Osservatore Libero

Toscana, l’abuso d’impresa nel mirino della Guardia di Finanza

da sin. i generali Cervi, Bartoloni (comandante Regione Toscana), Nieddu e Levanti alla conferenza stampa per il 247° della Guardia di Finanza
da sin. i generali Luca Cervi, Bruno Bartoloni (comandante Regione Toscana), Fabrizio Nieddu
e Carlo Levanti alla conferenza stampa per il 247° della Guardia di Finanza

FIRENZE – Un’impresa per sua natura viene costituita per produrre o commercializzare beni e servizi. In Toscana non sempre è così. Lo si legge in una nota della Guardia di Finanza dal titolo «La tutela dell’economia toscana nell’anno della pandemia» presentata a Firenze mercoledì 23 giugno in occasione del 247° anniversario del Corpo. 

«Sempre più spesso – rileva l’esame del Comando Regionale delle Fiamme Gialle guidato dal generale Bruno Bartoloni–  si assiste alla creazione di imprese che sono dei meri simulacri, essendo esse costituite per essere strumentali al conseguimento di ingenti profitti derivanti dal mancato rispetto degli obblighi tributari e previdenziali anziché alla produzione e allo scambio di beni e servizi. Non ci troviamo di fronte a imprese che producono o commercializzano beni e servizi e poi evadono parzialmente i loro obblighi giuridici, ma davanti a imprese costituite come strumenti per frodare tasse, imposte e contributi, per sfruttare il lavoro, impiegare capitali di provenienza criminale. Con queste imprese non si consegue un utile derivante dall’esercizio di un’attività lecita, bensì un profitto illecito. Le imprese ‘apri e chiudi’ nascono già morte perché destinate a fallire nel giro di uno o due anni, durante i quali accumulano però importanti esposizioni debitorie, soprattutto nei confronti dell’Erario». 

Le società «cartiere» apri e chiudi

«Le imprese ‘apri e chiudi’ possono essere ditte individuali intestate a prestanome, ed è il caso di quelle cinesi. Oppure società, italiane o straniere ma sempre con il minimo di capitale, destinate a produrre esclusivamente documenti, perciò chiamate in gergo anche “cartiere”. Scompaiono non adempiendo ai propri obblighi fiscali dopo aver consentito l’evasione ad altri. Anche le cooperative possono essere in formato ‘apri e chiudi’: di solito nascono per fornire a terzi manodopera senza regolarizzarne la posizione contributiva. 

Tutte queste sono anche imprese “fenice” perché di norma risorgono dalle loro ceneri con stesse struttura e finalità. Quello che cambia è il legale rappresentante: si sceglie cioè un altro prestanome, che può essere un immigrato, un tossicodipendente, un anziano che assume su di sé le conseguenze giuridiche della frode. 

La controffensiva della Guardia di Finanza

Come reagire? In questo scenario il Comando Regionale della Guardia di Finanza «ha impostato una linea d’azione sistemica, che mira a superare lo schermo formale delle imprese». Si va cercare e colpire «i reali organizzatori di questi network illegali, combinando, in aggiunta alle tradizionali contestazioni amministrative, procedimenti penali volti a perseguire tanto i reati presupposti quanto il riciclaggio dei relativi proventi con misure di aggressione patrimoniale anche in via di prevenzione». Di fatto la stessa procedura che si attua contro la criminalità organizzata. Senza dimenticare – precisa la GdF toscana – che «in questo contesto assumono un ruolo determinante taluni professionisti, sempre più direttamente coinvolti nell’ideazione e nella gestione delle frodi». 

Scarica qui l’intera relazione della Guardia di Finanza: «La tutela dell’economia toscana nell’anno della pandemia», che contiene l’analisi dei principali campi di intervento delle Fiamme Gialle in Toscana nel 2020. 

Qui il bilancio operativo 2020 delle Fiamme Gialle in Toscana

Qui il bilancio operativo 2020 e del periodo emergenza Covid19 della GdF a Firenze e provincia

Il 247° anniversario della Guardia di Finanza

Cerimonia ristretta ma non meno solenne quella che si è svolta mercoledì 23 giugno a Firenze alla Caserma Fontanelli di Firenze sede del Comando Interregionale per l’Italia Centro-settentrionale, con competenza su Toscana, Emilia Romagna, Marche. 

Dopo la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica aila Guardia di Finanza e dell’Ordine del giorno speciale del Comandante Generale Giuseppe Zafarana, Il saluto alle autorità presenti è stato portato dal Comandante interregionale, generale di corpo d’armata Sebastiano Galdino. «Un commosso ricordo – ha detto tra l’altro – va al luogotenente Rosario Lertola, già in forza al gruppo di Viareggio, venuto a mancare nel dicembre scorso, a causa del Covid19 e agli altri 13 militari di altri comandi del corpo sul territorio nazionale che ci hanno lasciati colpiti dalla pandemia». «Sento di esprimere la mia gratitudine – ha aggiunto Galdino – ai circa 7000 finanzieri, donne e uomini di Toscana, Emilia Romagna e Marche, che, nonostante le tante difficoltà e preoccupazioni causate da questo particolare momento storico, con passione e instancabile dedizione hanno fornito supporto, trasmesso sicurezza e infuso coraggio a coloro che si sono trovati in maggiore difficoltà». Testimonianza di questo impegno è la concessione della medaglia d’oro al valor civile di cui è stata insignita quest’anno la Bandiera del Corpo, durante la cerimonia a Roma il 21 giugno. 

Tra le autorità presenti il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo, la vicario del Prefetto Paola Berardino, la vice sindaco Alessia Bettini, il questore Filippo Santarelli, i vertici della Magistratura e delle Forze armate. Il cappellano della Guardia di Finanza della Toscana, don Massimo Ammazzini ha recitato la Preghiera del Finanziere. 

FINANZIERI PREMIATI

Si è quindi proceduto alla consegna di encomi a finanzieri della Toscana che si sono particolarmente distinti in operazioni di servizio. Ecco i nomi. 

Qui le motivazioni delle ricompense alla Festa della Finanza

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