LUSSEMBURGO – Un ospedale arrivato dall’Italia per il Lussemburgo, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. È quanto titola il quotidiano Luxemburger Wort nella sua edizione online francofona del 20 marzo. È stato lo stesso Primo Ministro Xavier Bettel – riferisce il giornale – a darne notizia durante un incontro stampa, precisando che la compagnia aerea Cargolux ha trasportato da Bari gli elementi necessari per installare una struttura ospedaliera provvisoria per far fronte all’emergenza Coronavirus, che sorgerà in prossimità del Chl (Centre Hospitalier de Luxembourg) il principale ospedale della capitale del Granducato.
Ospiterà 200 letti con 100 respiratori
Secondo quanto aggiunge RTL, il principale canale televisivo del Lussemburgo, sono stati programmati sei voli da Bari per completare il trasporto della struttura che ospiterà 200 letti , 100 dei quali equipaggiati con respiratori. Un vero «tesoro» di questi tempi, dove la mancanza di letti ma soprattutto di respiratori automatici, indispensabili nella terapia intensiva, è sentita ovunque, soprattutto in Italia che purtroppo detiene il record mondiale di decessi da Covid 19.
La realizzazione dell’ospedale sarà effettuata – conclude la nota – con la collaborazione della Nspa, l’Agenzia di sostegno logistico della Nato, che ha sede nella vicina località lussemburghese di Capellen, a 20 chilometri dalla capitale.
Mistero sulla provenienza: Cina o Italia?
Massimo riserbo invece sulla provenienza della struttura. Le fonti lussemburghesi si limitano al momento a dire che è arrivata dall’Italia. È dunque italiana ed è stata ceduta al Lussemburgo? Letti e «preziosissimi» respiratori compresi? Oppure la provenienza è diversa e l’Italia ha fatto solo da transito?
Una traccia la offre una breve nota della Gazzetta del Mezzogiorno online del 20 marzo, che parla di «ospedale da campo destinato in Lussemburgo e arrivato a Taranto dalla Cina». A sostenere questa ipotesi c’è anche l’edizione in tedesco sempre del Luxemburger Wort, che in un altro servizio parla di forniture medicali in arrivo dalla Cina, tra cui respiratori, occhiali e mascherine. Ma non parla di ospedale.
Navi cinesi a Taranto
Se tutto questo fosse confermato, due cose sembrerebbero chiare. Che navi cinesi attraccano senza problemi a Taranto, primo porto militare italiano. E che l’Italia si è vista passare davanti, senza apparentemente battere ciglio, materiale sanitario così strategico in questa «guerra» contro il Coronavirus e che tutti gli ospedali italiani stanno cercando come il pane. Resta la terza ipotesi. Che i materiali arrivati in Lussemburgo fossero “made in Italy” e che siano partiti per l’estero anziché essere distribuiti sul nostro territorio. E questa sarebbe l’ipotesi peggiore di tutte.
AGGIORNAMENTO 21 marzo 2020 ore 23:00
NSPA (Nato) : «Non abbiamo inviato respiratori a Lussemburgo»
Abbiamo appena ricevuto dal Corporate Communications Office della Nato Support and Procurement Agency la seguente precisazione che volentieri pubblichiamo integralmente:
«Teniamo a precisare che il supporto della NSPA è limitato alla struttura dell’ospedale da campo e non all’equipaggiamento medico. Pertanto la NSPA non ha inviato respiratori a Lussemburgo, tantomeno privando materiale all’Italia.
La richiesta formale alla NSPA da parte del governo lussemburghese è dunque limitata a materiale da costruzione per una zona di triage davanti all’ospedale e non riguarda equipaggiamento medico.
Ogni nazione sta rispondendo alla crisi in vari modi e la NSPA, quando formalmente interpellata, supporta le nazioni della NATO a vario titolo, per esempio attraverso capacità di trasporto aereo, acquisto di materiale ecc.»
NOTA: prendiamo atto della sollecita nota integrativa della NSPA, che ringraziamo. Resta peraltro non chiarito il «mistero» sulla provenienza del materiale arrivato in Lussemburgo da Bari. Lo stesso Primo Ministro Bettel, nel suo punto stampa di venerdì 20 luglio come riporta una nota della televisione RTL, aveva dichiarato: «non è importante da dove arrivino le attrezzature, ogni aiuto è benvenuto». Se è materiale realmente in arrivo dalla Cina, perché non dirlo? O non è così?