Alluvione del ’66: Firenze dedica una strada ai Carabinieri del 59° Corso

La nuova strada a Firenze per i Carabinieri che intervennero durante l'alluvione del 1966
La nuova strada a Firenze per i Carabinieri che intervennero durante l’alluvione del 1966

FIRENZE – Nel 1966 erano oltre 700 gli Allievi sottufficiali Carabinieri che frequentavano il 59° corso della loro Scuola dell’Arma a Firenze. Nessuno avrebbe potuto immaginarsi che il 4 novembre la loro caserma Mameli in piazza della Stazione sarebbe stata raggiunta e in parte sommersa dall’acqua dell’Arno nelle ore della tragica alluvione che colpì al cuore tutta la città. 

Nel 55° anniversario di quei giorni, Firenze ha voluto intitolare loro una strada. Si chiama «Via Allievi Sottufficiali Carabinieri del cinquantanovesimo corso 1966-1967». Un nome un po’ lungo per la toponomastica ma pieno di significato e di storia di ordinario altruismo. Furono proprio gli allievi della Scuola Sottufficiali a essere impiegati per primi, insieme ai colleghi dell’Arma territoriale e del Battaglione mobile, nei soccorsi alla popolazione. Non solo nelle prime ore, ma anche nei giorni e settimane – ancora più disastrosi – del post alluvione, quando mancava tutto, se non la forza di reagire e di guardare avanti. 

LA STRADA

La cerimonia di intitolazione della nuova strada si è svolta nel pomeriggio di giovedì 4 novembre. Si trova nei pressi della Caserma intitolata alla Medaglia d’oro al valor militare Felice Maritano, dove la Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri si è trasferita nel 2016 dopo aver lasciato, dopo quasi un secolo, la storica caserma Mameli di piazza della Stazione. Le autorità cittadine e gli ospiti sono stati accolti dal generale di divisione Maurizio Stefanizzi, dal settembre di quest’anno Comandante dell’istituto di formazione dell’Arma. L’Associazione Nazionale Carabinieri era rappresentata dall’Ispettore regionale per la Toscana colonnello Salvatore Scafuri.

Gli occhi di tutti erano rivolti al gruppo «Angeli del Fango», la folta rappresentanza degli ex Allievi del 59° Corso, guidata dal Maresciallo Maggiore Francesco Memoli. Non è la prima volta che si ritrovano a Firenze, dopo la storica annata 1966. La prima volta sono venuti da ogni parte d’Italia per i 50 anni dell’alluvione e, a seguire, nel 2017 nell’anniversario del loro corso. L’ultima volta è stata nel 2019 quando davanti alla «loro» ex caserma Mameli fu inaugurata una targa di marmo in ricordo del loro intervento in favore di Firenze alluvionata. Se la prima volta si è trattato di una amichevole «rimpatriata» oggi si può parlare di raduno di un gruppo che, a distanza di 55 anni, si mantiene saldo e coeso. 

LA CERIMONIA

Alla cerimonia di oggi 4 novembre la città di Firenze era rappresentata dal Gonfalone decorato di medaglia d’oro al valor militare e dall’assessore Alessandro Martini, che ha espresso l’apprezzamento dei fiorentini per tutto quello che i giovani carabinieri di allora – insieme alle altre forze armate e di polizia – fecero per dare un concreto sostegno alla città. Il saluto del Consiglio comunale è stato portato dal presidente Luca Milani che ha tra l’altro ricordato quanto la Scuola Carabinieri ieri ma anche oggi sia costantemente aperta alla città.

Solenne e suggestiva cornice all’evento è stata la Fanfara della Scuola Marescialli, diretta dal luogotenente maestro Ennio Robbio, che ha accompagnato le varie fasi della cerimonia, tra cui – fuori programma – l’esecuzione del Silenzio in memoria dei Caduti fiorentini durante la tragica alluvione del 1966. Presente una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri guidata dall’Ispettore regionale per la Toscana colonnello Salvatore Scafuri.

UN ESEMPIO DA TRAMANDARE

«Gli allievi del 59° corso sono l’esempio che dobbiamo ricercare ieri come oggi» ha detto il generale Stefanizzi, ringraziando pubblicamente il suo predecessore, generale Claudio Cogliano, per aver avviato l’iter che oggi ha portato all’intitolazione di questa strada cittadina. «Questi allievi in quei tragici giorni hanno fatto oltre 150 operazioni di soccorso e oltre 100 servizi per garantire sicurezza, ordine pubblica e antisciacallaggio. Grazie a loro furono salvati anche 51 cavalli che rischiavano di non farcela. Rappresentano la compattezza, il sacrificio, la dedizione, la voglia di darsi agli altri, che contraddistinsero gli allievi di allora e che caratterizzano i giovani allievi di oggi». 

Molto sentito il saluto del Maresciallo Maggiore Francesco Memoli, a nome di tutti i colleghi del 59° Corso, che ha voluto ricordare i riconoscimenti al valor civile e gli encomi assegnati in quella circostanza. Un ricordo particolare per l’allora Comandante della Scuola Sottufficiali, colonnello Mario Serchi che «con sentimenti paterni ci ha guidato e confortato nel superare le difficoltà del momento». «Un forte abbraccio infine alla città di Firenze che ci ha sempre accolto con generosità e alla quale siamo sempre legati» ha concluso l’ex allievo sottufficiale Memoli con la voce rotta dalla commozione. 

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Sandro Addario

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