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Accademia Navale, la giornata degli allievi sul Vespucci 2018 (FOTO-VIDEO)

L'armadietto a disposizione degli allievi su Nave Vespucci

L’armadietto a disposizione degli allievi su Nave Vespucci: se non è in ordine perfetto c’entra ben poco

OCEANO ATLANTICO – Per gli allievi dell’Accademia Navale non c’è tempo per il riposo durante la giornata a bordo della Nave scuola Amerigo Vespucci della Marina militare. La campagna d’istruzione 2018 ha già compiuto metà del suo percorso nel nord Europa e lo storico vascello sta ora navigando a vele spiegate tra la Gran Bretagna e la Francia. Tornerà a Livorno il 22 settembre.

Abbiamo seguito a bordo la giornata degli oltre 120 allievi di Accademia, di cui alcuni provenienti da paesi esteri (tra cui Kuwait, Arabia Saudita, Ucraina, Malta, Perù e Tunisia).

Ore 7. «Sveglia equipaggio» recita puntualmente ogni mattina di navigazione l’altoparlante di bordo, senza fare sconti a nessuno.

Ore 7,15. La giornata comincia subito. Appena quindici minuti di tempo per mettersi in piedi e già gli allievi devono aver riposto tutte le proprie cose nel rispettivo armadietto ed essere pronti per la colazione. Tutto succede – da quando esiste il Vespucci dal 1931 – nello stesso locale dove chi non era di guardia ha dormito sulle amache, che devono essere rapidamente riposte per non ingombrare quelli che allo stesso tempo sono banchi di studio ma anche tavoli da pranzo.

Ore 8,15. Un allievo riferisce in plancia al Comandante del Vespucci, il capitano di vascello Roberto Recchia, la situazione meteo.

Ore 8,30. I minuti scorrono rapidamente. Gli allievi devono essere in perfetto ordine allineati sul ponte di poppa (il cassero) del Vespucci per l’«assemblea». È la quotidiana riunione di inizio giornata dove il comandante alla classe, il tenente di vascello Alessandro Consoli, aggiorna gli allievi e il suo staff sulle disposizioni operative della giornata. Tradizione in Marina vuole che l’assemblea sia anche il momento per raccomandazioni (che non di rado diventano rimproveri singoli o generali) sul comportamento tenuto o da tenere. È lì che si impara, ancora una volta, il concetto di squadra e lo spirito di appartenenza al proprio corso. Dove i solisti non hanno futuro.

Allievi schierati sul ponte di Nave Vespucci

A seguire 24 ore su 24 da vicino gli allievi ci sono gli sono gli «inquadratori». Quest’anno il ruolo è stato affidato ad un gruppo di Guardiamarina (l’equivalente del sottotenente nelle altre forze armate) giunti al 4° anno di Accademia. Sono il riferimento costante dei neo allievi, ai quali possono offrire la loro esperienza e il loro aiuto, severo o meno secondo le circostanze, ma sempre di stimolo. Anche loro sono stati – in tempi che sembrano lontanissimi ma sono appena tre anni – allievi della prima classe, quando negli occhi dei loro inquadratori cercavano un supporto e un riferimento.

Ore 9. Iniziano le tante attività della lunga giornata degli allievi. Secondo i turni si va dal riassetto e pulizia dei locali, alle lezioni di inglese, alle lezioni (e ripetizioni) di scienze nautiche: navigazione, astronomia nautica, oceanografia. Ma anche la vedetta su tre lati della nave (il posto a prua è di un nocchiere dell’equipaggio) e appena possibile attività sportive sui ponti esterni.

Non mancano i – molto ambìti – turni di guardia in plancia, dove molto spesso si vede il timone di una nave come il Vespucci nelle mani di un giovanissimo (e in cuor suo emozionato) allievo o allieva di Accademia, naturalmente sotto l’occhio vigile degli ufficiali di rotta e dei nocchieri. Ma ci sono anche le guardie presso la Centrale di Sicurezza (il cervello che tiene sotto controllo 24 ore su 24 tutte le strutture della nave). Come pure altri turni di guardia per gli allievi riguardano l’ausilio al reparto marinaresco della nave (manovre alle vele e nell’ormeggio e disormeggio) e al personale dell’infermeria.

Un allievo dell’Accademia Navale al timone del Vespucci

Ore 9,30 circa. Alcuni allievi a turno illustrano al Comandante del Vespucci la seconda delle tre relazioni (necessariamente chiamate «briefing») quotidiane sul meteo. Stato del tempo, del mare e dei venti lungo la rotta. Con indicazione delle attività che si possono o meno svolgere. Dalla navigazione a vela anziché a motore, alle esercitazioni degli allievi sulle alberature del Vespucci: quella che in Marina è chiamata la «salita a riva».

Ore 12,15. In un momento si arriva al turno di «mensa guardia», come annuncia l’altoparlante, destinata all’equipaggio che deve entrare nel turno dalle 13 alle 16. Seguirà alle 13.15 il turno di «mensa generale» per tutti gli altri. Un’occasione questa anche per frazionare l’impegno del personale della cucina, che complessivamente deve preparare (tra colazioni, pranzi e cene) circa 1200 coperti al giorno.

Ore 14,30 circa. Nel pomeriggio riprendono, senza soluzione di continuità, tutte le attività didattiche e operative per gli allievi dell’Accademia navale, già avviate nella mattina. Si avvicina settembre e alcuni di loro dovranno sostenere – per poter accedere alla 2ª classe – gli esami di riparazione. Sono ore di studio intenso a bordo tra un turno di guardia e l’altro.

Ore 19 e 20,15. Ancora due turni di mensa, prima di arrivare alle osservazioni stellari.

Ore 21. È il momento – nuvole permettendo – di puntare gli occhi al cielo con il sestante. Normalmente tutto questo avviene al momento del crepuscolo e di conseguenza l’orario cambia in relazione al periodo dell’anno e al luogo dove il Vespucci sta navigando. Lo stesso tipo di osservazione del cielo avviene poco prima dell’alba e a metà giornata rivolta al sole. Uno studio base per i futuri ufficiali di Marina, che sapranno così navigare seguendo solo le stelle. Probabilmente nel loro futuro a bordo di navi iper tecnologiche non ne avranno bisogno, ma resta sempre un fondamento della loro cultura marinaresca. Un po’ come lo studio del latino e greco nei licei classici, tanto per fare un paragone.

Ore 21,30. Ultimo briefing meteo per il Comandante prima dell’inizio della lunga notte. Nei tre locali destinati agli allievi, ciascuno comincia a preparare la propria amaca per dormire. Chi è di turno dalle 24 alle 4 dormirà qualche mezz’ora prima di rialzarsi e quindi tornare a dormire fino alle 7. Chi invece è di turno dalle 4 alle 8 è un po’ più fortunato, ancora di più chi fa 20-24, la cosiddetta «notte franca». Ma dura lo spazio di un paio di giorni, perché il turno di notte non dimentica nessuno e lo spazio per il «Rco», recupero condizione operativa, è sempre poco. Tradotto si chiama sonno. Di facilissima applicazione appena appoggiata la testa sull’amaca.

 

2 – CONTINUA

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