Scontri di notte a Firenze tra tifosi dell’Atalanta e polizia

Il pullman dei tifosi dell'Atalanta fermo poco prima dell'entrata nel casello Firenze Sud

Il pullman dei tifosi dell’Atalanta fermo poco prima dell’entrata nel casello Firenze Sud

FIRENZE – Notte di violenza a Firenze tra tifosi dell’Atalanta e la polizia, al termine della partita di coppa Italia con la Fiorentina terminata con un pareggio tutt’altro che sfavorevole per la squadra ospite. Gli scontri e i momenti di alta tensione sono avvenuti quasi al buio sul viadotto di Varlungo, il raccordo che porta dalla città al casello autostradale Firenze Sud. Sia il viadotto che il casello in entrata in A1 sono rimasti bloccati per almeno tre ore, nel cuore della notte. Bilancio cinque poliziotti feriti e almeno 130 tifosi bergamaschi identificati e fotosegnalati.

NEL FORMAGGINO

Tutto è cominciato poco dopo la mezzanotte tra mercoledì 27 e giovedì 28 febbraio. La tifoseria bergamasca ha potuto lasciare lo stadio Franchi dopo essere rimasta – per motivi di sicurezza nel dopo partita – circa 1 ora all’interno dei settori riservati, il cosiddetto «formaggino». Era stata un’importante trasferta quella a Firenze, tanto che da Bergamo si calcola siano arrivati almeno 3000 tifosi dell’Atalanta. Per contenerli non è bastato neppure tutto lo spazio dei due settori in cui è diviso il «formaggino», tanto che una parte è stata fatta entrare persino nella zona «cuscinetto» dei settori stadio, limitrofo alla Maratona.

TRAVISAMENTI E CAPPUCCI

Quando il lungo corteo di pullman comincia a muoversi, lungo il tragitto verso l’autostrada la polizia nota che all’interno di uno degli automezzi gran parte degli occupanti (almeno una cinquantina) cominciano a travisarsi e a indossare cappucci. Non può che essere un segnale che sono pronti ad un’azione offensiva non certo improvvisata. Da qui la decisione delle forze dell’ordine di «monitorare» attentamente questo pullman, che nel frattempo continua comunque la sua strada.

Arrivato sul ponte di Varlungo, il bus comincia a rallentare bloccando di fatto anche gli altri pullmann dietro di sé. All’interno sembra che gli occupanti stiano costringendo l’autista a bloccare il mezzo, nonostante si trovi nel mezzo di un raccordo autostradale. L’autista cerca di resistere e di prendere tempo, ma non può far altro che obbedire. A meno di un minuto dal casello dell’autostrada, il bus è fermo nel buio della notte. Poco più avanti, sulla direzione opposta c’è un’area di servizio. Può darsi che si sia sparsa la voce che ci possano essere tifosi della Fiorentina e come tali da «attenzionare». Ma la voce non trova conferme.

REPARTO MOBILE

I poliziotti di scorta al corteo di pullman si fermano. Un sovrintendente della Polizia di Stato, capo di una squadra dell’ 8° Reparto Mobile, fa aprire il bus e sale per accertarsi cosa stia succedendo. È questione di attimi. La porta viene subito chiusa e all’interno la tensione sale, tanto che il poliziotto viene circondato e colpito. Solo per la sua esperienza se la caverà con contusioni guaribili in 7 giorni. I colleghi della squadra di polizia tentano inutilmente di aprire le porte bloccate per portare ausilio al loro capo. Per sottrarlo ad un ulteriore scontro fisico (una persona contro cinquanta) gli agenti sono costretti a forzare una portiera e salire a bordo.

GLI SCONTRI

È allora che da quel vano d’uscita escono sulla strada «tifosi» incappucciati, con mazze e bastoni, che si scontrano con i poliziotti del Reparto Mobile e della Questura che sono lì a pochi passi per evitare il peggio e soprattutto impedire che da altri pullman scendano altri soggetti molto poco ben intenzionati trasformando il raccordo autostradale in un vero e proprio campo di battaglia con conseguenze imprevedibili. Nei tafferugli che seguono ha la peggio un funzionario della Questura che finisce in ospedale per un calcio al volto. Guarirà in 10 giorni. Contuso anche un agente che è con lui. Refertati in totale tre poliziotti del Reparto mobile (tra cui il capo squadra che per primo era salito sul bus fermo) con contusioni guaribili in 7 giorni.

Il deciso intervento degli agenti costringe i «tifosi» (quasi tutti giovani mediamente di 20-25 anni) a risalire sui pullman e non invadere nuovamente la strada, che nel frattempo è ancora chiusa al traffico da più di un’ora. Uno ad uno (in totale sono almeno 130) vengono poi fatti scendere, identificati e fotosegnalati dal personale della Scientifica arrivato sul posto.

La tensione scende. Gli altri pullman in coda vengono fatti defluire verso l’ingresso dell’A1. Intorno alle 3 tutti gli accertamenti sono completati e viene dato il segnale verde per ripartire e sgomberare così la strada. I due bus con gli occupanti identificati sono scortati lungo un tratto di autostrada. La notte sul ponte di Varlungo ritorna tranquilla.

L’ALTRA VERSIONE DA BERGAMO

Da Bergamo, all’indomani dei fatti, arriva una versione diversa di quanto accaduto, ripresa anche dal sindaco Giorgio Gori che la «gira» via Facebook al ministro dell’Interno Salvini. Secondo la «Curva Nord Bergamo» la polizia – si legge in un post Fb – avrebbe fatto accostare un pullman che si stava staccando dalla coda «facendo aprire le porte e salendo a bordo (già in assetto antisommossa) colpendo e ferendo indistintamente tutti gli occupanti e rompendo i finestrini dopo aver divelto la porta anteriore». Da qui l’appello «Vogliamo la verità» chiedendo di farsi avanti a chiunque abbia foto, video o testimonianze di quanto accaduto. Nei social si parla anche di «diversi ragazzi feriti, alcuni con tagli sulla testa, altri con escoriazioni sul volto e zigomi gonfi».

Sui fatti del dopo partita Fiorentina-Atalanta interviene il Siulp di Firenze che, in una nota, definisce «vergognoso ed inaccettabile quanto accaduto». «È indispensabile – dice la segretaria provinciale del sindacato di polizia – che gli autori di tali azioni vengano duramente puniti e che nei confronti degli stessi siano posti in essere provvedimenti permanenti di interdizione da eventi sportivi e manifestazioni pubbliche».

 

 

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Sandro Addario

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