Burkina Faso, come l’Associazione Annigoni aiuta la ricerca scientifica

Rossella Segreto Annigoni durante la sua visita al Cerba

Rossella Segreto Annigoni durante la sua visita al Cerba

da OUAGADOUGOU (Burkina Faso) – La ricerca scientifica biomolecolare porta un nome italiano qui in Burkina Faso, nel cuore dell’Africa centro-occidentale. Quello del pittore Pietro Annigoni (scheda) cui è dedicato, nella capitale Ouagadougou il «Cerba», Centro di ricerche biomolecolari Annigoni, gestito dai padri Camilliani. Sono i religiosi che da oltre 400 anni nel mondo si dedicano all’assistenza di chi soffre, secondo il motto «servire i malati come una madre assiste il suo unico figlio infermo».

È lo stesso motto che spicca anche all’ingresso del Cerba, un edificio inaugurato il 14 ottobre 2006 grazie all’impegno dell’«Associazione Amici di Pietro Annigoni per la solidarietà tra i popoli». Un’associazione con sede a Firenze, che tra l’altro ancora oggi fornisce sostegno e borse di studio a studenti universitari in Burkina Faso, che possono specializzarsi nel campo della biologia.

L’istituto è diretto dal camilliano padre Jacques Simporé, direttore anche del Laboratorio di Biologia molecolare e di genetica (Labiogene) dell’Università di Ouagadougou. Aids, Epatite B, malaria, tubercolosi, meningite. Questi i principali obiettivi della ricerca del Cerba, veri e propri flagelli per la popolazione del Burkina Faso (17 milioni su un territorio grande come l’Italia) già fragile per povertà e ancora insufficiente assistenza medica.

UNA GIORNATA PARTICOLARE

È una giornata particolare quella di sabato 15 luglio, quando arriva al Cerba la signora Rossella Segreto, vedova del maestro Annigoni e console onorario del Burkina Faso a Firenze. La signora Annigoni è a Ouagadougou, dove ha inaugurato – presente il presidente della Repubblica Roch Kaboré – tre nuove sale operatorie presso l’ospedale Saint Camille,  in un edificio realizzato con il contributo dell’Associazione Annigoni. (Leggi qui la cronaca).

Ad attenderla al Cerba ci sono circa un’ottantina di studenti e laureati in biologia che hanno avuto la possibilità di formarsi proprio presso il Cerba. Il vice direttore, padre Albert Yonli, accompagna l’ospite italiana nei vari reparti della struttura. Al piano terreno gli ambulatori dove vengono seguiti i malati presi in carico dal Centro di Ricerche. Dalla sua costituzione sono state trattate 437 persone affette da Aids e oltre 5200 soggetti colpiti da Epatite B (Hbv).

Al piano superiore i laboratori scientifici: parassitologia, biochimica, ematologia, studio della malaria, biologia molecolare, dove prestano la loro opera numerosi giovani biologi, ben consapevoli dell’importanza del loro lavoro per il futuro del loro Paese. Ciascuno spiega alla signora Annigoni i risultati finora raggiunti e gli obiettivi su cui è necessario proseguire. Tra questi in particolare, recentemente avviata, la ricerca sul cancro al seno.

Tra gli strumenti a disposizione del Cerba, grazie al sostegno dell’Associazione Annigoni, c’è il cosiddetto «sequenziatore» Abi Prism 3130. Si tratta di un analizzatore genetico che permette a medici e ricercatori di effettuare, tra l’altro, diagnosi molecolare del sesso, determinare malattie genetiche e prove di resistenza ai farmaci. Uno strumento che il Cerba mette a disposizione anche del governo del Burkina e della Polizia scientifica nel contrasto alla criminalità e per la determinazione della paternità, attraverso test molecolari.

 

"Foto di famlglia" davanti all'ingresso del Cerba

“Foto di famlglia” davanti all’ingresso del Cerba: al centro la signora Annigoni

 

IL FUTURO DEL CERBA

In un briefing con tutti gli studenti, padre Albert fa il punto sull’evoluzione dell’istituto in questi anni. «I frequentatori del Cerba arrivano non solo dal Burkina Faso ma anche da altri paesi africani, europei, dal Canada e Stati Uniti. Nostro obiettivo è quello espandere la rete di partner istituzionali in altri paesi dell’Africa, in particolare nelle zone dell’Unione economica e monetaria dell’Africa Occidentale (Uemoa) e della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas). Ma soprattutto migliorare ancora la nostra piattaforma tecnica e sviluppare la formazione dei giovani ricercatori».

Una slide, al termine dell’incontro, sintetizza bene la mattinata: «il cuore che batte dice grazie, per la vostra dedizione a favore della ricerca in Burkina Faso». Tutta rivolta alla signora Annigoni, che cercando di dissimulare un nodo alla gola risponde: «Grazie a voi per l’accoglienza. L’importante come sempre non sono le parole ma i fatti. Chi ha creduto nel Centro di Ricerche Annigoni ha avuto ragione».

 

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Sandro Addario

Sandro Addario

Commenti (1)

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    Laura Nepi Fameli

    |

    “Dalle vostre opere vi riconosceranno miei discepoli”, dice Gesù. E tante sono le opere che negli anni la Fondazione Annigoni ha compiuto verso chi ha bisogno, testimonianza concreta di altruismo e di solidarietà.
    Auguro a Rossella di proseguire il cammino già da tempo intrapreso, e la ringrazio per l’esempio di umiltà e di dedizione che ha sempre rappresentato per noi.

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