Osservatore Libero

Il piccolo Charlie Gard ha finito di soffrire, sconfitta la speranza

Charlie Gard non ce l'ha fatta

Charlie Gard non ce l’ha fatta

LONDRA – La storia di Charlie Gard ha commosso il mondo, ma il mondo non è stato capace di aiutarlo. È morto così, ad appena 11 mesi, il piccolo inglese affetto da una rarissima malattia genetica, definita incurabile dai medici inglesi. L’annuncio è stato dato venerdì 28 luglio dai genitori: «Il nostro bel bambino è andato». La notizia, rilanciata dal Daily Mail, ha subito fatto il giro del mondo.

Il bambino è stato vittima non solo della sua terribile malattia, ma anche di una vertenza legale che non ha certo favorito le speranze di una sua salvezza. Charlie dopo pochi mesi di vita fu ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra, dove è stato tenuto in vita solo con macchinari che lo aiutavano a respirare e ad assorbire nutrimenti. Era affetto da una rarissima «sindrome da deplezione mitocondriale», che blocca lo sviluppo dei muscoli, cuore e quelli respiratori compresi.

Di lui si erano interessati anche il presidente americano Donald Trump e papa Francesco, offrendo rispettivamente la possibilità di trasferirlo negli Stati Uniti (dove ci sono cure ancora sperimentali) o all’Ospedale Bambin Gesù di Roma per tentare l’impossibile. Ma le autorità britanniche si erano opposte per motivazioni definite «legali». Giudici di primo e secondo grado e poi la Corte Suprema hanno sempre dato ragione ai medici. I quali hanno più volte ripetuto che l’unico posto dove Charlie poteva avere un’assistenza compatibile con le sue condizioni era l’ospedale dove era ricoverato. Ma dove era stato annunciato da tempo che la «spina» sarebbe stata staccata data l’impossibilità di una cura per la sua malattia.

I genitori avevano allora chiesto di portare a casa Charlie perché potesse almeno morire lì. Ma proprio ieri 27 giugno l’Alta Corte, con una decisione che definire da Ponzio Pilato è poco, aveva detto che dovevano trovare un accordo medici e familiari. Cosa che non era riuscita per mesi. Da qui il trasferimento del piccolo in un «Hospice» per malati terminali, dove oggi 28 luglio ha cessato di vivere. Tra pochi giorni, il 4 agosto, avrebbe compiuto un anno.

 

CRONOLOGIA DI UN’ODISSEA (dal sito Ansa.it)

 

Il Great Ormond Street Hospital di Londra

 

 

 

Exit mobile version