Firenze, con i vigili urbani al debutto nei security point

Vigilesse familiarizzano con i cittadini nel giardino del Campo di Marte

Vigilesse familiarizzano con i cittadini nel giardino del Campo di Marte

FIRENZE – Ore 11 piazza Savonarola a Firenze. Un’auto della Polizia Municipale è ferma all’interno della piazza nei pressi di un chiosco. La gente guarda con iniziale diffidenza i due vigili urbani che controllano la zona. Una retata? Un’operazione speciale? L’inizio di una raffica di multe? Niente di tutto questo. Si tratta di un «semplice» security point, quella parolona inglese che molto più semplicemente significa punto di contatto tra cittadini e polizia municipale. E piano piano il contatto arriva davvero. Persone che si fermano per segnalare una buca nel mezzo della piazza, altri che indicano un albero un po’ troppo pericolante proprio sopra la testa dei vigili. Per non parlare di bottiglie e lattine che puntualmente ogni mattina «arredano» le aiuole della piazza.

I due vigili ascoltano, annotano, parlano frequentemente al telefono con la loro Centrale. Avevano fatto lo stesso poco prima in piazza della Libertà, dove – appena notata la loro presenza – erano stati avvicinati da diverse persone per segnalare le tante criticità (piccole o meno) della zona. Non hanno avuto bisogno di presentarsi i due vigili, né di dire «questo è un security point» o per chi avesse capito meno «questo è un punto d’ascolto».

I taccuini si riempiono rapidamente. A fine giornata saranno già qualche centinaio le segnalazioni raccolte in tutta la città. E questo è solo il primo giorno in circa la metà degli 88 security point che verranno messi a regime entro la settimana, secondo le intenzioni del Comune. «Purché le nostre indicazioni non finiscano ferme su un tavolo o dentro un armadio» commenta un pensionato ormai saturo di promesse.

QUI NOVOLI

Ore 15,30 via Giardino della Bizzarria a Novoli. Un’auto della Municipale è ferma nel parcheggio vicino ad una scuola ma anche dove si affacciano molti condomini. La prima (e unica) domanda di qualche automobilista è «Scusi, si può parcheggiare?» temendo che l’insolita presenza di una pattuglia di vigili in quella zona preluda a qualche novità negativa. D’altra parte il destino dei vigili è sempre quello di essere identificati solo come esattori di multe. Servizi di vigilanza, operazioni anti abusivismo, pattuglioni notturni, controlli ambientali, viabilità: tutto questo interessa poco all’immaginario collettivo, preoccupato solo di non rimediare l’ennesima multa per divieto di sosta. Stessa preoccupazione nel volto di qualche genitore in attesa davanti alla scuola, mentre due vigili stanno parlando con una signora che segnala uno dei non pochi problemi di quella strada. Deve intervenire un cronista che sta assistendo alla scena e che spiega alla signora che i due vigili sono lì non per fare multe (una volta tanto …) ma per ascoltare le persone. «Meno male – conclude – l’importante è cominciare a poter dialogare».

QUI CAMPO DI MARTE

Ore 17.10 viale Malta e giardini del Campo di Marte. Due vigilesse stazionano prima davanti alla piscina Costoli, quindi si portano (come si dice nel linguaggio radio) presso i giardini dietro la curva Fiesole dello Stadio. Sono appena arrivate, con il loro security point mobile (che non è altro che la loro auto di servizio), dal giardino di Bellariva in piazza Rosadi. I loro taccuini sono pieni di annotazioni. La gente è venuta incontro con i suoi mille problemi di tutti i giorni, ma anche con richieste e segnalazioni che non riguardassero solo il classico paio di metri quadrati davanti alla porta di casa. Le piccole emergenze si risolvono sul posto, come quella di un cane che era rimasto incastrato nei pressi di una panchina. Per le altre si richiede via radio un intervento più specialistico.

La prima giornata di sperimentazione dei security point si chiude positivamente. I vigili oggi impiegati sembrano soddisfatto del proprio lavoro. Resta il problema delle tante segnalazioni che ci metteranno pochissimo a passare da centinaia a migliaia, se non verranno smaltite in tempo (quasi) reale. Ognuna valida e meritevole di attenzione. Non dovrebbero finire dentro un armadio. Il problema non è partire, ma continuare. Come il famoso motto leonardesco «non chi comincia, ma quel che persevera».

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Sandro Addario

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