Elisabetta Casellati, Firenze ha portato fortuna alla neo presidente del Senato

Maria Elisabetta Alberti Casellati all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2018

Maria Elisabetta Alberti Casellati all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2018 a Firenze. Alla sua sinistra il presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi e il cardinale Giuseppe Betori

FIRENZE – Firenze ha portato fortuna alla nuova presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Meno di due mesi fa, il 27 gennaio, era intervenuta alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2018 al Palazzo di Giustizia, in rappresentanza del Consiglio Superiore della Magistratura. Era stata eletta come membro «laico» del massimo organo di autogoverno dei giudici nel settembre 2014. Quattro anni di mandato non immediatamente ripetibili, che sarebbero scaduti proprio tra pochi mesi.

LUNGO CORSO

Ben difficilmente la neo presidente di Palazzo Madama (non vuole essere chiamata «presidentessa» riferiscono già alcuni media) quel giorno a Firenze pensa ad un ulteriore passo avanti nel suo più che rispettabile «stato di servizio» nelle istituzioni, iniziato con la prima elezione a senatrice nel 1994. Oltre 20 anni senza mai un cambio di casacca. Può sembrare normale, ma oggi è raro. (Qui il suo curriculum).

FIRENZE: GENNAIO 2018

Durante la seduta inaugurale al Palazzo di Giustizia fiorentino, Elisabetta Casellati è seduta in prima fila a fianco dell’allora presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi. Ascolta con attenzione la relazione della presidente della Corte d’Appello Margherita Cassano e del Procuratore Generale Marcello Viola.

Quando è il suo turno Casellati parla di due anniversari di segno opposto. Gli 80 anni delle leggi razziali in Italia del 1938 «un evento infausto e terribile, vorrei dire disumano, su cui mai dovrà venir meno la massima vigilanza in tutti i settori della società, a partire dalle Istituzioni».

Secondo anniversario sono i 70 anni della Costituzione del 1948 «un baluardo di civiltà che ha garantito e garantisce la pacifica convivenza comune, agli antipodi dunque di quella scellerata ignominia». «Chi vi parla – sottolinea Casellati – ha ricordi intensi e dolorosissimi della Resistenza che attingono alle sue radici famigliari, ed è con animo dunque sinceramente partecipe che invito alla condivisione memore dei nostri valori fondanti, perché ciò che è accaduto non abbia ad accadere mai più». Una Costituzione che Piero Calamandrei definì positivamente «presbite», perché capace di «saper guardare avanti, al di sopra delle evenienze quotidiane e contingenti».

MAGISTRATI PROTAGONISTI

Apprezzamento per la Costituzione presbite e per l’organo di autogoverno dei giudici («che funziona, con pregi e difetti»), ma non manca il dito puntato su magistrati che peccano di protagonismo. «I magistrati dovrebbero avere una personale sensibilità sulla sovraesposizione mediatica perché, purtroppo, fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce» dice con particolare vigore Elisabetta Casellati. «Il fracasso e la luce dei riflettori – aggiunge – provoca immediata attenzione, ma è un’attenzione effimera, che alla fine si converte in una generale ripulsa. I danni più gravi ed irreparabili li soffre non il magistrato che induce al protagonismo ma, come insegnava Calamandrei, l’obiettivo di rendere la magistratura tutta protagonista di una nuova stagione di impegno e di servizio».

Qui il testo completo dell’intervento a Firenze il 27 gennaio 2018 di Maria Elisabetta Alberti Casellati 

PALAZZO MADAMA

Due mesi dopo, è il 24 marzo 2018, Maria Elisabetta Alberti Casellati pronuncia un altro discorso. Quello del suo insediamento in Aula come Presidente del Senato, la seconda carica dello Stato. La «prova generale» di Firenze le ha portato bene.

 

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Sandro Addario

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