Un libro di Stéphanie Öhrström contro i pregiudizi sul calcio femminile

Stéphanie Öhrström al Rotary con Ilaria Mauro
Stéphanie Öhrström al Rotary con Ilaria Mauro (al centro)

FIRENZE – «È stata un’emozione forte avere il tuo primo libro tra le mani» dice Stéphanie Öhrström portiere titolare della Fiorentina femminile, da anni abituata a tenere tra le mani e a parare tante palle goal. Questa volta la bionda svedese si trasforma in scrittrice e affronta i rigori dei pregiudizi attraverso le pagine di un libro per ragazzi.

Nasce così «Elisa & Bella Francavilla» (Corrado Tedeschi Editore 2019) presentato ad una serata promossa dai Rotary Club Bisenzio Le Signe, Fiesole e Firenze Lorenzo il Magnifico, rispettivamente presieduti da Chiara Pagni, Maria Claudia Bianculli, Rita Pelagotti.

Ospiti dell’evento – che si è svolto martedì 22 ottobre – presso il Centro Tecnico della Figc a Coverciano due nomi top del calcio femminile viola. Ilaria Mauro– 31 anni da Gemona nel Friuli – attaccante anche della Nazionale e il portiere Stéphanie Öhrström, 32 anni da Trelleborg. 

Il libro della numero 1 della Fiorentina («solo in parte autobiografico» precisa la Öhrström) ripercorre il sogno di una ragazza, di cui il pallone e il suo cagnolino Boo sono i migliori amici. Genitori e sorella cercano inutilmente di convincerla che il pallone non è uno sport per le femmine, ma solo per «maschiacci». Elisa non capisce e non molla il suo «tifo» per la palla, finché un giorno a scuola fa un incontro che apre le porte alla sua passione sportiva. 

«La nostra è una vita quotidiana impegnata tra allenamenti a ritmo serrato che non lascia spazi per altre attività» dicono Ilaria e Stéphanie ricordando come in Italia il calcio femminile sia ancora considerato «dilettante» e non materia da giocatori professionisti come i «colleghi» maschi. Con tutte le differenza che ne conseguono: non solo dei contratti con molti meno zeri, ma anche sul piano previdenziale. «Ma non ci lamentiamo – continuano le due campionesse – perché quello che abbiamo ci basta per una vita decorosa. E anche durante le partite il clima che si respira è rispettoso. Il sabato quando giochiamo sentiamo proprio il tifoso e non gli insulti. E questo è il bello del calcio». 

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Sandro Addario

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