Flussi di denaro sporco tra Italia e Marocco: 7 arrestati a Firenze

Bloccato flusso di denaro di provenienza illecita da Firenze al Marocco

Bloccato flusso di denaro di provenienza illecita da Firenze al Marocco

FIRENZE – Sette persone in carcere, due ai domiciliari, cinque obbligati a presentarsi periodicamente alla polizia giudiziaria. È l’esito dell’Operazione «Nemesi» (dal nome della dea greca distributrice di giustizia) condotta dalla Guardia di Finanza di Firenze contro due gruppi criminali particolarmente agguerriti nell’esercizio abusivo dell’attività finanziaria con carattere di transnazionalità. Ma anche di riciclaggio di denaro di provenienza illecita, in particolare da spaccio di stupefacenti.

LE INDAGINI

Oggetto delle indagini sono state oltre 20 persone di nazionalità marocchina ma residenti quasi tutte a Firenze e provincia. L’operazione, svolta dal Gruppo Tutela Mercato Capitali del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Firenze sotto la direzione del pubblico ministero Ester Nocera, sono partite dall’analisi di operazioni sospette nei confronti di soggetti di etnia marocchina, a seguito delle quali è stata accertata l’esistenza di due gruppi organizzati, che si occupavano di raccogliere e trasferire somme di denaro tra l’Italia ed il Marocco.

Le indagini – si legge in una nota della Guardia di Finanza – «hanno permesso di rilevare l’esistenza di due vere e proprie banche abusive con ‘sportelli’ presso esercizi commerciali del Centro storico di Firenze». Tra questi anche un’agenzia di viaggi, la CSI Centro Servizi Immigrati di via Maso da Finiguerra a Firenze e una macelleria in via della Scala. Secondo quanto ricostruito i due gruppi, tra il 2017 e il 2018, sarebbero stati in grado di trasferire illecitamente in Marocco somme di denaro, di origine delittuosa, per un importo complessivo di circa 5 milioni di euro.

BONIFICO WHATSAPP

Non c’era bisogno di andare in banca. Bastava un messaggio WhatsApp al numero «giusto» in Marocco con la foto dell’attestazione del «bonifico» da effettuare. Le istruzioni venivano rapidamente raccolte ed eseguite con una maxi commissione che spesso arrivava anche al 20% dell’importo.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, disposte dal Gip Anna Liguori, sono state effettuate una trentina di perquisizioni domiciliari/locali nelle province di Firenze, Brescia, Massa Carrara e Lucca. Gli indagati sono residenti, oltre che a Firenze, nei comuni di Fucecchio, Sesto Fiorentino, Signa, Figline Valdarno, San Casciano Val di Pesa, Massarosa (LU), Massa (MS) e Desenzano del Garda (BS).

 

 

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Sandro Addario

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