Caso Magherini, la corte di appello boccia pene più severe a tre carabinieri
FIRENZE – La corte di appello di Firenze ha respinto la richiesta di pene più severe per tre carabinieri del Comando provinciale di Firenze, accusati di omicidio colposo e condannati in primo grado per la morte di Riccardo Magherini avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2014 a Firenze. La sentenza dei giudici della terza sezione di appello è stata letta alle 17.50 di giovedì 19 ottobre dalla presidente Luisa Maria Romagnoli. Il processo di secondo grado è durato solo 2 udienze: il 15 maggio e il 19 ottobre.
Nel dispositivo si conferma la condanna a 7 mesi per il maresciallo Stefano Castellano e l’appuntato Agostino Della Porta. Resta condannato a 8 mesi l’appuntato scelto Vincenzo Corni. Per loro il procuratore generale Luigi Bocciolini aveva chiesto 1 anno. Confermata anche l’assoluzione per due volontarie della Croce Rossa, Claudia Matta e Janeta Mitrea, per le quali il pg aveva chiesto rispettivamente 1 anno e 8 mesi.
RISARCIMENTO
La Corte di Appello, che pubblicherà le motivazioni della sentenza entro il termine di legge di 90 giorni, ha comunque condannato i tre carabinieri al pagamento – a titolo di risarcimento a carattere provvisionale – di 230 mila euro a favore della famiglia di Riccardo Magherini, nonché ad un parziale rimborso delle spese processuali delle parti civili.
ABUSO DI POTERE
Da ultimo, ma non meno importante, la Corte di Appello ha deciso di trasmettere copia degli atti processuali alla Procura della Repubblica «per ulteriore eventuale corso relativamente al reato di cui all’articolo 608 c.p.». Nella sostanza si tratterebbe di valutare gli estremi per «abuso di autorità contro arrestati o detenuti». Non la responsabilità per la morte di Riccardo Magherini (già esaminata dai giudici di 1° e 2° grado) ma di verificare se i tre carabinieri del Radiomobile intervenuti per bloccare lo stesso Magherini, che era stato segnalato al 112 come persona in forte stato di agitazione causata anche da assunzione di stupefacenti, abbiano sottoposto o meno il Magherini a misure di rigore non consentite dalla legge.
VERSO LA CASSAZIONE
Pur nell’attesa delle motivazioni della sentenza, tira già aria di ricorso in Cassazione. Ne parla l’avvocato Paolo Francesco Maresca, difensore di due dei tre carabinieri, al termine dell’udienza. «L’unico punto per la responsabilità è quello dell’eventuale negligenza dei carabinieri per non aver messo a sedere il povero Riccardo Magherini (è rimasto bloccato a terra durante tutta la fase dell’arresto, in attesa dell’arrivo del medico del 118 n.d.r.). La negligenza e la responsabilità colposa sono concetti su cui la Cassazione giudica in continuazione. Sicuramente faremo ricorso presso la suprema corte».
Circa il presunto abuso di autorità, Maresca sostiene che si tratterebbe di «aprire un fascicolo per un reato diverso, che a mio avviso però è già stato giudicato di fatto in questo processo. Si andrebbe di fatto a creare un doppione di questo procedimento appena concluso. Per questo penso che sia sostanzialmente improcedibile». In altre parole destinato all’archiviazione prima ancora di un eventuale rinvio a giudizio.
Di diverso avviso uno degli avvocati di parte civile, Fabio Anselmo, che – soddisfatto della sentenza nonostante «le pene molto basse per la gravità dei fatti» – vede con favore l’apertura di un’indagine su abuso dei mezzi di contenzione da parte dei carabinieri coinvolti nella vicenda. «È un reato odioso – sottolinea – commesso quando una persona già ‘ristretta’ e non può più reagire. Viene sottoposta a violenza gratuita. Sarebbe un po’ come la tortura».
LA SENTENZA
Qui il testo completo del dispositivo della sentenza di appello
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13 lug 2016
Firenze, condannati 3 carabinieri per la morte di Riccardo Magherini
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