Osservatore Libero

Corte dei Conti: no alla «paura della firma» nella Pubblica Amministrazione

Corte dei Conti
La «paura della firma» dei funzionari pubblici discussa alla Corte dei Conti di Firenze

FIRENZE – Non va giù ai magistrati della Corte dei Conti la norma contenuta nel «Decreto semplificazione» del luglio 2020 che di fatto concede l’impunità ai pubblici funzionari responsabili di un danno erariale per «colpa grave». Se n’è parlato a Firenze in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario contabile 2021 in Toscana, presieduta da Antonio Galeota, che si è svolta per la prima volta nella storia in modalità telematica per le limitazioni dovute all’emergenza sanitaria. 

Paura della firma 

La questione è nota ma non se parla mai abbastanza. Il decreto legge 76/2020 (articolo 21) del governo Conte II aveva lo scopo di smuovere dall’inerzia quei funzionari pubblici spesso bloccati dalla burocrazia e dalla cosiddetta «paura della firma» prima di decidere provvedimenti di propria competenza. Quale fu la soluzione trovata? Stabilire che sono perseguibili dalla Corte dei Conti solo le responsabilità per dolo, omissione o inerzia. Non più quelle, e sono la maggior parte, per colpa grave. 

In altre parole oggi la Corte dei Conti può chiamare a rispondere chi agisce (condotta commissiva) volontariamente per commettere un illecito contabile oppure contro chi se ne sta fermo e non decide (condotta omissiva). Nessuna azione invece nei confronti di chi, pur agendo, sbaglia e provoca un danno all’Erario. Di qualunque entità. Una norma discussa, tanto più che non è definitiva ma solo in vigore fino al 31 dicembre 2021.

E poi? Qualcuno ipotizza che, poiché la scadenza di fine anno coincide proprio con l’ormai ricorrente «decreto milleproroghe» in tale periodo, si apra la strada ad un rinnovo quasi tacito e automatica anche per questa particolare norma.  Sarebbe un ulteriore «freno» all’attività di controllo della Corte dei Conti, di cui ci sarebbe più bisogno durante la prossima gestione dei miliardi del Recovery Plan. Parlamento e Governo sono avvisati.

Colpa grave ma depenalizzata

Ma cosa si intende per colpa grave? «La giurisprudenza contabile – scrive il Procuratore Regionale Acheropita Rosaria Mondera nella sua relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario contabile per la Toscana – ha identificato l’elemento soggettivo della colpa grave con “l’intensa negligenza”, la “sprezzante trascuratezza dei propri doveri”, “l’atteggiamento di grave disinteresse nell’espletamento delle proprie funzioni”, la “macroscopica violazione delle norme”, il “comportamento che denoti dispregio delle comuni regole di prudenza”». «Ne discende – incalza il Procuratore – che, da luglio 2020 e, per ora, sino al 31 dicembre 2021, i danni causati da condotte commissive poste in essere con disprezzo delle più elementari regole di buona amministrazione ed in evidente violazione di legge, non possono più essere perseguite». «Ciò induce – conclude Mondera – a riflettere e valutare se sia meglio invitare i pubblici dipendenti ed amministratori ad agire comunque, anche in modo illegittimo e dannoso, o porli in condizione di operare in situazione di certezza e chiarezza delle norme, attuando quella semplificazione e sburocratizzazione che il nostro Paese attende da decenni». 

Qui la relazione integrale del Procuratore Regionale Acherotipa Mondera

«La norma suscita perplessità» dice lo stesso presidente della Sezione Giurisdizionale della Toscana Antonio Galeota. Perché «al di là della condivisibile ratio che la ispira, sembra deresponsabilizzare l’operato dei pubblici dipendenti e far gravare doppiamente sui contribuenti l’onere economico conseguente a condotte gravemente colpose di tipo commissivo, rischiando di compromettere l’auspicata ripresa dell’attività economica nel settore dei contratti pubblici tramite un processo di semplificazione nella legalità». 

Qui la relazione del Presidente Antonio Galeota

Il tema viene ripreso, in un accorato intervento, anche da Paola Briguori, Vice procuratore generale della Corte dei conti presso la Procura Generale, membro della giunta dell’Associazione Magistrati della Corte dei conti. «È una norma inopportuna perché favorisce i funzionari meno preparati e diligenti, apre le porte allo spreco di denaro pubblico, alimenta il livello di cattiva gestione della cosa pubblica che è l’ambito in cui si muove la cultura del malaffare. Si assegna un passaporto di impunità laddove non serve davvero». 

Qui l’intervento del Vice Procuratore Generale Paola Briguori

Nomine alla Corte dei Conti

È stata la prima inaugurazione (a distanza) dell’anno giudiziario contabile per la Toscana per il neo presidente della sezione giurisdizionale Antonio Galeota, arrivato a Firenze nell’ottobre 2020 dopo aver ricoperto lo stesso incarico alla Sezione giurisdizionale regionale Trentino Alto Adige a Bolzano. Il suo predecessore Amedeo Federici, rientrato a Roma al termine del suo servizio attivo presso la Corte dei Conti, mantiene l’incarico (a titolo gratuito) di presidente della Commissione parlamentare di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici.

Nuovo presidente anche per la Sezione regionale di controllo per la Toscana, dove Maria Annunziata Rucireta è subentrata a Cristina Zuccheretti, ora presidente della terza sezione di appello presso la Corte dei Conti a Roma. Qui l’intervento di saluto della presidente Rucireta all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021

Il saluto dell’ordine forense di Firenze è stato portato dall’avvocato Salvatore Medaglia. Qui il suo intervento

IL VIDEO DELL’INAUGURAZIONE

Exit mobile version