Sicurezza alimentare, l’olio d’oliva visto dai Carabinieri Forestali (Video)

Alberi di olivi nella campagna toscana
Alberi di olivi nella campagna toscana

FIRENZE – La sicurezza alimentare passa anche attraverso la conoscenza del consumatore sulla buona qualità dei prodotti come l’olio d’oliva. Il prezzo di vendita non può essere l’unico riferimento per chi acquista una bottiglia da mettere in tavola. Un prezzo troppo basso può essere indice di un prodotto non genuino se non contraffatto.  Non basta la «coltura» dell’olio, occorre promuovere la «cultura» del prodotto tra la gente.

Se n’è parlato a Firenze ad un convegno giovedì 23 maggio presso il Comando Regione Carabinieri Forestale Toscana promosso in collaborazione con Slow Food Italia. Un’occasione anche per presentare la «Guida agli extravergini 2019», utile strumento per orientarsi nel mondo della produzione olearia italiana, tornato quest’anno in edizione cartacea.

Tracciatura dell’olio

Nella sua introduzione il colonnello Maurizio Folliero, comandante regionale dei Carabinieri Forestali della Toscana, ha presentato le molteplici attività di controllo in tema di sicurezza alimentare svolte sul territorio. Dalla corretta informazione al consumatore, all’importanza dell’etichettatura e tracciabilità dei prodotti, al ruolo delle produzioni di qualità ed alla loro corretta percezione da parte del pubblico.  «Strumento indispensabile – ha sottolineato Folliero – deve essere però la sinergia tra organismi di controllo, produttori e consumatori».  Nel 2018 solo in Toscana sono stati effettuati 728 controlli agroalimentari con 150 persone sanzionate.

In un video prodotto dal Gruppo Carabinieri Forestali di Firenze dal titolo «Sai cosa mangi ?» – che pubblichiamo al termine di questo articolo – sono state tra l’altro illustrate le diverse tipologie di olio in cui il consumatore può imbattersi. Un’occasione per distinguere tra le tante bottiglie allineate negli scaffali della distribuzione commerciale e aiutare il consumatore in una scelta consapevole.

Conviene spendere di più nel cibo

Tra i presenti al convegno sulla sicurezza alimentare c’erano numerosi studenti dell’Istituto Agrario di Firenze ma anche alcuni produttori oleari, che al termine hanno ricevuto un riconoscimento per l’attività svolta. Sono intervenuti Angela Crescenzi, responsabile della qualità e tipicità dei prodotti agroalimentari presso la Regione Toscana e – da parte di Slow Food – Gianrico Fabbri responsabile dell’associazione per la Toscana con Francesca Baldereschi e Sonia Donati che hanno curato la redazione della Guida 2019.

Tra le relazioni quella del gastroenterologo Giacomo Trallori che, sottolineando le qualità positive dell’olio d’oliva («è un grasso, ma insaturo e quindi non dannoso»), ha evidenziato l’opportunità che sui tavoli dei ristoranti insieme alla carta dei vini ci possa essere sempre più spesso anche la carta degli olii.

«Il cibo non è una terapia, ma al contrario una prevenzione contro le malattie» ha concluso la nutrizionista Valentina Guttadauro, precisando che «spendere un po’ di più nella qualità del cibo significa andare meno dai medici». Un consiglio che, accolto da molti applausi, vale la pena seguire.

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Sandro Addario

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