Il bilancio 2017 della Regione Toscana promosso della Corte dei Conti, ma non mancano rilievi

La Sezione regionale toscana di controllo della Corte dei Conti durante l'udienza del 26 luglio

La Sezione regionale toscana di controllo della Corte dei Conti durante l’udienza del 26 luglio

FIRENZE – La Corte dei Conti «promuove» il bilancio 2017 della Regione Toscana, ma non mancano richiami e giudizi negativi sulla gestione. È l’esito del cosiddetto «giudizio di parificazione», che deve accertare la conformità dei risultati del rendiconto generale della Regione con le leggi di bilancio. La seduta pubblica dei giudici contabili della Sezione regionale di controllo della Corte – presidente Cristina Zuccheretti – si è svolta giovedì 26 luglio presso la sede di Firenze in viale Mazzini. Tra i presenti in sala il nuovo prefetto di Firenze Laura Lega, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, l’assessore regionale alla Presidenza Vittorio Bugli, che ha la delega per Bilancio e Finanza.

DISAVANZO

Nel 2017 le entrate sono ammontate a 11,4 miliardi, le spese a 11,9 miliardi. Il risultato finanziario è negativo per 680 milioni, in peggioramento rispetto a quello del 2016 (-167,08 milioni). Un segnale di allerta evidenziato dalla Corte dei Conti è il cosiddetto «disavanzo sostanziale» (che deve includere le somme vincolate e accantonate per far fronte a crediti di dubbia esigibilità e a rischi potenziali) pari a – 2,7 miliardi. Di fatto è oltre il 20% di tutte le entrate della Regione.

SPESA SANITARIA

Quello che pesa maggiormente sul bilancio della Regione Toscana è la spesa sanitaria. Nel 2017 è stata di 6,7 miliardi (in linea con il 2016), oltre la metà di tutte le spese dell’Ente. Peggiora – hanno evidenziato i giudici contabili – il «disavanzo sanitario», arrivato nel 2017 a oltre 122 milioni. Si tratta dei risultati di gestione negativi accumulati negli anni, «in parte conseguente al contenzioso in atto con le case farmaceutiche in materia di rimborsi».

DIPENDENTI

Nel corso del 2017 la Regione Toscana ha completato un processo di razionalizzazione organizzativa «che ha consentito di ridurre gli organici dalle 2.889 posizioni del 2013 alle 2.415 attuali». Una riduzione di oltre il 16%. Per le posizioni dirigenziali il decremento è stato superiore al 48 per cento, con un taglio da 192 a 100 unità. «Questo – si legge nel Documento di sintesi della Sezione di controllo della Corte dei Conti – ha consentito di attenuare sensibilmente l’impatto derivante dall’immissione di 1.058 unità di personale proveniente dalle soppresse province».

La relazione allegata al rendiconto generale della Regione Toscana 2017 è stata illustrata nell’udienza dai magistrati Fabio Alpini, Mauro Nori e Giancarlo Carmelo Pezzuto. È stato quindi il turno del Procuratore Regionale della Corte, Acheropita Rosaria Mondera, che durante il giudizio di parificazione non svolge funzioni inquirenti o requirenti ma solo di «osservatore» della corretta gestione della spesa regionale. Eventuali singoli episodi di illeciti o sprechi di risorse – è stato sottolineato – riguardano l’ordinaria azione di responsabilità amministrativa esercitata dal pubblico ministero contabile.

IL PESO DEI DERIVATI

Anche quest’anno le operazioni finanziarie in derivati pesano notevolmente sul bilancio della Regione Toscana. Solo nel 2017 le residue operazioni in derivati – ha ricordato il procuratore Mondera che ha citato l’economista americano Warren Buffet, per il quale sono «armi finanziarie di distruzione di massa» – hanno determinato flussi finanziari negativi per 10,4 milioni. Perdite che, dalla data di stipula dei attuali 7 contratti derivati fino al dicembre 2017, «ammontano alla considerevole cifra di 150 milioni di euro e superano l’importo degli interessi complessivamente dovuti sui finanziamenti originari, pari a 130 milioni di euro».

Tali contratti finanziari in derivati erano stati stipulati agli inizi degli anni 2000 soprattutto per proteggere dal potenziale rialzo dei tassi d’interesse i finanziamenti ottenuti dalla Regione Toscana presso le banche. Diversamente il contraente doveva pagare una penale. Tra questi derivati – viene rilevato nella relazione del procuratore Mondera – ce n’è anche uno stipulato nel 2006 con la Banca Monte dei Paschi «quando ormai gli analisti prevedevano che i tassi di interesse sarebbero diminuiti a seguito del rallentamento dell’economia». Come poi si è verificato. Tanto che questo derivato con la banca senese ha comportato perdite dal 2006 al 2017 per il bilancio della Regione Toscana pari a 8,2 milioni di euro.

SOCIETÀ PARTECIPATE

Tra i rilievi della Procura Regionale c’è anche la gestione delle società partecipate. Una «galassia» di 25 partecipazioni dirette e circa 50 indirette per un valore complessivo di 269 milioni. Verso di queste la spesa regionale è di oltre 110 milioni. E la gestione finanziaria non incoraggia l’ottimismo. Maglia nera resta, come in passato, la Fidi Toscana spa (partecipata al 46,28%) che dal 2012 al 2017 ha accumulato perdite per quasi 40 milioni. Non va meglio Arezzo Fiere e Congressi srl (partecipata al 39,89%) che solo nel 2017 ha chiuso con una perdita di -1,7 milioni e che «ha in corso diverse controversie con il Comune di Arezzo per l’assoggettabilità ad Ici e Imu di beni immobili, il cui esito potrebbe tramutarsi in una pesante perdita».

Stessa sorte per Firenze Fiere spa (partecipata al 31,95%) che nel 2017 ha perso 2,6 milioni. Un risultato negativo «dovuto principalmente all’accertamento Imu da parte del Comune di Firenze, anche per annualità pregresse». Ma non mancano casi anche di società partecipate con un organico molto ridotto. «Le Terme di Chianciano Immobiliare spa ha un solo dipendente – ha osservato il consigliere Pezzuto – mentre nel caso di Terme di Casciana spa non risulta alcun dipendente, bensì il solo amministratore unico».

«ARTIFICIO CONTABILE»

L’ultima «stoccata» della sua requisitoria, il procuratore regionale Mondera l’ha riservata «a una questione che solo apparentemente è di carattere contabile, ma che comporta pesanti e concrete ripercussioni sull’intero bilancio della Regione». Di che si tratta? Nel bilancio preventivo 2017 la Regione Toscana ha inserito 2,8 miliardi di «quote di avanzo di amministrazione». In altri termini la Regione, secondo la Procura, ha redatto il bilancio preventivo utilizzando a copertura della spesa anche entrate future eventuali o comunque entrate vincolate, valide solo per certe specifiche spese.

Per un ente con un disavanzo di sostanziale di 3 miliardi di euro – ha osservato Mondera – «la copertura di spese tramite l’iscrizione in entrata di poste che in realtà non costituiscono fonte di finanziamento, ma voci da ricostituire, appare quasi un artificio contabile, soprattutto quando l’Ente versa in disavanzo non solo sostanziale ma anche formale e, quindi, si trova in una situazione in cui le risorse a disposizione non sono neppure sufficienti a far fronte agli impegni già assunti».

LA REPLICA DELL’ASSESSORE (AUDIO)

Nella sua replica – concessagli dalla presidente Zuccheretti – l’assessore regionale alla presidenza Vittorio Bugli (assente il presidente della Regione Enrico Rossi) ha apprezzato l’ «approvazione» del bilancio da parte della Corte, assicurando ogni cura per seguire le osservazioni e i rilievi formulati dai giudici contabili. «Faremo una seria e pronta riflessione – ha detto Bugli – sulla questione degli avanzi vincolati, che dovremo però porre anche a livello nazionale. Come pure occorre una definizione certa e duratura di quello che è il confine tra i conti della Regione e quelli della Sanità».

Qui l’intervento integrale dell’assessore Vittorio Bugli (AUDIO)

 

I DOCUMENTI DELLA CORTE DEI CONTI

 

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Sandro Addario

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