Aeronautica e Università di Firenze: consegnati diplomi a 101 ufficiali (FOTO)

Ufficiali dell'Aeronautica durante la cerimonia all'Università di Firenze

Ufficiali dell’Aeronautica durante la cerimonia all’Università di Firenze

FIRENZE – Centouno giovani capitani dell’Aeronautica Militare hanno concluso un corso specialistico di sei mesi presso l’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche (Isma), svolto in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze. Un master di secondo livello su « Leadership e Analisi Strategica», materie indispensabili quanto il volo e la meteorologia per progredire con successo nella carriera di ufficiali dell’Arma azzurra.

Questo ciclo formativo, che nacque con una convenzione del 2009 ed oggi rinnovata, viene frequentato Capitani dell’Aeronautica – prossimi alla promozione a Maggiore – appartenenti ai ruoli normali dei Naviganti, delle Armi, del Corpo di commissariato e del Genio aeronautico. 800 ore di lezioni ed esercitazioni condotte da professori universitari ed insegnanti militari su temi relativi al potere aereospaziale, la situational awareness, la leadership e le innovative metodologie manageriali integrate, l’analisi strategica, le relazioni internazionali e la geopolitica, il diritto internazionale e umanitario e il diritto amministrativo.

La cerimonia della consegna degli attestati di partecipazione al Master si è svolta mercoledì 20 febbraio nell’aula magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze. Presenti il rettore magnifico Luigi Dei, il generale Vincenzo Nuzzo comandante dell’Isma, il professor Luciano Bozzo docente di Scienze Politiche e coordinatore del Master per gli ufficiali dell’Aeronautica.

LEADERSHIP

«Gli obiettivi che si pone questo corso – ha ricordato il generale Nuzzo nel suo saluto introduttivo – sono quelli di sviluppare nei frequentatori, le conoscenze, le competenze e i comportamenti necessari per inserirsi proficuamente sia nel contesto decisionale della Forza Armata, che nell’ambito interforze ed internazionale. Nell’attuale situazione geopolitica, quanto mai instabile ed in continua evoluzione, le forze armate, devono dimostrare di essere pronte ad affrontare le nuove sfide, investendo nella formazione dei futuri leader che dovranno essere in grado di assolvere con competenza e professionalità i compiti che la nazione continuerà ad affidare loro». E rivolgendosi direttamente agli ufficiali «neo diplomati» Nuzzo ha detto : «Noi vi abbiamo insegnato a pescare ora tocca a voi mettere a frutto le vostre conoscenze e nutrire voi stessi e la nostra Forza Armata. Sappiate quindi essere i protagonisti del futuro della nostra organizzazione e del nostro Paese con orgoglio per costruire una società sempre migliore».

«In dieci anni dall’istituzione di questo master – ha ricordato il professor Bozzo salutato da un lungo e spontaneo applauso – sono passati circa 900 ufficiali dell’Aeronautica Militare, gli stessi da cui escono e usciranno i vertici della Forza armata. È un motivo di soddisfazione e di orgoglio, non solo per gli stessi frequentatori ma anche per l’Ateneo fiorentino e la città di Firenze». «Possiamo aggiungere – ha proseguito Bozzo – che viene formata una vera e propria élite di servitori dello Stato. Non nel senso di fruitori di privilegi ma di persone messe nelle condizioni migliori per svolgere i compiti sempre più impegnativi e delicati che verranno loro affidati».

DEI: NO ALLE SOLUZIONI SEMPLICI

La soddisfazione e gli auguri dell’Università degli Studi di Firenze sono stati espressi dal rettore magnifico professor Luigi Dei che ha sottolineato le principali doti richieste in tema di leadership: ragione, equilibrio, saggezza, capacità critica. «Perché – ha detto ai giovani ufficiali – più i fenomeni che vi troverete ad affrontare saranno complessi e più sarà opportuno rifuggire dalle soluzioni semplici. La storia anche recente è piena di soluzioni ‘semplici’: come le due guerre mondiali e i sistemi totalitari che non hanno portato a niente». «Quando il cielo è minaccioso – ha concluso Dei citando Bob Dylan – e il mare è cattivo, bisogna tenere aperto l’oblò della speranza e dell’ottimismo».

 

 

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Sandro Addario

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