Un cippo a Firenze in memoria del poliziotto Palatucci morto a Dachau

Il cippo in memoria di Giovanni Palatucci
Il cippo in memoria di Giovanni Palatucci

FIRENZE – A 76 anni dalla sua morte nel campo di concentramento di Dachau, è stato ricordato a Firenze Giovanni Palatucci, giovane poliziotto che nel 1943 divenne questore reggente della città di Fiume in Istria, allora italiana.

Un cippo commemorativa che porta il suo nome è stata inaugurato mercoledì 10 febbraio, data della sua morte nel 1945, all’ingresso della caserma De Laugier. Già un tempo dell’Esercito, la caserma è recentemente passata alla Polizia di Stato, che vi ha trasferito gli uffici della Polizia Scientifica, del Commissariato di Firenze San Giovanni e del Reparto Sanitario della Questura.

Una breve ma sentita cerimonia alla quale, accolti dal questore Filippo Santarelli, erano presenti il prefetto di Firenze Alessandra Guidi, la vice sindaco di Firenze Alessia Bettini, il Presidente della Comunità ebraica Enrico Fink, il Rabbino Capo di Firenze Gadi Piperno, il Cappellano provinciale della Polizia di Stato Monsignor Luigi Innocenti e il Presidente della Sezione fiorentina dell’Associazione nazionale della Polizia di Stato Sergio Tinti. Accanto alla lapide, in un’aiuola in mezzo al piazzale, è stata piantata una pianta di ulivo.

«Nato a Montella (Avellino) nel 1909 – si legge in una nota – il Funzionario di Pubblica Sicurezza Giovanni Palatucci nel 1937 venne assegnato a Fiume, dove assume dapprima il ruolo di Dirigente dell’allora Ufficio Stranieri e poi, dal 1943, quello superiore di Questore Reggente». «Nel 1944 – prosegue la nota della questura – dopo aver aiutato numerose persone a sottrarsi al destino riservato loro dalle leggi razziali dell’epoca, Giovanni Palatucci viene arrestato dalla Gestapo e deportato al campo di sterminio di Dachau, dove muore 76 anni fa, il 10 febbraio del 1945».

Giovanni Palatucci è stato riconosciuto nel 1990 dallo Yad Vashem di Gerusalemme «Giusto tra le nazioni». Nel 1995 Palatucci è stato insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile con la seguente motivazione: «Funzionario di Polizia, reggente la Questura di Fiume, si prodigava in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l’arresto e la deportazione. Fedele all’impegno assunto e pur consapevole dei gravissimi rischi personali continuava, malgrado l’occupazione tedesca e le incalzanti incursioni dei partigiani slavi, la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano, fino all’arresto da parte della Gestapo e alla sua deportazione in un campo di sterminio, dove sacrificava la giovane vita». 

«Giovanni Palatucci è un eroe del suo tempo – ha detto il questore Santarelli – e di ogni tempo. Esempio per giovani poliziotte e poliziotti di come si possa sempre agire con senso di umanità, improntando le nostre azioni al senso di responsabilità civile ed al rispetto della coscienza». 

«Il Questore Palatucci rappresenta un esempio – ha aggiunto il prefetto Guidi – come cittadino e come servitore dello Stato. È una testimonianza e un monito per tutti noi che rivestiamo ruoli pubblici a indirizzare il nostro agire quotidiano a un rispetto delle regole che non deve essere mai disgiunto dal senso della giustizia sostanziale e dell’umanità. Solo cosi renderemo veramente onore alla sua memoria e saremo garanti della nostra Democrazia».

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Chi era Giovanni Palatucci

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Sandro Addario

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