Carabinieri: Cavallo cede a Cogliano la bandiera della Scuola Marescialli

Il generale Cavallo saluta la Bandiera della Scuola Marescialli Carabinieri
Il generale Cavallo saluta la Bandiera della Scuola Marescialli Carabinieri

FIRENZE – «Da oggi riconoscerete come comandante della Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri il generale di brigata Claudio Cogliano». Con questa formula solenne lunedì 9 settembre il generale di divisione Gianfranco Cavallo ha consegnato la Bandiera tricolore d’istituto al suo successore, davanti ad un reggimento di formazione di oltre 500 allievi marescialli schierati in alta uniforme sul piazzale della caserma Maritano di Firenze, intitolato ai Caduti di Nassiriya. 

Al cambio di comando, presieduto dal comandante della Scuole dell’Arma generale di divisione Carmelo Burgio, hanno assistito le massime autorità cittadine. Dal sindaco Dario Nardella al presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani, dal procuratore generale della Repubblica Marcello Violacon i vertici della magistratura al generale di corpo d’armata della Finanza Sebastiano Galdino con i vertici delle Forze armate presenti a Firenze e il questore Armando Nanei. Tra i presenti anche il neo comandante provinciale dei Carabinieri di Firenze, colonnello Antonio Petti, che solo due ore prima si era insediato al comando di Borgognissanti al posto del predecessore colonnello Giuseppe De Liso trasferito al Comando Generale di Roma. 

I TRE ANNI DI CAVALLO

Generale Gianfranco Cavallo
Generale Gianfranco Cavallo

Il generale Cavallo lascia Firenze dopo tre anni. Si era insediato al comando della «nuova» Scuola Marescialli a Firenze Castello il 14 ottobre 2016, poche settimane dopo l’inaugurazione del complesso, erede della storica caserma Mameli di piazza Stazione che dal 1920 ha ospitato gli allievi sottufficiali dei Carabinieri.  Cavallo va a Roma dove assumerà il comando della  Divisione Unità Speciali dei Carabinieri (DUS) da cui dipendono reparti qualificati come la Tutela della Salute, il Tpc (Tutela Patrimonio Culturale), la Tutela del Lavoro, i Carabinieri Banca d’Italia, Antifalsificazione Monetaria, Raggruppamento Aeromobili, il Ris (Investigazioni scientifiche). 

Il comandante Cavallo è al suo 18° avvicendamento di incarico durante la sua lunga carriera. In questa occasione particolare – dicono alla Scuola – ha chiesto di non ricevere dai colleghi e collaboratori alcun «regalo» di commiato, come normalmente si fa in queste occasioni. Qualunque colletta dovesse essere stata raccolta sarà invece destinata all’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. 

Tra le realizzazioni portate avanti in questi tre anni c’è la realizzazione dell’aula magna da 2500 posti, la disponibilità di 1200 postazioni multimediali, il completamento del polo sportivo. «Consentiranno all’Istituto – ha detto Cavallo – di candidarsi per ospitare eventi di portata internazionale, grazie anche alla naturale sicurezza offerta dal sito ed alla vicinanza con l’aeroporto». Ma non solo. «Il 5 settembre – ha aggiunto – abbiamo inaugurato un bar con laboratorio di pasticceria, ultimo dei 15 esercizi commerciali aperti in questi 3 anni, a beneficio delle oltre 2500 persone che ospitiamo tra personale della Scuola, famiglie e, da quest’anno, 1840 allievi».

«Grazie a tutti voi – ha detto Cavallo – la Scuola entro l’inizio dell’anno prossimo aprirà ancora altri cantieri che le consentiranno, nell’anno del centenario, di essere operativa al 100% e di potersi fregiare, orgogliosamente, del prestigioso titolo di Scuola Militare più grande e più attrezzata d’Europa». 

CLAUDIO COGLIANO, IL GENERALE FIORENTINO

Generale Claudio Cogliano
Generale Claudio Cogliano

Gli occhi dei presenti erano puntati anche, come naturale che sia, sul nuovo comandante della Scuola Marescialli. È il generale di brigata Claudio Cogliano, 58 anni, fiorentino del Campo di Marte. Ha frequentato il Liceo Classico Michelangelo e quindi è entrato all’Accademia Militare di Modena dove ha frequentato il 161° Corso (1979-1981). La sua carriera militare lo ha portato in tutta Italia, tanto che l’accento toscano si ormai è un po’ perso per strada. Non si sa per quanto, scommette qualcuno. 

Tra i suoi iniziali incarichi di comando nell’Arma territoriale quello al Nucleo Operativo della Compagnia Roma San Pietro, le Compagnie di Corsico e Napoli Rione Traiano, capo di stato maggiore alla Legione Sicilia, comandante provinciale a Verona. Quindi da generale di brigata il comando della Legione Marche. Ultimo incarico di Cogliano prima di arrivare alla Scuola Marescialli è stato quello di capo di stato maggiore del Comando Unità Mobili e Specializzate «Palidoro» a Roma. 

Nel suo indirizzo di saluto ai «suoi» allievi Marescialli e a tutti i presenti, il generale Cogliano ha sottolineato come «tra le mie emozioni più sentite, più forti, c’è quella di essere tornato nella mia città natale che ho lasciato nel settembre 1979 e nella quale torno adesso nel settembre 2019. Quindi, intendo porgere il mio sentito saluto alle autorità e ai cittadini di Firenze della Toscana che ritrovo dopo 40 anni di esperienza in ogni angolo del territorio nazionale». «Vivete ogni giorno come se fosse il primo giorno di servizio – ha quindi detto agli allievi schierati sul piazzale – connotato da incondizionata dedizione alle istituzioni, in piena adesione all’impegno assunto col vostro giuramento che vi deve accompagnare – anzi deve essere parte di voi – per tutta la vostra vita professionale». 

IL MONITO DEL GENERALE BURGIO

Generale Claudio Burgio
Generale Claudio Burgio

Compiacimento per l’operato del generale Cavallo e del generale Cogliano è stato espresso dal comandante delle Scuole, generale di divisione Carmelo Burgio. Come massima autorità dell’Arma presente ha chiuso – come di prassi – la cerimonia di avvicendamento alla Scuola Marescialli. «Due amici, due gentiluomini, due ufficiali generali di gran spessore, che tanto hanno dato e tanto vogliono dare ancora all’Arma» ha sottolineato Burgio. Agli allievi ha quindi detto: «Avete scelto avete scelto la nostra arma per diventare marescialli. Rammentate che, prima di apprendere come svolgere tale lavoro, dovrete imparare come essere carabinieri. Senza chiedere sconti». «Chi ci ha preceduto – ha aggiunto – ha costruito uno strumento d’eccezione che può funzionare a condizione che tutti siano disposti a dare ben di più del minimo garantito. Perché ha dato assai di più di ciò che gli veniva chiesto». 

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Sandro Addario

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