Osservatore Libero

Firenze, imprenditore vittima di usura. In carcere affiliato alla ‘Ndrangheta

Operazione anti usura del Gico della Guardia di Finanza di Firenze
Operazione anti usura del Gico della Guardia di Finanza di Firenze

FIRENZE – Da un prestito originario di 15 mila euro un usuraio sarebbe arrivato a pretendere un rimborso di ben 80 mila euro. Vittima un imprenditore toscano in difficoltà, commerciante nel settore abbigliamento all’ingrosso. Al termine di indagini – svolte anche durante il periodo della pandemia da Covid-19 – la Guardia di Finanza di Firenze ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Francesco Morano, nato nel 1968 a Taurianova (RC). L’uomo, attualmente già in carcere a Teramo per altri reati, è ritenuto dagli investigatori contiguo alla ‘ndrina Bellocco di San Ferdinando (RC), località dove ha la residenza. Le accuse contro di lui, convalidate dal Gip di Firenze Antonella Zatini, sono estorsione e usura aggravati dal metodo mafioso, ai danni dell’imprenditore toscano. I finanzieri gli hanno sequestrato anche due autoveicoli per un valore di oltre 20 mila euro. 

L’attività investigativa, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza fiorentinae diretta dal Pm Eligio Paolini della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze,ha riguardato un’attività di usura ed estorsione tra il gennaio 2016 e la fine del 2018. All’inizio, in presenza di difficoltà economiche, l’imprenditore aveva conosciuto un soggetto che si era dichiarato disposto a prestargli un importo di 15.000 euro. 

Dopo alcuni mesi l’imprenditore aveva iniziato a restituire il denaro, attraverso anche il ricavato dalla vendita di alcuni gioielli e di un orologio di famiglia. Successivamente non era stato più in grado di pagare quanto richiesto, suscitando così una crescita esponenziale, di mese in mese, della pretesa di interessi da parte dell’usuraio e quindi della somma di denaro da restituire. Secondo quanto accertato dai finanzieri del Gico di Firenze, diretto dal tenente colonnello Gianluca Simonetti, l’usuraio – dopo due anni – sarebbe arrivato a pretendere fino a 80.000 euro di rimborso tra capitale e interessi. 

A fronte delle reiterate gravi minacce per ottenere il pagamento delle somme richieste, che avevano generato un forte timore per l’incolumità propria e della figlia, l’imprenditore si era visto costretto anche a far acquistare alla figlia, attraverso un finanziamento personale, un’auto di pregio del valore di oltre 30.000 euro, entrata di fatto nella disponibilità dell’usuraio. E sempre per timore di ritorsioni la vittima non aveva denunciato il reato che stava subendo. 

La Guardia di Finanza è venuta a conoscenza di questa vicenda di usura ed estorsione attraverso altre indagini che stava sviluppando sul conto dello stesso Morano. Convocato nel gennaio 2020 l’imprenditore, questi ha confermato quanto gli era successo, trovando la forza di collaborare per fare piena luce sui fatti che lo avevano visto vittima della ‘Ndrangheta. 

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