I 200 anni della Polizia Penitenziaria celebrati a Firenze

Automezzi della Polizia Penitenziaria alla Festa 2017 a Sollicciano

Automezzi della Polizia Penitenziaria a Sollicciano

FIRENZE – Da secondini a guardie carcerarie, da agenti di custodia ad appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria. Tanti nomi nel corso della storia. Una sola la «missione speciale», quasi impossibile, da 200 anni: custodire le persone che sono state private della libertà. In questo spirito anche a Firenze è stato celebrato il bicentenario della Polizia Penitenziaria. Una cerimonia semplice ma sentita al tempo stesso che si è svolta all’interno del complesso penitenziario di Sollicciano.

LA GRANDE ASSENZA

Una sola assenza importante tra le tante autorità intervenute. Quella del Comune di Firenze, che non ha mandato nessun rappresentante, tranne una funzionaria della Polizia Municipale che comunque non rappresentava la città ma il Corpo.  Nessuno sembra fosse libero da impegni, tra sindaco, giunta e consiglieri comunali sempre presenti quasi ovunque. Suona strano, anche perché – a quanto si apprende – nell’ultima conferenza dei capigruppo a Palazzo Vecchio era stato deciso di tenere una prossima seduta del Consiglio Comunale proprio a Sollicciano. Il comune di Scandicci, il cui confine comincia in via del Pantano a poca distanza da Sollicciano (in territorio di Firenze), ha invece inviato l’assessore alla Polizia Municipale Andrea Anichini.

RUOLO INVISIBILE

A nome dei circa 350 agenti di Polizia Penitenziaria in servizio a Sollicciano (l’organico sembra sia di almeno 600 unità) ha parlato il comandante della casa circondariale Massimo Mencaroni. Il nostro ruolo «seppur spesso invisibile agli occhi dei cittadini – ha detto – resta essenziale ai fini della prevenzione del crimine e della difesa dello Stato». Non c’è solo il tradizionale compito di garantire sicurezza e legalità negli istituti penitenziari e il trattamento rieducativo per i detenuti. C’è il servizio traduzioni e piantonamento dei detenuti stessi ricoverati in luoghi di cura esterni. Ma anche scorte, investigazioni, attività di polizia stradale.

Un pensiero è stato rivolto anche alla memoria di un collega, l’assistente capo Ivan D’Addio, scomparso in tragiche circostanze una settimana fa a Prato. Un ringraziamento al maestro Mario Ruffini, promotore del progetto scuola di musica di Sollicciano «che ha portato l’insegnamento della musica per figli degli appartenenti al Corpo in questa struttura».

Le autorità e gli ospiti sono stati accolti al loro arrivo dalla dottoressa Margherita Michelini, direttore della Casa Circondariale Gozzini (il «Solliccianino») e dal dirigente superiore della Polizia Penitenziaria Nicola Fiumara, direttore dell’Ufficio sicurezza e traduzioni per Toscana e Umbria. Presente anche una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria (Anppe). Tra gli intervenuti anche gli ex direttori delle Case circondariali di Firenze Oreste Cucurri e di Pistoia Fausto Casarano.

È stata data lettura dei messaggi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del ministro della Giustizia Andrea Orlando e del capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo.

Qui la storia della Polizia Penitenziaria

 

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Sandro Addario

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