Corte dei Conti Toscana, pochi sindaci all’inaugurazione dell’anno 2019

Il presidente Amedeo Federici dichiara aperto l'anno giudiziario 2019 della Corte dei Conti della Toscana

Il presidente Amedeo Federici (al centro) dichiara aperto l’anno giudiziario 2019 della Corte dei Conti della Toscana

FIRENZE – Appuntamento tra i magistrati contabili e gli amministratori degli enti locali della Toscana, quello che si è svolto giovedì 28 febbraio in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2019 della Corte dei Conti della Toscana. «Una presenza vista anche come occasione di riflessione collaborativa, oltre che conoscitiva» ha detto nella sua relazione il presidente della Sezione giurisdizionale regionale toscana Amedeo Federici, ricordando anche che il cosiddetto potere giudiziario altro non è che il «servizio giustizia da rendere alla comunità». Su 273 Comuni della Toscana, le presenze di sindaci all’udienza-evento non ha però superato la ventina. Numero significativo del «termometro» con cui gli amministratori toscani guardano all’attività e alla funzione della Corte dei Conti. Eppure per molti sindaci, specie dei centri minori, un contatto diretto con i magistrati contabili sarebbe stato opportuno e utile.

Tra i presenti molti prefetti della Toscana, il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, il sindaco di Firenze Dario Nardella, i vertici della Magistratura, Guardia di Finanza e Carabinieri.

La cerimonia, per il terzo anno consecutivo, si è svolta nella suggestiva aula magna dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche (Isma) delle Cascine, ben più ampia dell’aula delle udienze della sede regionale della Corte dei Conti in viale Mazzini. Per la prima volta, evento significativo per la Toscana, ha partecipato il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema, che nel suo saluto ha sottolineato la costante e silenziosa azione di controllo sulla gestione del denaro pubblico da parte della magistratura contabile. Al centro come in periferia «noi ci siamo» ha precisato. Al suo arrivo da Roma, prima della cerimonia all’Isma, Buscema è andato a visitare la Sezione Controllo Regionale in via dei Servi incontrandosi con il personale di quegli uffici. Successivamente il presidente ha raggiunto, a fine mattinata, la sede della Corte dei Conti in viale Mazzini, per un contatto diretto con gli addetti alla Sezione Giurisdizionale e della Procura regionale.

 

 

LE PRINCIPALI CONDANNE

 Nel 2018 la Sezione giurisdizionale della Toscana (il «tribunale contabile» composto da solo 4 magistrati più il presidente, su una pianta organica complessiva di 8) ha emesso 98 sentenze in materia di responsabilità amministrativa, di cui 69 di condanna per danni all’Erario di oltre 14 milioni di euro. Tra queste spicca la nota condanna a 7,1 milioni di euro a carico dell’ex Direttore dell’Agenzia delle Entrate di Firenze Nunzio Garagozzo (sentenza n° 117/2018) «a titolo di danno patrimoniale diretto e all’immagine, per condotte, di rilievo anche penale, consistite nell’adozione, con riferimento a complesse vicende di natura societaria e tributaria, di atti contrari ai doveri del proprio ufficio». La difesa è già ricorsa in 2° grado e la Sezione Giurisdizionale di Appello a Roma deciderà in un’unica udienza in programma, a quanto si apprende, entro la prima metà di marzo prossimo.

Particolare attenzione, da parte della Corte dei Conti, è stata rivolta ai mancati introiti dell’imposta di soggiorno da parte dei comuni della Toscana. Numerose le condanne a carico di responsabili di strutture ricettive, che, nella loro qualità di agenti contabili, avrebbero dovuto incassare l’imposta dai clienti per poi riversarla al proprio comune. Di fatto, in non pochi casi, quel tributo è rimasto nelle tasche di chi lo aveva puntualmente incassato. «Un vero e proprio incameramento abusivo di soldi pubblici» commenta il presidente Federici.

La singolarità toscana – come rilevato anche dal procuratore regionale Acheropita Mondera nella sua relazione – è che «l’80% del mancato riversamento riguardi alberghi siti nel comune di Firenze». Pochi i casi segnalati a Siena e Montecatini Terme. Dalla riviera toscana nessuna segnalazione. «Ma le città d’arte e i comuni turistici in Toscana sono numerosi – dice la dottoressa Mondera – tanto da chiedersi se gli enti locali provvedano o meno ad attenzionare e controllare adeguatamente il pagamento dell’imposta da parte dei gestori degli alberghi».

ATTIVITÀ SANITARIA

In tema di malasanità spicca la sentenza (n°144/2018) che condanna sei case di cura private di Firenze in convenzione «per aver chiesto e ottenuto indebiti rimborsi per 1.377.000 euro disponendo il ricovero non necessario di pazienti da sottoporre ad interventi chirurgici a bassa complessità da attuarsi in day hospital». In pratica in queste Case di cura venivano ricoverati pazienti provenienti soprattutto dal Sud Italia con 1 o 2 giorni di anticipo rispetto all’intervento «quasi fosse un albergo – scrive il procuratore regionale Mondera – ed il maggior costo relativo al ricovero veniva traslato sull’Azienda sanitaria, determinando così una spesa indebita, inutile e dannosa».

Poteva avere conseguenze molto gravi aver «dimenticato» una garza nel corpo di una paziente appena operata in un ospedale fiorentino nell’ottobre 2005. Ma non è finita lì. Sottoposta ad un nuovo intervento per rimuovere quell’oggetto estraneo, la donna ha continuato ad accusare dolori. Si è quindi scoperto che una seconda garza era ancora rimasta nel suo corpo. Di fatto la paziente (si fa per dire, a questo punto) ha dovuto subire tre interventi in una settimana al posto di uno. Condannati il medico e la ferrista a rimborsare – sia pure parzialmente – l’Azienda Sanitaria per il pagamento effettuato alla Compagnia di assicurazione che aveva risarcito la paziente.

Emblematico anche il caso della condanna di tre dirigenti dell’Azienda Sanitaria 4 di Prato (ora Usl Toscana Centro), alla quale una signora aveva effettuato una donazione vincolata alla realizzazione di un progetto di aggiornamento dei medici di chirurgia vascolare. Di fatto questo progetto non era mai stato attuato. Da qui la sentenza di condanna (n° 145/2018) a risarcire l’Azienda sanitaria che si era trovata costretta a restituire alla donatrice la somma inutilizzata (35.000 euro) perché – si legge nella relazione del procuratore generale – «i Responsabili dell’ente non sono stati in grado, a causa di una condotta gravemente colpevole e negligente, di utilizzare la somma donata, nonostante avessero accettato la donazione con l’impegno di utilizzarla nei tempi e nei modi stabiliti nell’atto di liberalità».

DENUNCE ANONIME

Sono state 1540 (+ 11% sull’anno precedente) le denunce arrivate nel 2018 alla Procura regionale della Corte dei Conti della Toscana, che hanno dato origine all’apertura di un fascicolo d’indagine per danno erariale. La maggior parte arrivano dagli Enti locali (33%), da enti statali (30%), da enti pubblici (15%). Molte anche quelle dai privati, oltre 100.

Ma non mancano neanche le denunce anonime pari al 2,5% del totale. Naturalmente per essere prese in considerazione queste ultime denunce devono essere ben circostanziate e motivate. L’articolo 54 del Codice della Giustizia contabile prevede che «il procuratore regionale, a seguito di notizia di danno, comunque acquisita, ove non ritenga di provvedere alla sua immediata archiviazione per difetto dei requisiti di specificità e concretezza o per manifesta infondatezza, dispone l’apertura di un procedimento istruttorio ed assegna, secondo criteri oggettivi e predeterminati, la trattazione del relativo fascicolo». Basta dunque una lettera anche anonima, purché precisa e fondata, inviata alla Corte dei Conti per far scattare l’attenzione della Procura regionale. La Giustizia ha bisogno anche di questo.

Qui il testo integrale della relazione 2019 del Presidente Amedeo Federici

Qui il testo integrale dell’intervento del Procuratore Regionale Acheropita Mondera

CONTROLLO

Tra gli interventi della giornata c’è stato quello di Cristina Zuccheretti, presidente della Sezione Regionale Controllo Toscana della Corte dei Conti. Si tratta dei giudici che verificano soprattutto i bilanci e la corretta gestione finanziaria di Regione e degli Enti locali che hanno sede sul territorio. Un flusso di spesa pubblica di circa 20 miliardi, tra Regione (10 mld), i 273 comuni (8 mld), le 8 tra Asl e Aziende ospedaliere, 25 tra Unioni Comunali e Comunità Montane. Nel suo intervento Zuccheretti ha tra l’altro auspicato per le Sezioni di Controllo «una struttura normativa e ordinamentale maggiormente puntuale, come ad esempio un codice del controllo, ad analogia di quanto già realizzato nell’ambito giurisdizionale, e una dotazione congrua di strumenti e di personale di magistratura ed amministrativo». (Qui il testo completo del suo intervento)

Il saluto dell’Ordine forense è stato portato dall’avvocato Salvatore Paratore, che ha tra l’altro sottolineato il frequente problema dell’incertezza e della sovrabbondanza delle norme che regolano i rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadini. Ne consegue – ha detto Paratore – che «spesso il funzionario pubblico che, per evitare di incorrere in responsabilità contabili, preferisce astenersi dal compiere atti oggettivamente utili ai cittadini. La c.d. inerzia difensiva precauzionale è un’altra grave conseguenza derivante dalla mancanza di chiarezza, dalla mancanza di serenità in chi deve applicare le norme, e crea un doloroso solco fra l’Amministrazione Pubblica – attenta a non incorrere in errore – ed i cittadini in attesa di ricevere aiuto e supporto per rispondere alle proprie necessità».

L’intervento conclusivo è stato del vice Procuratore Generale Paola Briguori, a nome dell’Associazione Magistrati della Corte dei Conti, che ha tra l’altro auspicato per la magistratura contabile il recupero di ambiti di giurisdizione perduti come nel caso – ha detto – dei danni alle società in mano pubblica.

 

Giorgio Vasari - Allegoria della Giustizia (1543) – Museo Nazionale di Capodimonte Napoli

Giorgio Vasari – Allegoria della Giustizia (1543) – Museo Nazionale di Capodimonte Napoli

Questa immagine è stata inserita dal Procuratore Regionale Acheropita Mondera nella sua relazione 2019. «La giustizia – si legge nella relazione stessa – è al centro della scena del quadro come lo è della vita. Mentre tiene al guinzaglio i sette vizi che la minacciano (timore, ignoranza, corruzione, crudeltà, maldicenza, bugia e tradimento), con il braccio sinistro stringe uno struzzo. Questo, per la sua lentezza e tenacia nella digestione, indica la pazienza, simbolo della ponderazione con cui è necessario trattare le vicende giudiziarie, ricordando sempre che dietro le carte processuali ci sono le persone. E con la mano destra incorona la verità, raffigurata come un anziano, il cui accertamento costituisce lo scopo di ogni processo».

 

FOTOGALLERY DELLA CERIMONIA 

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Sandro Addario

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