Pnrr: nuova impunità per i funzionari pubblici che hanno paura della firma
ROMA – C’è un passaggio nelle oltre 330 pagine del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) appena approvato dal Governo che non va giù alla Magistratura contabile. È quello che – in tema di contratti pubblici – riguarda la «limitazione della responsabilità per danno erariale ai soli casi in cui la produzione del danno è dolosamente voluta dal soggetto che ha agito, ad esclusione dei danni cagionati da omissione o inerzia». Già introdotta nel cosiddetto «Decreto semplificazione» del luglio 2020 di fatto concede l’impunità ai pubblici funzionari responsabili di un danno erariale per «colpa grave».
Originariamente la norma aveva una scadenza temporale al 31 luglio 2020. Poi era stata prorogata al 31 dicembre 2021. Adesso – come i più scettici immaginavano – arriva una ulteriore proroga al 2023 come evidenziato a pag. 90 del Pnrr che verrà illustrato al Parlamento e quindi trasmesso all’Unione Europea.
«Misura rozza ed errata»
In una dura nota del 24 aprile 2021 l’Associazione Magistrati della Corte dei Conti, parla di «una misura rozza (non si risolve il problema del traffico eliminando i vigili) ed errata. Non solo perché contrasta sia con la Costituzione (sentenza 371/1998 della Corte costituzionale) che con il Regolamento europeo in tema di ripresa e resilienza, che impone un rafforzamento del controllo giurisdizionale sulla gestione dei fondi da erogare ma, prima ancora, perché pone a carico dei cittadini gli sprechi della burocrazia».
«La gestione amministrativa dell’emergenza pandemica (acquisto di mascherine, di siringhe, di nuovi banchi scolastici) – prosegue la nota di Amcorteconti – che ha goduto di un’amplissima deresponsabilizzazione, può essere definita positiva, rapida ed efficiente? Se verranno accertati sprechi gravemente colposi, la Corte non potrà agire e il costo peserà esclusivamente sulle spalle dei contribuenti più poveri e più deboli, già provati dalla crisi pandemica ed economica».
Il vero rimedio contro la paura della firma
Il vero rimedio? Secondo l’associazione dei magistrati contabili «per combattere la paura della firma occorre piuttosto affrontarne la causa principale, costituita dalla sempre crescente complessità del quadro normativo. La Corte dei conti può essere una risorsa per contribuire a sciogliere dubbi interpretativi e favorire la migliore e più efficace gestione delle risorse. Confidiamo che un Governo sensibile al rispetto dei principi costituzionali ed europei, nonché ai diritti dei cittadini, voglia ascoltare la sua più antica magistratura prima di assumere decisioni così gravide di dannose conseguenze».
INTERVISTA VIDEO ALL’ASSOCIAZIONE MAGISTRATI DELLA CORTE DEI CONTI
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5 marzo 2021
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