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Firenze, il testo (e i limiti) dell’ordinanza anti prostituzione del Comune

 

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Nuova ordinanza del Comune di Firenze contro lo sfruttamento della prostituzione. Avrà efficacia?

FIRENZE – «È vietato, in tutta la città, chiedere o accettare prestazioni sessuali in cambio di denaro». A Firenze, prostitute e clienti rischiano sanzioni penali. È quanto si legge nell’ordinanza n° 2017/00275 del 14/09/2017 firmata dal sindaco Dario Nardella, su proposta della Direzione del Corpo Polizia municipale. L’oggetto è nobile: «Contrasto allo sfruttamento della prostituzione». La sua attuazione pratica, al di là dell’annuncio che fa notizia, un po’ meno. Vediamo perché.

CONTROLLI

Prima di tutto il controllo effettivo. A parte l’impossibilità per le forze dell’ordine di monitorare costantemente tutte le lucciole in attività notturna e diurna lungo le strade, l’ordinanza parla di prestazioni «in cambio di denaro». Chi lo può documentare? Il poliziotto che sorprende un passaggio di banconote, al termine di una prestazione? Un caso su mille, nella migliore delle ipotesi. Una pattuglia potrebbe identificare il conducente di un’auto e la prostituta. La risposta potrebbe essere: «Non contrattiamo nulla, stavamo solo parlando». Né d’altra parte il passaggio di denaro può essere contestato «prima» della prestazione, perché non è reato dare denaro a qualcuno, tranne l’aspetto fiscale della transazione.

SANZIONI

Cosa rischiano clienti e prostitute? «Fatto salvo che la condotta configuri un più grave reato – dice il Comune di Firenze – la violazione alla presente ordinanza è punita, ai sensi dell’articolo 650 del Codice Penale, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206 euro». Come per non aver osservato un qualunque provvedimento dell’Autorità, legalmente emesso per ragione di giustizia, di sicurezza pubblica, d’ordine pubblico o d’igiene. Nella pratica si dovrebbe avviare un procedimento davanti alla procura della Repubblica, che si risolve con una sanzione amministrativa ma che, con i tempi della giustizia in Italia, richiede anni.

Tutte le procure italiane sono strapiene di infrazioni – a qualunque titolo – dell’art.650 del codice penale. Non è pensabile che quella fiorentina possa riservare una «corsia preferenziale» alle violazioni dell’ordinanza anti prostituzione del Comune di Firenze. E le altre?

Resta nel casellario giudiziario un reato penale a carico della persona indagata, sia chiaro non per l’atto sessuale a pagamento (che non è reato) ma per l’inosservanza di un’ordinanza comunale. Un reato che nella pratica si può poi estinguere con un’oblazione. In sostanza basta pagare e tutto finisce.

LUOGO

L’ordinanza parla del divieto «in tutta la città» di Firenze di chiedere o accettare prestazioni sessuali in cambio di denaro. Non si fa differenza dunque tra luoghi aperti al pubblico e case private. C’è da ipotizzare di conseguenza – nel caso l’ordinanza faccia «paura» davvero – uno spostamento nei confini dei comuni limitrofi (Scandicci, Sesto Fiorentino, Bagno a Ripoli, Fiesole tanto per fare alcuni esempi) o anche un maggior utilizzo di case private. Tutto questo sposta solo geograficamente il problema. Non risolve lo scopo dell’ordinanza che è quello di rispondere ad una «urgente necessità di tutelare le persone che sono, o possono essere, oggetto di sfruttamento della prostituzione, attraverso un’azione che prevenga o contrasti detto sfruttamento».

DETERRENZA

L’unico risultato valido dell’iniziativa del sindaco Nardella è quello di tentare una deterrenza. Ci potrà forse essere qualche cliente in meno per le strade, ma lo sfruttamento della prostituzione non lo si elimina così. Lo togli (forse) da una parte e lo ritrovi puntualmente da un’altra. Non a caso lo stesso Nardella ammette su Twitter: «Consapevoli che non sia la soluzione ma comunque un passo avanti». Fino a quando il Parlamento non deciderà di affrontare una volta per tutte la questione a livello nazionale, senza che i sindaci debbano intervenire con provvedimenti che lasciano il tempo che trovano.

La notte dopo l’ordinanza, tra il 15 e il 16 settembre, è scattata intanto una prima denuncia per un cliente di una prostituta. Si tratta di un uomo, italiano – si legge in una nota del Comune – che è stato sorpreso in via Campani a Firenze, zona Nuovo Pignone. L’uomo, dopo aver offerto denaro a una donna albanese in cambio di prestazioni sessuali, si era appartato con lei a bordo della propria auto. La polizia municipale lo ha denunciato. Quanti casi del genere ci saranno in futuro?

 

Qui il testo completo dell’ordinanza 2017/00275 del 14 settembre 2017

 

Il sindaco Dario Nardella firma l’ordinanza comunale contro lo sfruttamento della prostituzione (da Twitter)

 

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