TARANTO – Spettacolare arrivo di Nave Vespucci a vele spiegate, sabato 22 agosto, nel porto di Taranto al termine della campagna di istruzione 2020 degli allievi dell’Accademia Navale. Dopo 55 anni il leggendario veliero ha ripercorso l’eccezionale impresa di entrare nel Mar Piccolo, lungo lo strettissimo canale attraversato dal ponte girevole. La volta precedente avvenne il 14 maggio 1965 per iniziativa dell’allora comandante Agostino Straulino, che sfruttando un buon vento da nord uscì a vela dal Mar Piccolo tra l’ammirazione di tutta la città di Taranto. Le cronache raccontano che, al termine dell’impresa, Straulino ricevette due lettere dall’Ammiragliato: una di encomio per l’eccezionale manovra, l’altra che … annunciava dieci giorni di arresti per aver infranto il regolamento.
Posto di manovra
Oggi, dopo 55 anni, le cose sono andate diversamente. Nave Vespucci è alla fonda davanti al porto di Taranto da venerdì 21 agosto. Sale a bordo il Comandante in capo della Squadra Navale, ammiraglio Paolo Treu. Le condizioni meteo sono ottime, con un generoso vento da sud-sudovest in grado di spingere le vele del Vespucci verso l’imboccatura del canale. Intorno alle 13 – sotto gli occhi vigili del comandante Gianfranco Bacchi e del nostromo Adriano Gandino – viene battuto il «posto di manovra» per l’equipaggio del Vespucci, che lascia lentamente il Mar Grande seguito da tantissime imbarcazioni.
Il ponte girevole viene aperto e la «nave più bella del mondo» fa il suo ingresso trionfale nel canale navigabile e quindi nel Mar Piccolo. Sui ponti della nave sono schierati gli allievi del corso Esperia dell’Accademia Navale, imbarcati sul Vespucci per la loro campagna d’istruzione 2020. Sull’albero di maestra sono issate le insegne del Comandante in capo della Squadra Navale ma anche la bandiera blu del neo corso Esperia dell’Accademia. Lo spettacolo è suggestivo, tra i fischi delle sirene delle navi alla fonda e gli applausi della gente. Tanti tarantini ma anche tantissimi familiari degli allievi, arrivati da ogni parte d’Italia, che chiamano alla voce il proprio «cadetto». Quasi tutti con mascherina al volto, nonostante siano all’aperto e l’ora dell’obbligo inizi solo alle 18. Festosa cornice, sul piazzale antistante il Castello Aragonese, le note musicali eseguite dalla Fanfara di presidio del Comando di Marina sud.
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Imbrogliare le vele
Superato il canale, il Vespucci deve fare la manovra inversa. Occorre il tempo per «imbrogliare» (chiudere n.d.r.) le vele, dal momento che l’alberatura del Vespucci può ricevere vento solo da poppa e non può certo andare di bolina. Straulino, 55 anni fa, aveva vento da nord. Oggi è diverso. Si procede a puntare la prua della nave verso il canale. Un nuovo passaggio in uscita e finalmente il Vespucci accosta a dritta davanti al Castello Aragonese di Taranto.
Cavo Dragone: «Avete avuto un’occasione unica»
Ad attendere la nave e il suo equipaggio c’è il Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che aveva salutato gli allievi dell’Accademia Navale alla loro partenza da Livorno sul Vespucci il 29 giugno. Questi ultimi hanno affrontato quasi due mesi di campagna in mare ininterrotta, senza poter scendere «in franchigia» (libera uscita) nei porti – né loro né il resto dell’equipaggio – per precauzione anti Covid-19. Dopo l’esperienza sul Vespucci gli allievi non rientrano subito a Livorno ma li attendono due settimane di «moduli addestrativi» a Brindisi presso la Brigata Marina San Marco.
«Molti dei corsi che vi hanno preceduto e seguiranno – dice Cavo Dragone ai futuri comandanti di Marina schierati nel cortile del Castello Aragonese – non hanno la vostra esperienza, la capacità di stare tutti questi giorni in mare senza toccare porto, vivere fianco a fianco come avete fatto voi, sviluppare senso marinaresco e professionalità grazie all’aiuto dell’equipaggio di nave Vespucci e del suo comandante».«Vi è mancata – aggiunge il Capo di Stato Maggiore – l’esperienza in terre lontane con i vostri colleghi stranieri ma per quello ci sarà tempo. Avete avuto un’occasione unica che dovrà essere capitalizzata per voi e per la Marina. Di questo ringrazio l’equipaggio e il comandante di nave Vespucci e ringrazio il corso Esperia per come ha spronato noi e il paese a risorgere e riprendere il cammino verso nuovi orizzonti e grandi traguardi».
Treu: «Un messaggio di rinascita per l’Italia»
Ai giovanissimi allievi del neo Corso Esperia dell’Accademia Navale si era rivolto in un messaggio anche l’ammiraglio Paolo Treu, Comandante in capo della Squadra Navale, sottolineando in particolare l’«italianità» della loro esperienza a bordo del Vespucci. «Giovani guerrieri e navigatori – scrive l’ammiraglio Treu – anche voi, raccogliendo il testimone dei vostri predecessori e inseguendo il vostro destino nel solco delle rotte da loro tracciate, avete appreso le dure regole del mare, regno del merito, dominio in cui nulla è regalato e tutto deve essere guadagnato. Piegando il corso del vento con le possenti vele del Vespucci, avete dimostrato la vostra volontà di governare gli eventi e non di subirli, portando intorno all’Italia un messaggio di rinascita e di riscatto con i colori nazionali che illuminavano il Vespucci e anche con il linguaggio della musica, che riesce a superare il limite contro il quale si frangono le parole. Mantenetevi sempre fedeli a ciò che per voi rappresenta l’Hydra (la bandiera del corso Esperia n.d.r.) e continuate a piegare il vento con le vele della vostra professionalità e della vostra umanità, per mantenere la prua ferma sulla rotta verso sempre più grandi successi, per l’Italia e per la Marina».
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