa scelta. Voglio interpretare questa novità come la volontà di fare finalmente squadra. Una squadra di protagonisti e non di protagonismi».
«Firenze –insiste Salvadori – può avere grandi potenzialità (parola che vorremmo poter cancellare dal nostro vocabolario) ma è dal 2006 che il Pil fiorentino non sale sopra il 2%. Da soli non ce la faremo. Perché non bastano i singoli, né le loro associazioni a scrivere il futuro di Firenze. Ci vuole un’azione di sistema. Ci vuole una comunità che lavora sugli stessi progetti, gli stessi obiettivi. E che condivida con noi il rischio d’impresa».
SVILUPPO 4.0
Da qui il «fattore punto zero» dello sviluppo economico del territorio. «Non è lo slogan del momento – dice Salvadori – ma la capacità di connettersi e di interfacciarsi.
È fare rete su progetti e obiettivi concreti. Ed è – soprattutto – certezza e velocità di realizzazione, perché il tempo non è una variabile indipendente».
C’è bisogno di una Firenze 4.0, fatta di regole e infrastrutture 4.0, di un capitale umano e di banche 4.0. Ma anche di burocrazie e di una giustizia 4.0, «un campo – dice Salvadori – su cui la presidente del tribunale Marilena Rizzo sta lavorando con dinamismo». Ma anche una Confindustria Firenze 4.0 «un’associazione conservatrice nell’identità e nei valori, ma riformatrice nelle azioni e nei metodi».
Non mancano casi di Firenze 4.0 già al lavoro. Dalle Murate Idea Park, alla Scuola di Scienze Aziendali, alla Firenze che vede la realizzazione del bypass del Galluzzo, del Parcheggio scambiatore di Scandicci, delle due nuove linee della Tramvia.
IL LUNGO ELENCO NEGATIVO DI ZERO PUNTO QUATTRO
Ma all’opposto – ricorda Salvadori – c’è ancora la Firenze 0.4. La Firenze che «non fa», che «disfa» e che «non fa fare». Un lungo e invariato elenco. Un sistema fieristico alla Fortezza da basso «a due minuti a piedi dalla Stazione ferroviaria e a duecento metri dal centro di Firenze». «Eppure sta nella parte più bassa della classifica italiana del settore per fatturato: 15 milioni. Nel 2015 Milano ha fatto 20 volte tanto. Bologna 8 volte. Le prime strutture italiane sono tutte sopra i 70 milioni». In attesa di nuove infrastrutture «ogni mese che passa regaliamo quote di mercato che non ritornano».
Dito puntato anche su un «Teatro dell’Opera che non riesce a tornare l’eccellenza mondiale degli anni passati. Né a diventare uno dei centri della vita culturale fiorentina». Anche sul Teatro e sul Maggio «le imprese sono pronte a fare la propria parte, non come bancomat, ma come partner di un piano industriale di rilancio di una vera e propria «Cittadella della Musica».
IL CITY AIRPORT CHE NON DECOLLA
Ma il fattore «zero punto zero» per eccellenza che condiziona l’innovazione del territorio è il «city airport». Nonostante gli aumenti di passeggeri, c’è ancora una pista inadeguata alle esigenze del traffico. «Il primo progetto di pista parallela all’autostrada – tuona Salvadori – era di un architetto con l’hobby del volo, Luciano Nustrini. E risale a oltre 60 anni fa. Il resto è cronaca politica. E’ giunto il momento di dire basta. Va trovata una soluzione che metta insieme le esigenze del territorio, con quelle dello sviluppo dell’intera regione».
TURISMO «CIABATTONE»
Ma anche zero-punto-zero quello che Salvadori chiama il «turismo ciabattone che ha ormai le caratteristiche di un’invasione che soffoca la città. Una città forse da sogno per chi la visita. Ma da incubo per chi ci vive e ci lavora».
PATTO DI SCOPO
Da qui la proposta di Confindustria Firenze di rilanciare – a livello locale – quel «Patto di scopo tra imprenditori, istituzioni metropolitane, associazioni, sindacati istituzioni finanziarie che il presidente nazionale di Confindustria Enzo Boccia ha proposto a livello italiano. Un Patto di scopo per una città metropolitana 4.0. Un foglio A4 dove individuare 1-2 obiettivi per volta. E tempistiche serrate, per risolverli».
«Le imprese – ha concluso Luigi Salvadori – non si accontentano di possedere le azioni postergate di Firenze. E non hanno paura di sporcarsi le mani. Don Milani – di cui lunedì prossimo ricorderemo i 50 anni della morte – scriveva che ‘non serve avere mani pulite se si tengono in tasca’. Noi siamo pronti, prontissimi, a metterci in gioco».
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