Osservatore Libero

Guerriglia urbana a Firenze: misure cautelari per 16 anarchici

Il danneggiamento di una telecamera durante la guerriglia a Firenze il 30 ottobre 2020
Il danneggiamento di una telecamera durante la guerriglia a Firenze il 30 ottobre 2020

FIRENZE – Trentasette persone denunciate. Diciannove le misure cautelari disposte dal Gip: sette arresti domiciliari, sette obblighi di dimora con divieto di allontanamento dalle 20 alle 7. Cinque obblighi di firma. Questo il bilancio delle indagini condotte dalla Digos della Questura di Firenze a seguito dei gravi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine nella notte del 30 ottobre 2020. Nel centro storico di Firenze era in corso una manifestazione non autorizzata, promossa ufficialmente ma in forma anonima per protestare contro l’atteggiamento del governo durante la pandemia Covid-19. 

Molte le persone affluite spontaneamente nel centro cittadino, richiamate anche da un appello non firmato sui social dal titolo «Fate girare Firenze» che parlava di «protesta pacifica di popolo». Un modo – dice la questura – con «l’evidente scopo di ampliare al massimo la platea di possibili partecipanti e creare un clima di forte tensione». Analoghe iniziative si erano tenute in quei giorni in altre città, tra cui Napoli, Torino, Milano. Al punto che si era sparsa la voce che frange anti-governative organizzate si spostassero nella penisola per creare disordini. 

Anarchici e criminalità comune

La conferenza stampa del 3 febbraio in questura a Firenze

In realtà, come accertato dalla questura fiorentina coordinata dal pm Fabio Di Vizio, i protagonisti dei disordini verificatisi a Firenze quel 30 ottobre sera sono sostanzialmente «locali». Tra le persone colpite da misure cautelari, tutte pregiudicate, figurano 16 appartenenti all’area anarchica che occupa un immobile in viale Corsica 81 a Firenze. Gli altri – come si legge in un comunicato della questura – sono stati «individuati negli ambienti della criminalità comune». 

Nella platea di persone presenti nelle strade del centro – tra chi riteneva di avere validi motivi di protesta e semplici (forse troppi) curiosi – si sono ben presto evidenziati gruppi che hanno creato tensione e disordini con le forze dell’ordine. Nonostante cariche di alleggerimento della Polizia – è stato sottolineato mercoledì 3 febbraio nella conferenza stampa cui hanno partecipato il Procuratore capo Giuseppe Creazzo, il pm Fabio Di Vizio, il questore Filippo Santarelli e il capo della Digos Lucio Pifferi – i manifestanti più violenti tornavano ad attaccare anziché allontanarsi.

Una vera e propria guerriglia urbana, con lanci di bottiglie ed oggetti nei confronti dei reparti di polizia, presi di mira con oggetti contundenti procurati dal danneggiamento di arredi urbani, segnaletica stradale, selle di biciclette, pali stradali. Danneggiata anche una telecamera posta sopra un semaforo. Tre bombe molotov lanciate in via dell’Albero, per fortuna senza danni a persone.

Bilancio della guerriglia

Nel corso degli scontri, prolungati per oltre tre ore e risolti solo in piena notte con il definitivo disperdersi dei manifestanti, sono rimasti feriti 5 agenti, nonché danneggiati 8 mezzi di polizia, bersagliati da lanci di oggetti o sfregiati con oggetti acuminati. Inoltre, l’Amministrazione comunale ha calcolato in circa 30.000 euro l’ammontare dei soli danni a beni pubblici, arredi urbani e segnaletica stradale. Nell’immediato furono arrestate 4 persone, tra cui l’autore del lancio delle molotov ancora ai domiciliari. 

Oltre alle misure cautelari attuate oggi 3 febbraio, il questore Santarelli sta predisponendo misure di prevenzione personale (dalla sorveglianza speciale, ai Daspo, agli avvisi orali) nei confronti delle persone coinvolte a vario titolo nella responsabilità dei disordini. 

Plauso del Prefetto

Apprezzamento per il risultato delle indagini è stato espresso dal prefetto di Firenze Alessandra Guidi. «È un segnale importante – sottolinea Guidi- che rappresenta anche un monito, in un momento così delicato per questo territorio e per tutto il Paese. Le regole del vivere civile e la consapevolezza dei limiti e del valore delle libertà costituzionali devono orientare sempre il nostro sentire ed il nostro agire lungo l’insuperabile linea di confine tra le tensioni individuali ed il bene collettivo». 

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